13/02/2019 - Nel 2017 è stabile la distribuzione dei pensionati tra le diverse aree geografiche: quasi la metà (46,9%) risiede nelle regioni del Nord, il 19,5% al Centro, il 31,1% nel Mezzogiorno e il 2,5% all’estero (Figura 3). I redditi pensionistici più elevati vengono percepiti dai pensionati del Centro (in media 19.388 euro all’anno), di poco superiori a quelli del Nord (19.263 euro); i più bassi si rilevano invece nel Mezzogiorno (15.966) e soprattutto all’estero (4.209) dove non possono essere erogate pensioni assistenziali (il che comporta una minore presenza di percettori che cumulano due o più pensioni) e si registra una più elevata incidenza di pensioni ai superstiti (incidono per circa il 34,0% contro il 20,6% in Italia) che hanno importi medi molto più bassi delle pensioni di vecchiaia.
I differenziali tra gli importi del Mezzogiorno e delle altre ripartizioni si sono nettamente ampliati tra il 1983 (primo anno per cui è disponibile il dato) e il 2017, soprattutto nel confronto con il Nord-est e il Centro, dove sono più che raddoppiati).
Ancora molto ampi ma in lenta riduzione i differenziali di genere
Gli uomini percepiscono il 55,4% delle pensioni di vecchiaia, quelle direttamente legate al pregresso contributivo di chi ne beneficia (Figura 5); l’importo annuale di tali prestazioni è in media superiore di quasi 8mila euro a quello ricevuto dalle pensionate.
Gli uomini rappresentano anche la maggioranza (73,5%) dei percettori delle pensioni indennitarie, in quanto più spesso occupati in settori ad alto rischio professionale (ad esempio, costruzioni, agricoltura, silvicoltura e pesca, trasporto e magazzinaggio e simili). Gli importi mediamente percepiti sono tuttavia inferiori a quelli delle donne, che in molti casi sono percettrici indirette (a causa della morte del coniuge).
Lo stesso accade per le pensioni ai superstiti, che nell’86,5% dei casi sono erogate a donne, anche in virtù della loro maggiore speranza di vita: gli importi medi sono più alti rispetto a quelli degli uomini (9.341 euro contro 5.980), essendo l’importo del trattamento legato al pregresso contributivo del coniuge defunto.
Anche le pensioni assistenziali sono in maggioranza erogate a donne (59,3%) che, più spesso degli uomini, non hanno un costante e regolare percorso lavorativo e contributivo: percepiscono infatti il 58,2% delle pensioni di invalidità civile, il 62,9% delle sociali e il 64,1% di quelle di guerra (su questo dato influisce ancora una volta l’elevato peso delle pensioni indirette). Per tali trattamenti non si registrano significative differenze di genere negli importi medi, in gran parte definiti da norme di legge (con l’eccezione delle pensioni di guerra, con un importo medio di 10.830 euro tra gli uomini e di 5.087 tra le donne).
La marcata incidenza femminile tra i percettori di pensioni a superstiti influenza in misura significativa il valore del tasso di copertura, calcolato come rapporto tra pensionati in età compresa tra i 65 e i 79 anni e popolazione residente nella stessa classe di età.
PENSIONATI: AL NORD-EST PENSIONI DEL 20,7% PIÙ ALTE DI QUELLE DEL MEZZOGIORNO
Fonte: Istat, Casellario centrale dei pensionati.
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