Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ANTOCI DOVEVA MORIRE, DALLE INDAGINI ARRIVA LA CONFERMA

Antoci: “Fatta luce sulle modalità dell’attentato, adesso qualcuno si vergogni”.

Roma, 22 maggio 2018 – Purtroppo non si è riusciti ad individuare gli
esecutori dell’attentato ai danni dell’ex Presidente del Parco dei
Nebrodi Giuseppe Antoci, ma una cosa certa è venuta fuori dal lavoro
di Magistrati e Forze dell’Ordine, nonché dalle perizie effettuate a
Roma: Antoci doveva morire, colpendo prima l’auto e poi, attraverso le
moltov ritrovate, incendiarla e obbligare lui e gli uomini della
scorta a scendere per essere poi giustiziati.

“Altro che atto intimidatorio come alcuni avevano ventilato, guidando
la macchina del fango, – dichiara Antoci – viene fuori invece
l’agghiacciante volontà del commando di uccidere me e gli uomini della
scorta attraverso un attentato efferato e crudele”.

Pur trattandosi di una richiesta di archiviazione, che non chiude il
caso ma che lo mette al riparo da problemi tecnico-giuridici, è venuta
fuori, inequivocabilmente, la dinamica dei fatti.

“Aspetto di leggere meglio le motivazioni della richiesta di
archiviazione – continua Antoci - cercando di dare anche io il mio
contributo, ma nel frattempo nessuno si illuda tra i mafiosi e i
collusi che il pericolo è passato, l’’impegno va avanti con
convinzione e con quanti hanno gustato la libertà e la necessità di
portare avanti nei Nebrodi, in Sicilia e nel Paese sani e puliti
percorsi di legalità. Ormai il Protocollo è legge, se ne facciano una
ragione, ormai i mafiosi non potranno più accaparrarsi i Fondi Europei
per l’Agricoltura a discapito dei poveri e onesti agricoltori”.

Chiare le modalità dell’attentato e altrettanto chiara la paura degli
intercettati di parlarne addirittura evidenziando una maniacale
attenzione a bonificare le auto in cui viaggiavano dalla presenze
delle microspie.

“Forse un giorno uscirà il solito pentito – continua Antoci - che
porterà ad assicurare alla giustizia i mafiosi che quella notte ci
hanno attaccato. Del resto la storia della Sicilia ci ha insegnato che
è solo grazie a loro e allo sforzo degli investigatori che, alla fine,
si sono risolti indagini sugli più efferati agguati mafiosi che hanno
insanguinato la Sicilia”.

“Oggi la Magistratura e le Forze dell’Ordine – conclude Antoci -
mettono un punto fermo, pur non riuscendo a risalire alla difficile
individuazione degli attentatori, chiariscono in maniera netta una
cosa: Antoci andava ucciso, andava eliminato ed in un modo terribile e
feroce. Coloro che in questi due anni hanno tentato di depistare, di
infangare, di frenare tutto il percorso avviato hanno ormai una sola
cosa da fare: Vergognarsi – conclude Antoci.

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