Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

OLIO DALLA TUNISIA, PER LACCOTO È UN "COLPO MORTALE ALL'AGRICOLTURA SICILIANA"

Olio acquistato dalla Tunisia, per Laccoto "colpo mortale all'agricoltura siciliana". Presentata una mozione all'Ars
Palermo, 30 dicembre 2015 – “Siamo vicini al popolo tunisino, a cui va tutta la nostra solidarietà per gli attacchi terroristici subiti, ma imporre l’export di 35.000 tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia verso l’Unione Europea, anche se come misura temporanea fino al 2017, rappresenterà l’ennesimo colpo mortale all’agricoltura siciliana”. Lo dichiara il presidente della Commissione Attività Produttive all’Assemblea Regionale Siciliana Giuseppe Laccoto che ha presentato una mozione per impegnare il Governo regionale “ad intervenire presso il Governo nazionale affinché venga rivista la decisione di introdurre settanta mila tonnellate di olio tunisino in due anni nel mercato dell’Unione Europea e si individui una soluzione diversa, opportuna e dovuta per sostenere il popolo Tunisino e nello stesso tempo salvaguardare l’unica seria fonte di vita che ha la Sicilia già agonizzante a causa dell’accordo del 2012”.

“La Sicilia e la provincia di Messina in particolare avevano, negli anni, diversificato le proprie coltivazioni andando verso la produzione di olio d’oliva, visti i danni provocati dall’accordo euro-mediterraneo con il Marocco”. “A ciò va aggiunto – continua l’on. Laccoto - che la Comunità Europea non ha ancora riconosciuto alla Sicilia le dovute misure di salvaguardia previste dall’articolo 7 dell’accordo con il Marocco, così come chiesto dal Parlamento Siciliano”. “La Sicilia non può continuare a pagare a danno della propria agricoltura e quindi con il futuro del proprio popolo – conclude Laccoto - il prezzo di tutti gli accordi che si susseguono a tutela della democrazia e della stabilità nell’area del Nord Africa”.

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