Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

EVASIONE, EURISPES: FENOMENO DI MASSA. SOMMERSO È 540 MILIARDI, UN TERZO DEL PIL

01/02/2016 - Non sono d'accordo con i dati pubblicati da Eurispes perché non tengono conto di alcuni elementi importanti. Primo fra tutti, l'economia italiana per l'80% è nelle mani di grandi gruppi, posizionati (come giro d'affari) oltre gli € 5.000.001,00. Essendo oltre tale soglia non sono soggetti agli studi di settore. Non essendo soggetti a tale strumento, come tutti gli altri operatori, la maggior parte di loro se ne vanno a pareggio di bilancio o con pochi euro di utile da sottoporre a tassazione in Italia.
A tal proposito vi allego un documento redatto nel 2010. Eccolo, questa è una sintesi
Nel sistema economico del nostro paese c'è una esagerata evasione fiscale, ed è bene individuabile. Ciò è riconducibile alle grandi imprese, grandi società di consulenza e grandi società di revisione (quelle che superano € 5.000.000,00 di giro di affari che strumentalmente hanno rapporti con l'estero), che hanno in mano la gran parte degli scambi economici in tutti i settori dell'economia e della consulenza nel nostro Paese.

Paradossalmente sono quelle che risultano, dal punto di vista contabile amministrativo le più corrette, impeccabili e con i bilanci certificati da grandi Società di Revisione internazionale. A conferma di ciò vi sono i costanti controlli fiscali che non producono mai risultati di rilievo.
Purtroppo questi grandi gruppi non producono mai o quasi mai reddito da sottoporre a tassazione (*) (IRES per la società, IRPEF per le persone fisiche), mirano sempre al pareggio di bilancio o con pochissimo utile, malgrado detengano la gran parte della economia sotto il loro dominio.

Quale sarà il mistero di ciò? Nessun mistero, è sotto gli occhi di tutti qualora si volesse vedere; purtroppo non si vuole vedere, perché chi fa le norme in questo paese obbedisce alla logica dei padroni del Feudo Italia. (*)
Esempio, tornando ai soggetti che superano € 5.000.000,00 di giro d'affari, basterebbe applicare gli Studi di Settore anche a loro, mettendo tutte le imprese a competere sullo stesso piano. Il non avere applicato gli Studi di Settore a tutti i soggetti, ha fatto sì che si distruggessero le piccole imprese, di conseguenza la distruzione del sistema produttivo italiano.(*)
Ripeto, un esempio usato in diverse occasioni, 100 produttori di un certo prodotto, alimentare, siderurgico, edilizio, consulenza, di piccolo credito e assicurativo, ecc, ecc, con volume d'affari mediamente di € 300,000,00 ciascuno, e comunque inferiore a € 5.000.000,00 quindi soggetti agli Studi di Settore che devono obbligatoriamente produrre reddito (almeno che non abbiano subito una catastrofe: incendio/alluvione).

Un'altra impresa con € 30.000.000,00 di giro di affari (quindi non soggetta agli Studi di Settore) si può permettere di andare in pareggio di bilancio (*) o con pochi euro di utile, senza pagare alcunché di IRES, risultando inattaccabile fiscalmente. Quel che è peggio con questo modo di agire hanno fatto fallire tutte le aziende sottoposte agli Studi di Settore loro concorrenti che pagavano le tasse nel nostro Paese. (*)
L'esempio vale per tutti settori merceologici e professionali.

Francesco Caizzone

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