Oggi 7 novembre prima giornata di sciopero nazionale per i nuovi Ccnl Terziario Distribuzione e Servizi, in piazza contro lo stallo negoziale
04/11/2015 - Sono oltre 500mila i dipendenti della grande distribuzione organizzata, della distribuzione cooperativa e del commercio al dettaglio che oggi incroceranno le braccia per protestare contro lo stallo negoziale ai tavoli per il completamento dei rinnovi contrattuali nel terziario, distribuzione e dei servizi. I sindacati di categoria Fisascat Filcams Uiltucs non concedono nessuno sconto alle associazioni datoriali del settore Federdistribuzione per la gdo, Ancc Lega Coop, Confcooperative, Agci per la distribuzione cooperativa e alla Confesercenti per i dettaglianti; ad oltre 23 mesi dalla scadenza dei contratti nazionali di lavoro le trattative sono ferme al palo e i lavoratori attendono novità sul fronte salariale e normativo come già avvenuto lo scorso anno per i colleghi alle dipendenze delle imprese aderenti alla Confcommercio, ad oggi l’unica associazione firmataria del rinnovo.
Lo scenario negoziale, dunque già complicato dalla frammentazione dei tavoli di confronto, è compromesso anche a causa dell’atteggiamento dilatorio delle associazioni datoriali che hanno apertamente dichiarato l’indisponibilità ad erogare aumenti salariali nei termini del Ccnl Tds Confcommercio ed hanno confermato la volontà di realizzare interventi per la riduzione del costo del lavoro con il taglio degli automatismi contrattuali – scatti di anzianità e passaggi di livello – e la sospensione degli istituti economici della tredicesima e quattordicesima mensilità ai fini della maturazione del trattamento di fine rapporto. Lo stallo delle trattative nazionali è per di più aggravato dalla frequente disdetta della contrattazione integrativa aziendale che ha determinato la perdita di componenti salariali per gli occupati nel settore del terziario dove anche cresce la vertenzialità ed aumenta l’attivazione delle procedure di mobilità ai livelli nazionale e territoriale.
Se a questo poi aggiungiamo gli effetti della liberalizzazione degli esercizi commerciali, con le aperture indiscriminate 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, appare evidente il peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti del comparto costretti al surplus orario in nome del recupero di produttività e di quote di redditività aziendale. Tanto basta per i sindacati per proclamare due giornate di sciopero nazionale; alla protesta di domani 7 novembre, che registrerà lo svolgimento di presidi e mobilitazioni in tutta Italia, seguirà un’altra giornata di astensione lavorativa programmata per il prossimo 19 dicembre. Per la Fisascat è impensabile che il prezzo della crisi ricada esclusivamente sui lavoratori per i quali è necessario definire, attraverso i rinnovi contrattuali, un aumento salariale che preveda anche il rafforzamento degli interventi di welfare integrativo e nuove formule per la partecipazione attiva. «E’ urgente tornare ai tavoli negoziali ed individuare un punto di mediazione con la sola finalità di siglare i nuovi contratti nazionali di lavoro - ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri - Salario e welfare sono le grandi priorità contrattuali per sostenere le migliaia di lavoratori del terziario, della distribuzione e dei servizi che da quasi due anni attento il rinnovo contrattuale».
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