Ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: Il via libera del Cipess è previsto a giugno

PONTE STRETTO, AD CIUCCI: AVVIO LAVORI IN ESTATE: " Il via libera del Cipess è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative. " Roma, 12 aprile 2025 - L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, intervistato dal nuovo settimanale economico “Moneta”, traccia lo stato di avanzamento del ponte sullo Stretto di Messina. Nell’intervista, Ciucci ha ricordato lo stato dell’iter - che lo scorso mercoledì ha registrato l’approvazione del report IROPI dal Consiglio dei Ministri – mentre sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Europea per gli aspetti relativi alla valutazione di incidenza ambientale. Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua.   Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizz...

ANTOCI DOVEVA MORIRE, DALLE INDAGINI ARRIVA LA CONFERMA

Antoci: “Fatta luce sulle modalità dell’attentato, adesso qualcuno si vergogni”.

Roma, 22 maggio 2018 – Purtroppo non si è riusciti ad individuare gli
esecutori dell’attentato ai danni dell’ex Presidente del Parco dei
Nebrodi Giuseppe Antoci, ma una cosa certa è venuta fuori dal lavoro
di Magistrati e Forze dell’Ordine, nonché dalle perizie effettuate a
Roma: Antoci doveva morire, colpendo prima l’auto e poi, attraverso le
moltov ritrovate, incendiarla e obbligare lui e gli uomini della
scorta a scendere per essere poi giustiziati.

“Altro che atto intimidatorio come alcuni avevano ventilato, guidando
la macchina del fango, – dichiara Antoci – viene fuori invece
l’agghiacciante volontà del commando di uccidere me e gli uomini della
scorta attraverso un attentato efferato e crudele”.

Pur trattandosi di una richiesta di archiviazione, che non chiude il
caso ma che lo mette al riparo da problemi tecnico-giuridici, è venuta
fuori, inequivocabilmente, la dinamica dei fatti.

“Aspetto di leggere meglio le motivazioni della richiesta di
archiviazione – continua Antoci - cercando di dare anche io il mio
contributo, ma nel frattempo nessuno si illuda tra i mafiosi e i
collusi che il pericolo è passato, l’’impegno va avanti con
convinzione e con quanti hanno gustato la libertà e la necessità di
portare avanti nei Nebrodi, in Sicilia e nel Paese sani e puliti
percorsi di legalità. Ormai il Protocollo è legge, se ne facciano una
ragione, ormai i mafiosi non potranno più accaparrarsi i Fondi Europei
per l’Agricoltura a discapito dei poveri e onesti agricoltori”.

Chiare le modalità dell’attentato e altrettanto chiara la paura degli
intercettati di parlarne addirittura evidenziando una maniacale
attenzione a bonificare le auto in cui viaggiavano dalla presenze
delle microspie.

“Forse un giorno uscirà il solito pentito – continua Antoci - che
porterà ad assicurare alla giustizia i mafiosi che quella notte ci
hanno attaccato. Del resto la storia della Sicilia ci ha insegnato che
è solo grazie a loro e allo sforzo degli investigatori che, alla fine,
si sono risolti indagini sugli più efferati agguati mafiosi che hanno
insanguinato la Sicilia”.

“Oggi la Magistratura e le Forze dell’Ordine – conclude Antoci -
mettono un punto fermo, pur non riuscendo a risalire alla difficile
individuazione degli attentatori, chiariscono in maniera netta una
cosa: Antoci andava ucciso, andava eliminato ed in un modo terribile e
feroce. Coloro che in questi due anni hanno tentato di depistare, di
infangare, di frenare tutto il percorso avviato hanno ormai una sola
cosa da fare: Vergognarsi – conclude Antoci.

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