Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

MASTERPLAN PER IL MERIDIONE: CHIARIMENTI DEL COMMISSARIO ROMANO

Messina, 06/12/2015 - "Il dibattito sul c.d. Masterplan per il Meridione merita un chiarimento: il Governo nazionale ha pubblicato un documento descrittivo il cui succo è che nuovi finanziamenti saranno resi possibili dalla dimostrazione della capacità di spendere i fondi già previsti per interventi "cantierabili" entro il 2016. Successivamente ha trasmesso agli enti interessati delle schede con tre interventi da inserire (in prima battuta solo quelli finanziati e cantierabili) per ognuna delle quattro aree tematiche (infrastrutture, turismo, ambiente e sviluppo economico). Le schede sono state accompagnate da una lettera che ne prescrive la compilazione entro il 31 dicembre, ma senza escludere, anzi presupponendo - lo si ribadisce - una successiva fase programmatoria a valere sui fondi nuovi.

Per le Città Metropolitane, inclusa Messina, le lettere con richiesta di compilazione sono state inviate ai Comuni capoluoghi. Si tratta di una scelta generale della Presidenza del Consiglio e in nessun modo riconducibile al livello locale; un scelta che vale anche per le Città Metropolitane di Napoli, Bari e Reggio Calabria e che nulla, pertanto, ha a che vedere con la peculiare situazione delle Città metropolitane siciliane, istituite con la L.R. 15/2015 (la quale è già in vigore ancorché impugnata dal Governo nazionale in diverse parti, soprattutto quelle relative alla Governance).

Il senso della iniziativa della ex Provincia di Messina di convocare la riunione del 4 dicembre, concertata con il Comune di Messina e stimolata da forze politiche e socio-economiche, è stato di non limitare al Comune stesso la responsabilità della compilazione e quindi la scelta dei dodici interventi da "spingere" entro il 2016. Spose constatare che, nonostante i ripetuti chiarimenti durante la riunione, alcuni interventi hanno interpretato la stessa come un paradossale tentativo di "centralizzazione" delle scelte. Esattamente l'opposto della realtà.

Quanto ai tempi, è noto che la Città metropolitana di Messina è stata inclusa soltanto in seconda battuta fra i territori interessati al Masterplan; si ribadisce peraltro che questo Ente non è stato direttamente incaricato dalla Presidenza del Consiglio.
Da ultimo si rende necessario un chiarimento terminologico di non secondaria importanza: l'iniziativa governativa non ha ad oggetto un "Masterplan per la Città metropolitana di Messina" (da elaborarsi a cura degli enti locali") bensì un "Masterplan per il Sud", che al livello locale demanda soltanto la proposta di quei dodici interventi che formeranno l'oggetto di un "patto per Messina" (accanto ad altrettanti patti per gli altri territori interessati).

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