Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

OPERAZIONE NEBRODI: ARRIVANO LE CONDANNE, CONFERMATO CLIMA DI TERRORE

Antoci: “Confermato clima di terrore nel territorio”. Le condanne: Antonino Galati Giordano e Luigi Galati Giordano, 7 anni di reclusione; Giovanni Pruiti, 7 anni e 4 mesi; Carmelo Triscari Giacucco, 4 anni di reclusione

Roma, 18 luglio 2018 - Il Tribunale di Catania ha condannato ieri Antonino Galati Giordano e Luigi Galati Giordano a 7 anni di reclusione e 5 mila euro di multa; Giovanni Pruiti è stato condannato a 7 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione e 5.467,00 euro di multa e Carmelo Triscari Giacucco a 4 anni di reclusione e 4 mila euro di multa. Gli imputati sono stati anche interdetti dai pubblici uffici.

Il provvedimento scattò nel febbraio 2017 e furono i Carabinieri del
ROS di Catania e del Comando Provinciale di Messina ad eseguirlo,
mentre le indagini erano state coordinate dalla DDA della Procura di
Catania, diretta dal Procuratore Carmelo Zuccaro. Dalle indagini era
emersa l’azione di due clan che avrebbero minacciato allevatori e
agricoltori per entrare in possesso dei loro terreni e ottenere
contribuiti dell’Unione europea, aggirando così il ‘Protocollo Antoci’
che prevede la presentazione del certificato antimafia.

L’indagine, denominata Nebrodi, partì infatti proprio dall’attentato
all’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.

In manette finirono anche i presunti capi dei due gruppi, Giovanni
Pruiti fratello dell’ergastolano Giuseppe, condannato per associazione
mafiosa e omicidio, e Salvatore Catania detto "Turi".

"Ricordo ancora le parole di Giovanni Pruiti alla trasmissione Le Iene
- dichiara Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei Nebrodi e
scampato ad un attentato mafioso nel maggio 2016. "Io ho i calli nelle
mani - diceva Pruiti - qui non c'è niente è tutto inventato".

"Quindi adesso - aggiunge Antoci - si sono inventati anche gli arresti
i Carabinieri e la condanna a 7 anni i Magistrati?"

“La verità è che da questa operazione e da queste condanne - continua
Antoci - è stato confermato il clima di terrore che attanagliava i
Nebrodi e tutta la Sicilia con minacce ed estorsioni".

"Oggi grazie al Protocollo di Legalità (da settembre Legge dello
Stato) e al lavoro di Forze dell'Ordine e Magistratura si è scritta
una pagina importante per questo territorio - dice Antoci - dove gli
agricoltori e allevatori onesti possono non subire più le prepotenze
di chi pensava di poter spadroneggiare e dettare le regole".

Adesso - conclude Antoci - le regole le detta lo Stato e chi non le
rispetta va in galera".

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