Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

ACQUA BENE COMUNE: UNA MULTINAZIONALE FRANCESE FA PROFITTI SULLE NOSTRE RISORSE

Dal 2011, ancora sia a livello nazionale che regionale siamo ben lontani dall'avere allontanato i privati dalle gestioni del servizio idrico e i profitti dall'acqua. In Sicilia la multinazionale francese Veolia gestisce e fa profitti. 7 anni dal referendum per l'acqua pubblica; quando sarà rispettata la volontà Popolare?

Palermo, 13/06/2018 – Sono trascorsi ben sette anni dalla straordinaria vittoria dei referendum sull'acqua bene comune del 2011 ed ancora, sia a livello nazionale che regionale, siamo ben lontani dall'aver allontanato i privati dalle gestioni del servizio idrico ed i profitti dall'acqua. In Sicilia la multinazionale francese Veolia gestisce e fa profitti sulle risorse idriche regionali vendendo acqua grezza che poi, una volta potabilizzata dai comuni o dagli altri gestori privati, i siciliani pagheranno due volte. Le indagini della magistratura sulle malversazioni dei gestori privati delle province di Agrigento e di Caltanissetta sono abnormi e sotto gli occhi di tutti, ma a continuare a pagare per un servizio spesso non reso, per il disastro ambientale procurato e per le multe milionarie comminate dell'Europea saranno come sempre i cittadini. Anche nelle altre povince la situazione non è migliore ma si può attendere sempre e solo la magistratura per prendere atto delle inadempienze e compromissioni di un sistema malato?

Cosa fanno la Regione ed il suo Presidente non è dato saperlo, ma ci sarebbe una legge regionale, la 19/15, frutto sebben parziale di anni di lotta per l'Acqua Pubblica in tutta la Sicilia, che andrebbe rispettata insieme alla volontà popolare di 27 milioni di italiani. A Musumeci chiediamo ancora una volta, anche pubblicamente, un incontro più volte sollecitato, ed un'assunzione di responsabilità politica su tutta la materia. Si scrive Acqua, si legge democratica.

Forum Siciliano dei movimenti per l'Acqua ed i Beni Comuni

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