Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

RAPPORTO ZOOMAFIE 2018 PRESENTATO A PALERMO

Il Rapporto Zoomafia 2018 “Crimini e animali”, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, è alla sua diciannovesima edizione e analizza lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel 2017. L’edizione 2018 del Rapporto Zoomafia ha avuto il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, con cui la LAV ha siglato un Protocollo d’Intesa per rafforzare prevenzione e contrasto dei reati a danno di animali, e della Fondazione Antonino Caponnetto.

Palermo, 6 aprile 2019 – Presentato a Palermo, nei locali della Casa del Terzo Settore, bene confiscato alla mafia, il Rapporto Nazionale Zoomafie 2019. All’interno del bene confiscato gabbie per cani che venivano utilizzati per i combattimenti. Dal rapporto emerge che in Sicilia sono oltre 1000 i procedimenti e circa 780 gli indagati, il 15,5% ogni 100 mila abitanti, dato superiore alla media nazionale.
Tra i fenomeni più allarmanti le corse clandestine di cavalli e le attività legate alle gestione dei Pascoli allo scopo di percepire i Fondi Europei dell’Agricoltura. Anche le macellazioni clandestine e il traffico di anabolizzanti, con ovvie ripercussioni sulla salute pubblica, sono emergenze che allarmano.

All’incontro hanno partecipato tante autorità e fra esse il Prefetto di Palermo Antonella De Miro, L’Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente Totò Cordaro, in rappresentanza del Presidente Musumeci, Il responsabile Regionale della Croce Rossa Italiana e vari esponenti delle Forze dell’Ordine. Gli interventi, moderati dal Prof. Paolo Calabrese che insieme a Ciro Troiano - Responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafie - hanno voluto fortemente l’incontro, è stato scandito da diversi interventi come quello della Professoressa Francesca Di Gaudio che ha contribuito a dare una forte percezione di quanta sofferenza venga provocata agli animali per il loro sfruttamento ai fini illegali.

Giuseppe Antoci, ex Presidente del Parco dei Nebrodi, vittima di un gravissimo attentato mafioso nel maggio 2016 proprio per aver combattuto con forza contro le associazioni mafiose che si accaparravano i fondi europei per l’agricoltura, ha parlato di come, grazie al Protocollo e alla Legge conseguente, si stia ponendo argine alla problematica.

“Le tante operazioni di servizio di Forze dell’Ordine e Magistratura - dichiara Antoci - stanno dimostrando che importanti famiglie mafiose percepivano, attraverso autocertificazioni antimafia false, milioni di euro di Fondi Europei che invece dovevano andare agli allevatori e agricoltori onesti che, nella nostra Sicilia, sono la stragrande maggioranza. Invece proprio loro venivano vessati e minacciati dai mafiosi per cedere i terreni o non partecipare ai bandi”. Guai al negazionismo, guai a tentare di modificare le norme sulle interdittive antimafia - continua Antoci – e lo dico con pudore davanti al Prefetto De Miro che con il suo lavoro ha consentito di scoperchiare la vicenda Emilia che, grazie proprio alle sue interdittive, ha rimesso lo Stato nelle condizioni di ritornare ad essere credibile – conclude Antoci.

Il Prefetto Antonella De Miro tanto ha fatto anche in questo campo in tanti interventi come, per esempio, quello sull’Ippodromo di Palermo dove, se pur praticando gare all’apparenza legali, le stesse venivano invece truccate ed indirizzate da esponenti importanti di cosa nostra a tal punto da portare proprio la De Miro a spiccare provvedimenti interdittivi con conseguente chiusura delle attività. “Venivano minacciati anche i fantini – dichiara la De Miro – e le attività erano totalmente pilotate e gestite da cosa nostra”.

E sulla vicenda dei Pascoli e di Antoci il Prefetto di Palermo chiarisce: “ Dire che il Presidente Antoci ha fatto solo il suo dovere è sbagliato; Antoci si è assunto un onere che non gli competeva, non era un Magistrato, non era un esponente delle Forze dell’Ordine e non era di competenza di un Presidente di un Parco entrare nel merito di cose che con il Parco non avevano nulla a che vedere – continua la De Miro – Antoci si è messo in gioco, ha fatto il Protocollo e contribuito a modificare il Nuovo Codice Antimafia perché ha voluto aiutare e liberare tutti quegli allevatori e agricoltori che venivano oppressi dalla violenza mafiosa. Ha fatto più del suo dovere e di questo occorre essergli grati - conclude il Prefetto di Palermo.

Commenti