Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

INPS: PER UNA PIÙ FACILE LETTURA DELLE CAUSE DEL DISAVANZO

Il bilancio dell’INPS rappresenta il secondo bilancio più rilevante nel settore pubblico, dopo il bilancio dello Stato, per volume di flussi finanziari amministrati pari nel complesso a circa 816 miliardi di euro

Roma, 21 febbraio 2017 - Sulla base dei dati di previsione 2017, la gestione finanziaria di competenza evidenzia un volume di entrate pari 405.210 milioni di euro ed un volume di uscite pari 411.762 milioni di euro, con un saldo finanziario negativo di 6.551 milioni di euro. Si ricorda che l’Inps eroga prestazioni previste per legge e per conto dello Stato e su queste prestazioni non ha discrezionalità né riguardo all’ammontare, né riguardo ai requisiti di accesso. Anche le entrate dell’Inps sono stabilite da provvedimenti legislativi. L’Istituto gestisce unicamente le spese di funzionamento che sono pari a meno di un 1/100 del bilancio dell’istituto e su queste spese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi di contenimento della spesa previsti dalla legge (oltre 700 milioni che vengono ogni anno riversati allo Stato). Contribuisce inoltre alla riduzione del debito pubblico mediante attività di contrasto del lavoro nero e dell’evasione contributiva e di riduzione del fenomeno delle prestazioni indebite. Queste attività nell’ultimo anno hanno portato al recupero di circa un punto di pil per le casse dello stato.

Bilancio INPS - Entrate e Uscite
Anno 2017 (in milioni di euro)
 
ENTRATE USCITE SALDO FINANZIARIO
405.210 411.762 - 6.551

La situazione patrimoniale dell’INPS – prevista alla fine dell'esercizio 2017 – rileva una riduzione, rispetto alle previsioni del 2016, di circa 6,2 miliardi di euro che determina un deficit patrimoniale complessivo pari a circa 7,9 miliardi di euro alla fine dello stesso esercizio.

Bilancio INPS – Indicatori economico-patrimoniali
Anno 2017 (in milioni di euro)
  Preventivo 2017 Preventivo 2016
 
Patrimonio netto -7.863 -1.734
 
Risultato d'esercizio -6.152 -7.650

I risultati generali esposti rappresentano l’esito del consolidamento di circa 45 tra fondi e gestioni previdenziali ed assistenziali, raggruppabili secondo un criterio di dimensione del volume finanziario, nel seguente modo:
Gestioni del comparto dei lavoratori dipendenti (FPLD e GPT);
Gestioni dei lavoratori pubblici (ex INPDAP);
Gestioni dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, etc.);
Altre Gestioni (Fondi integrativi, sostitutivi e Fondi di solidarietà).

LE PRINCIPALI VOCI DEL BILANCIO
Le principali voci del bilancio sono costituite, dal lato delle entrate, da due aggregati:
entrate contributive per le diverse categorie di lavoratori;
apporti da parte dello Stato che si fa carico di parte della spesa sociale attingendo alla fiscalità generale.
Dal lato delle spese, le categorie fondamentali di bilancio sono costituite dalla prestazioni pensionistiche e dalle prestazioni a sostegno del reddito.
In particolare, per l’anno 2017 le principali componenti delle entrate sono rappresentate dalle entrate contributive da accertare, pari a 219.287 milioni di euro, e dall’apporto da parte dello Stato previsto in 109.640 milioni di euro.
A sua volta l’apporto statale si suddivide in due categorie, che per il 2017 sono così quantificate:
trasferimenti a titolo definitivo, pari a 107.371 milioni di euro destinati alla Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (GIAS);
trasferimenti a titolo di anticipazioni di bilancio per 2.269 milioni di euro.

I trasferimenti c.d. GIAS da parte dello Stato costituiscono per il bilancio INPS entrate definitive, a fronte di oneri di cui lo Stato si fa carico in virtù di singole disposizioni di legge.
Le anticipazioni di bilancio, previste dall’articolo 35 della legge n. 448/1998, rappresentano, invece, trasferimenti di fondi dallo Stato all’INPS, a titolo di prestito, per fronteggiare il fabbisogno di cassa delle gestioni previdenziali in deficit (quindi non finanziano singoli interventi ma indistintamente le gestioni previdenziali passive), i quali conseguentemente sono iscritti in bilancio come debiti verso lo Stato. Rappresentano quindi entrate da restituire (in conto capitale) e non entrate definitive (di parte corrente), che aumentano le passività dell’Istituto pur andando a coprire il differenziale tra le prestazioni e le entrate a loro copertura, che sono entrambe grandezze la cui entità è stabilita per legge.

L’ammontare complessivo di debiti verso lo Stato per anticipazioni, previsto alla fine del 2017, ammonta a 131.446 milioni di euro, composto da:
Anticipazioni di bilancio dello Stato, per 99.291 mln/€;
Anticipazioni di Tesoreria dello Stato, per 32.155 mln/€.
Contestualmente, nel bilancio sono iscritti crediti verso lo Stato, in conseguenza di trasferimento dovuti per legge ma non corrisposti dallo Stato, che al termine del 2017 sono previsti in 45.956 mln/€. Si tratta, in sostanza, di oneri a carico dello Stato per i quali l’INPS ha già sostenuto la relativa spesa a beneficio di imprese, lavoratori e famiglie, per i quali gli specifici capitoli di bilancio dello Stato si sono rivelati insufficienti.

In tal senso, si segnala che l’Istituto, al fine di correggere queste distorsioni, ha chiesto ed ottenuto dai Ministeri vigilanti un maggior coordinamento tra le voci di bilancio dell’INPS, a carico dello Stato, e gli stanziamenti dei capitoli di bilancio dello Stato. Ciò ha portato a ridimensionare correttamente l’entità dell’anticipazione di bilancio, che è passata da 19 miliardi di euro del 2014 ai 17 miliardi del 2015, agli 8 miliardi del 2016 fino ai 3 miliardi previsti nella legge di bilancio 2017, restituendola così alla sua propria finalità che è quella di fronteggiare i fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali.

Prestazioni, contributi e apporto dello Stato
Anno 2017 (in milioni di euro)
 
PRESTAZIONI CONTRIBUTI APPORTO DELLO STATO
312.542 219.287 109.640

Le uscite sono riconducibili in larga parte alle prestazioni istituzionali che, per il 2017, sono previste in 312.542 mln/€, (di cui le prestazioni a sostegno del reddito incidono per 37.226 mln/€).
Le prestazioni pensionistiche ammontano complessivamente a 275.316 mln/€, con un incremento di 2.775 mln/€, pari a +1,01%, rispetto al bilancio di previsione assestato 2016 (272.541 mln/€), per effetto di quantificazioni che hanno tenuto conto del quadro macro economico e normativo.

I SALDI DI BILANCIO INPS
Gli indicatori di sintesi del bilancio INPS sono diversi in quanto molteplici sono i profili gestionali che rappresentano la gestione dell’Istituto in virtù della normativa attualmente vigente.

PRINCIPALI SALDI DI BILANCIO INPS (milioni di euro)
 
  Preventivo 2017 Preventivo 2016
 
Saldo finanziario -6.551 -3.829

Saldo di cassa -16.329 -8.091

Risultato economico d’esercizio -6.152 -7.650

Patrimonio netto -7.863 -1.734

Degli indicatori sopra illustrati i primi tre saldo finanziario, saldo di cassa, risultato economico costituiscono valori di flussi, generati in un anno mentre il patrimonio netto rappresenta un valore di consistenza (valore di stock) che somma tutti i risultati positivi e negativi degli anni pregressi, compreso il 2017, rappresenta lo stock dei risultati economici dell’Istituto. Tali indicatori sintetizzano tre aspetti fondamentali della gestione, secondo schemi di rappresentazione imposti dalla normativa di legge e dai principi contabili:
La gestione economico-patrimoniale, rappresentata in sintesi dal risultato economico, quale saldo tra proventi ed oneri, e dal patrimonio netto;
La gestione di cassa esprime il saldo di cassa come differenza tra effettive entrate e uscite monetarie;
La gestione di competenza finanziaria, espressa dal saldo finanziario come differenza tra le entrate accertate e le spese impegnate, a prescindere che abbiano trovato realizzazioni rispettivamente in effettivi incassi e pagamenti.

LE CAUSE DEL DISAVANZO DI BILANCIO
L’equilibrio finanziario del sistema previdenziale italiano va valutato nel suo complesso, e non su singole partizioni di esso, trattandosi di un sistema pubblico solidaristico, obbligatorio e a ripartizione.
Occorre esplicitare le principali cause del disavanzo economico-patrimoniale del bilancio dell’INPS, partendo dal presupposto che l’equilibrio finanziario (competenza finanziaria) e di cassa (entrate ed uscite monetarie) viene comunque garantito con l’intervento pubblico mediante Anticipazioni di Bilancio e\o di Tesoreria dello Stato, che vengono iscritte in bilancio come debiti, costituenti passività di bilancio.
Le principali aree di generazione di deficit di bilancio, si possono ricondurre ai seguenti fattori che agiscono simultaneamente:
lo squilibrio strutturale e il peso relativo di alcune gestioni previdenziali (in primis CPDEL, artigiani, agricoli autonomi) non sufficientemente controbilanciato dalle gestioni in attivo (parasubordinati e gestioni prestazioni temporanee lavoratori dipendenti).
Costi non monetari per svalutazione dei crediti derivanti da una fisiologica asimmetria tra pagamenti e riscossioni: mentre le spese impegnate sono quasi integralmente pagate, le entrate accertate sono sistematicamente riscosse in parte, per effetto dell’insolvenza dei contribuenti; ciò genera oneri di svalutazione che incidono negativamente sul risultato economico e sul patrimonio dell’Istituto;
Meccanismi di trasferimento allo Stato delle economie di bilancio realizzate dall’INPS sulle proprie spese.

Il disavanzo strutturale è da ricondurre alla perdita di copertura di alcune disposizioni previdenziali in vigore da epoche remote ed è amplificato dalla natura a ripartizione del nostro sistema previdenziale e allo squilibrio crescente in alcune gestioni del rapporto tra lavoratori attivi e pensionati.
Per quanto concerne i costi non monetari (in primis gli oneri di svalutazione dei crediti contributivi), si tratta di valori che non vengono rilevati nella gestione di competenza finanziaria e nella gestione di cassa, che invece incidono pesantemente sotto il profilo economico patrimoniale in quanto danno luogo a oneri che vengono scontati nei risultati economici annuali e di conseguenza nel patrimonio netto ad una certa data. E’ opportuno precisare che l’ammontare stock dei crediti dell’Istituto non supera il 50 per cento degli incassi annuali dei contributi.

I crediti derivano, peraltro, dalla fisiologica insolvenza da parte dei contribuenti, che ogni anno rappresenta in termini economici circa il 4% delle entrate contributive e non è dovuta a negligenza dell’Istituto, che anzi dimostra un’elevata e veloce capacità di accertamento. Tale insolvenza è spesso dovuta a crisi di liquidità dei contribuenti stessi che dichiarano il loro obbligo di versamento all’Istituto, ma non sono in grado di onorarlo.
Al 31.12.2017 sono previsti, tra le attività, crediti contributivi per 109,7 miliardi di euro che hanno dato luogo nel corso degli esercizi a oneri di svalutazioni pari a 59,5 miliardi di euro (consistenza del fondo svalutazione crediti contributivi al 2017 iscritto nelle passività di bilancio).

La terza area di generazione deficit economico-finanziario è costituita dal meccanismo di trasferimenti al bilancio dello Stato delle economie di spesa che l’Istituto ha realizzato e che la normativa vigente impone di riversare allo Stato. Le somme corrispondenti costituiscono trasferimenti passivi per il bilancio dell’Istituto e incidono integralmente sulla situazione economico patrimoniale delle gestioni. Nel 2017 sono previsti trasferimenti allo Stato per economie di bilancio per 741 milioni/€ che sommandosi a quelli degli esercizi pregressi incidono sui risultati economico-patrimoniali per circa 4 miliardi di euro.

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