1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE: LA PIÙ ALTA DISUGUAGLIANZA IN SICILIA, CAMPANIA E PUGLIA

Relazione sull'evoluzione dell'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile per l'anno 2019. Audizione dell’Istituto nazionale di statistica, Dott. Roberto Monducci, Direttore del Dipartimento per la produzione statistica


Roma, 2 aprile 2019 - La più alta concentrazione di indicatori, oltre la metà, nell’area della difficoltà caratterizza tre regioni del Mezzogiorno: Calabria, Sicilia e Campania. L’Abruzzo, con solo il 22,3% degli indicatori nel quintile più basso, e la Sardegna, con la più alta quota di indicatori nella zona medio-alta (27,9%), mostrano un livello di benessere migliore rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. La geografia del Benessere equo e sostenibile, che emerge da questa analisi, non si discosta sostanzialmente dall’usuale ripartizione del territorio italiano che vede il Nord in una situazione più favorevole rispetto alle regioni centrali e meridionali.

L’ultima edizione del Rapporto si caratterizza anche per l’introduzione di
alcune misure di disuguaglianza verticale, seguendo l’approccio proposto
dall’Ocse. In particolare, sono state considerate le disuguaglianze
economiche e due aspetti del benessere non materiale: l'istruzione e il
benessere soggettivo. Per ciascuno dei 3 indicatori è stata costruita una
misura di disuguaglianza verticale su base regionale.

L’ultima edizione del Rapporto si caratterizza anche per l’introduzione di
alcune misure di disuguaglianza verticale, seguendo l’approccio proposto
dall’Ocse. In particolare, sono state considerate le disuguaglianze
economiche e due aspetti del benessere non materiale: l'istruzione e il
benessere soggettivo. Per ciascuno dei 3 indicatori è stata costruita una
misura di disuguaglianza verticale su base regionale. Per avere una visione
congiunta dei tre ambiti considerati, per ciascun indicatore le regioni sono
state suddivise in tre gruppi: bassa, media e alta disuguaglianza. Questo ha
permesso di individuare le regioni che presentano un profilo più o meno
omogeneo rispetto al livello di disuguaglianza per i tre indicatori considerati.
A conferma dell’ipotesi che i profili di disuguaglianza economica non
ricalcano necessariamente quelli di disuguaglianza nelle altre due dimensioni
del benessere, il confronto tra le graduatorie regionali mostra che in diversi
casi la collocazione delle regioni si differenzia a seconda dell’indicatore.
Solo 9 regioni su 215
(43%) hanno la stessa performance per l’indice di
disuguaglianza nel reddito e quello di soddisfazione per la vita.
Considerando, invece, la disuguaglianza del livello di istruzione, la
concordanza aumenta, con 13 regioni su 21 (62%) che ricadono nella stessa
classe sia per questo indicatore sia per quello del reddito.
Infine, considerando i tre indicatori in modo congiunto, solo 5 regioni
ricadono sempre nello stesso gruppo, di cui 3 in quello caratterizzato dalla
più alta disuguaglianza (Campania, Puglia e Sicilia).

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