Sara Campanella: giovedì 3 aprile fiaccolata in ricordo della studentessa vittima di femminicidio a Messina

Giovedì 3 aprile fiaccolata in ricordo di Sara Campanella, studentessa del CdS in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell'Università di Messina, vittima di femminicidio a Messina. Il corteo si muoverà fino a Piazza dell'Unione Europea, sede del Municipio.  Per la sua uccisione è stato individuato, quale soggetto fortemente sospettato, Stefano ARGENTINO, 27enne, di Noto (SR), anche lui studente nella stessa facoltà della giovane, rintracciato con il supporto dei Carabinieri di Siracusa. Messina, 1 apr. 2025 - Giovedì 3 aprile 2025, alle ore 19.30 con partenza prevista dal Cortile del Rettorato in Piazza Pugliatti, prenderà avvio una fiaccolata in ricordo di Sara Campanella, studentessa del CdS in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell'Università di Messina, vittima di femminicidio. L'iniziativa, organizzata dall'Ateneo peloritano unitamente a tutte le Associazioni studentesche ed in collaborazione con il Comune di Messina, coinvolgerà la Comunità accademica ed è aper...

OPERAZIONE NEBRODI: ARRIVANO LE CONDANNE, CONFERMATO CLIMA DI TERRORE

Antoci: “Confermato clima di terrore nel territorio”. Le condanne: Antonino Galati Giordano e Luigi Galati Giordano, 7 anni di reclusione; Giovanni Pruiti, 7 anni e 4 mesi; Carmelo Triscari Giacucco, 4 anni di reclusione

Roma, 18 luglio 2018 - Il Tribunale di Catania ha condannato ieri Antonino Galati Giordano e Luigi Galati Giordano a 7 anni di reclusione e 5 mila euro di multa; Giovanni Pruiti è stato condannato a 7 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione e 5.467,00 euro di multa e Carmelo Triscari Giacucco a 4 anni di reclusione e 4 mila euro di multa. Gli imputati sono stati anche interdetti dai pubblici uffici.

Il provvedimento scattò nel febbraio 2017 e furono i Carabinieri del
ROS di Catania e del Comando Provinciale di Messina ad eseguirlo,
mentre le indagini erano state coordinate dalla DDA della Procura di
Catania, diretta dal Procuratore Carmelo Zuccaro. Dalle indagini era
emersa l’azione di due clan che avrebbero minacciato allevatori e
agricoltori per entrare in possesso dei loro terreni e ottenere
contribuiti dell’Unione europea, aggirando così il ‘Protocollo Antoci’
che prevede la presentazione del certificato antimafia.

L’indagine, denominata Nebrodi, partì infatti proprio dall’attentato
all’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.

In manette finirono anche i presunti capi dei due gruppi, Giovanni
Pruiti fratello dell’ergastolano Giuseppe, condannato per associazione
mafiosa e omicidio, e Salvatore Catania detto "Turi".

"Ricordo ancora le parole di Giovanni Pruiti alla trasmissione Le Iene
- dichiara Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei Nebrodi e
scampato ad un attentato mafioso nel maggio 2016. "Io ho i calli nelle
mani - diceva Pruiti - qui non c'è niente è tutto inventato".

"Quindi adesso - aggiunge Antoci - si sono inventati anche gli arresti
i Carabinieri e la condanna a 7 anni i Magistrati?"

“La verità è che da questa operazione e da queste condanne - continua
Antoci - è stato confermato il clima di terrore che attanagliava i
Nebrodi e tutta la Sicilia con minacce ed estorsioni".

"Oggi grazie al Protocollo di Legalità (da settembre Legge dello
Stato) e al lavoro di Forze dell'Ordine e Magistratura si è scritta
una pagina importante per questo territorio - dice Antoci - dove gli
agricoltori e allevatori onesti possono non subire più le prepotenze
di chi pensava di poter spadroneggiare e dettare le regole".

Adesso - conclude Antoci - le regole le detta lo Stato e chi non le
rispetta va in galera".

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