Trasporto merci pericolose in Sicilia: garantire sicurezza e tracciabilità, ma occorre un punto di equilibrio

Trasporti merci pericolose: CNA Fita Sicilia, un tavolo per risolvere le criticità. Un tavolo tecnico per risolvere le criticità sollevate dalle aziende che si occupano del trasporto di merci pericolose in Sicilia. “Siamo consapevoli della necessità di garantire sicurezza e tracciabilità, ma occorre trovare un punto di equilibrio tra queste esigenze e la continuità operativa dei trasporti essenziali”. Palermo, 12 aprile 2025 – È questa la proposta avanzata dalla CNA Fita Sicilia che ha registrato la disponibilità del Presidente della IV Commissione, on. Carta, dell’assessore alla mobilità, On. Aricò, del Presidente del CAS, avv. Filippo Nasca (nella foto) , e del suo direttore, dott. Fazio. Una delegazione della CNA Fita Sicilia, composta da Saro Tumino, Giorgio Stracquadanio, Daniela Taranto e Francesco Lombardo, è stata ricevuta dalla IV Commissione Ambiente, dell’Assemblea Regionale Siciliana dalla Territorio e Mobilità. Durante l’audizione, la CNA Fita ha illustrato le gravi cr...

TARTUFO SICILIANO, UNA FONTE DI RICCHEZZA NON ANCORA UTILIZZATA

Un ddl di Giorgio Assenza per la tutela del tartufo siciliano “Coltivazione e commercializzazione: una fonte di ricchezza non ancora utilizzata”

Palermo, 28/03/2018 - “Coltivare il tartufo è possibile e la sua commercializzazione sarà una fonte di ricchezza facilmente raggiungibile. Ampi territori della Sicilia sono microbiologicamente adatti alla proliferazione di questo fungo ipogeo dalle mille applicazioni in cucina” lo dice Giorgio Assenza il quale ha depositato un progetto di legge volto alla tutela del trufulu (è il suo nome in siciliano) e, con essa, alla coltivazione e alla vendita anche fuori dai nostri confini del prodotto spontaneo (scovato, per legge, soltanto dal Bracco italiano e dal Lagotto Romagnolo) come di quello proveniente da tartufaie da realizzare con l’aiuto fattivo della legge in itinere.

Già adesso, ne sono conosciute sei specie diverse, compreso il rarissimo bianco pregiato: una varietà la quale ha fatto le fortune dell’areale piemontese di Alba. Allo stato spontaneo, i tartufi si possono già trovare nella zona iblea, sia sul versante ragusano che in quello siracusano, sui Nebrodi, sulle Madonie, sui Sicani come nella zona etnea e sui Peloritani.

“Considerando che il tartufo isolano è conosciuto da almeno un secolo e mezzo, e lo testimoniano scritti di Tomasi da Lampedusa, degli studiosi Taranto e Gerbino come di Giuseppe Inzenga che ne trovò una varietà addirittura nell’Orto Botanico di Palermo, si è perso fin troppo tempo a cercare di farne una vera risorsa economica per la Sicilia” sottolinea il presidente del Collegio dei Questori che si è avvalso della collaborazione di esperti quali Mario Brinch, il biologo micologo Giovanni Amato e il professor Giuseppe Papia, per la redazione del ddl il quale, se approvato, “aprirà ancora impensati scenari finanziari nonché di prestigio per la nostra terra, impedendone la depredazione che ancor purtroppo si perpetra per mancanza di norma, con grave nocumento ecologico”.


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