Aeroitalia e Aerolinee Siciliane: salta l'accordo per costi raddoppiati e licenza mancante

Salta l’accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane. Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante  Catania, 24 aprile 2024 – Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante. In data odierna è stato risolto l’accordo preliminare tra Aeroitalia e AerolineeSiciliane. Il Presidente Dott. Giacomo Guasone comunica che il MOU tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane si è concluso negativamente.   “A tutt’oggi, - dichiara il dr.Guasone, - la società Air Connect, oggetto dell’accordo, non è stata risanata e le richieste economiche per l’acquisizione della stessa sono state raddoppiate. L’aumento della richiesta insieme alla mancata riattivazione della licenza di volo e la conseguente perdita della stagione rendono impossibile l’investimento."

PASOLINI: NESSUN CENTRALISMO FASCISTA HA FATTO QUANTO IL FASCISMO DELLA CIVILTÀ DEI CONSUMI

“Sono infiniti i dialetti, i gerghi, / le pronunce, perché è infinita / la forma della vita: / non bisogna tacerli, bisogna possederli: / ma voi non li volete / perché non volete la storia, superbi / monopolisti della morte...”. “La reazione stilistica”, da  “Poesie incivili” (1960)

“Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la 'tolleranza' dell'ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana".

"Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni. Le strade, la motorizzazione, ecc., hanno oramai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un “uomo che consuma”, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane”.

Ora, tutti questi sforzi, sia dei teorici francofortesi e sia dello stesso Pasolini, hanno messo in luce i meccanismi che si innescano a livello di psicologia di massa, e che risultano essere determinanti per l’ascesa di vecchi e nuovi regimi totalitari. Ma, nello specifico di una realtà nazionale, è possibile individuare nettamente le responsabilità dirette in queste derive politico-sociali? La risposta è sì. Pasolini fu forse il primo, in questo paese, ad accusare un’intera classe dirigente di essere la causa primaria del genocidio culturale del quale abbiamo trattato, anche a prezzo di terribili spargimenti di sangue (fu anche il primo ad accusare la Democrazia Cristiana di essere la diretta prosecuzione del regime fascista in Italia). Il pezzo di Pasolini apparso il 14 novembre 1974 sul Corriere della sera inizia in questo modo: “IO SO. […] Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. […] Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. “Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico.”.

“Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani (compreso per correttezza qualche presidente della Repubblica) dovrebbero essere, come Nixon, trascinati sul banco degli imputati. […] E quivi accusati di una quantità sterminata di reati […]: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punire gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell’abbandono ‘selvaggio’ delle campagne, responsabilità dell’esplosione ‘selvaggia’ della cultura di massa e dei mass media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari, distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori”. (Il 28 agosto 1975 “Il mondo” pubblica l’articolo dal titolo “Bisognerebbe processare i gerarchi Dc”, in cui Pasolini fa nomi e cognomi dei “fascisti” della Democrazia Cristiana).

Il suo ultimo film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, è l'ennesimo atto d’accusa alla società capitalistica e alla falsa morale borghese che di impone nella negazione dei diritti elementari della vita.

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