Sulla sfiducia ad Accorinti: la Politica si assuma le proprie responsabilità, non c'e' più tempo per i "giochetti". CapitaleMessina esprime (con un'utopia esageratamente ingenua)
le proprie riflessioni sull'iniziativa di sfiducia: "Ritorni la politica, quella con la P maiuscola", nell'interesse della comunità e non dei partiti politici
Messina, 25/09/2015 - CapitaleMessina esprime le proprie riflessioni sull'iniziativa di sfiducia al Sindaco Accorinti. "Ritorni la politica, quella con la P maiuscola", questo è quanto auspica l'associazione politica, "nobile attività che ha sempre determinato l'organizzazione della convivenza degli esseri umani nella storia delle aggregazioni sociali. Politico e' colui che, guardando all'interesse della comunità che rappresenta, riesce a prevederne le esigenze ed a risolverne le criticità.
Capacita' di programmare, di esprimere una visione, ciò e' quanto si richiede a chi decide di esercitare l'arte della politica, che determina e condiziona la vita ed il benessere di noi tutti, perché come diceva Gandhi " in democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica ".
"Tale e' la considerazione che noi abbiamo per l'esercizio della politica e del governo, che rimaniamo attoniti di fronte alle espressioni di approssimazione manifestate in questi giorni da alcuni esponenti delle forze politiche presenti all'interno del consiglio comunale di Messina".
"Riassumiamo la questione: il consigliere comunale della destra Adamo predispone una mozione di sfiducia all'Amministrazione Accorinti; molti dei consiglieri comunali interpellati sulla questione, sostengono di non condividere l'iniziativa, non perché confidano nella qualità di questa Amministrazione ma bensì perché non hanno al momento un "programma ed un candidato alla carica di sindaco".
"CapitaleMessina ritiene che su un punto bisogna essere chiari: se si ritiene che Accorinti e la sua giunta siano inadeguati alle sfide che la nostra città dovrà affrontare, se si pensa che questa esperienza amministrativa sia stata fallimentare e sia arrivata al capolinea, lo si deve dire chiaramente, senza ipocrisie e trarne le dovute conclusioni politiche".
"Una comunità non può tenersi un'amministrazione inefficiente e dannosa per il suo futuro, in attesa che la politica politicante esaurisca i suoi "giochetti", mettendosi d'accordo sul nome del successore. Questo la nostra città non se lo può permettere, non c'e' più tempo".
"Il declino sociale ed economico sembra inarrestabile: depressione economica, imbarbarimento dei rapporti istituzionali e politici, degrado del territorio, assenza di prospettive di rinascita. Questo e' il quadro desolante che descrive le attuali condizioni della nostra città."
"E' a questo punto inevitabile che ciascuno, nel proprio ruolo politico, si assuma le proprie responsabilità ed agisca nell'interesse della collettività: l'eutanasia di una esperienza politica fallita e' un dovere prima ancora che politico, etico".
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