Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

PIO LA TORRE: IL SUO MODELLO DI ANTIMAFIA È ANCORA ATTUALE

Palermo, 30 aprile 2016 – “Ripubblicare la relazione di minoranza della Commissione antimafia del ’76, scritta da Pio La Torre, aiuta tutti a comprendere come portare avanti la lotta alle mafie oggi. Il suo modello di antimafia è ancora attuale”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, ricordando la figura di Pio La Torre, ucciso da Cosa nostra insieme al suo amico e autista Rosario Di Salvo il 30 aprile del 1982.
“Pio La Torre – aggiunge – seppe coniugare la dimensione della legalità con quelle dello sviluppo, del bene comune e della pace. Le sue battaglie per l’affermazione dei diritti dei contadini, per il diritto all’acqua, contro l’installazione dei missili a Comiso e quella in Parlamento per l’introduzione del reato di stampo mafioso ci fanno capire che per sconfiggere le organizzazioni mafiose è necessario agire su più fronti”.
“Il suo omicidio – conclude Lumia – non fu solo opera di Cosa nostra. Apparati, collusioni politiche di vario genere, interessi non solo siciliani … ebbero sicuramente un ruolo. Un terreno su cui non si è mai scavato a sufficienza, come invece di solito avviene per tutti i grandi delitti politico-mafiosi”.

Commenti