Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PROTOCOLLO ANTOCI ESEMPIO ELOQUENTE DI LOTTA ALLA MAFIA

Antoci: “Riconoscimento Bruxelles dà valore a scelta di vita”.

Bruxelles, 19 ottobre 2019 – Dopo un’interrogazione Parlamentare a
Bruxelles dell’On. Ignazio Corrao, che chiedeva alla Commissione tutta
una serie di chiarimenti inerenti la lotta alla mafia rurale, arriva
la riposta della Commissione Europea, a firma di Phil Hogan, che
riconosce al “Protocollo Antoci” il valore di esempio eloquente per la
lotta alla mafia.

“In Italia i fondi UE per l'agricoltura – interrogava Corrao -
rappresentano una delle principali fonti di guadagno delle mafie.
Essendo versati direttamente sui conti correnti, in molti casi sono
stati usati dalla mafia per finanziare la latitanza di grandi boss,
come Matteo Messina Denaro in Sicilia. Il sistema consiste
nell'accaparrarsi i terreni privati o pubblici con la violenza, con il
monopolio dei bandi di assegnazione dei terreni o mediante frodi e la
complicità dei centri di assistenza agricola, con profitti di milioni
di euro”.

“Tale metodo – continuava Corrao nella sua interrogazione - è presente
non solo in Italia ma anche in Europa. Ne abbiamo conferma dal lavoro
investigativo del giornalista Jan Kuciak in Slovacchia, ma ci sono
evidenze investigative anche in Corsica, in Germania e Romania.

Tuttavia – continuava ancora Corrao - solo in Italia è presente una
legislazione di contrasto, come il "protocollo Antoci", formidabile
strumento contro l'accaparramento dei fondi UE per l'agricoltura alla
mafia che prevede controlli antimafia per le aziende che richiedono
fondi.

Il Parlamentare Europeo chiede, a questo punto alla Commissione “Come
valuti l'ipotesi di applicazione di un pacchetto di norme di contrasto
e del protocollo Antoci a livello europeo”.

Ed Arriva proprio dalla Commissione Europea la riposta a firma di Phil
Hogan che, argomentando la problematica della mafia rurale in Europa,
chiude la missiva complimentandosi con l’Italia per l’impegno profuso
attraverso il “Protocollo Antoci” considerato come un vero esempio e
strumento eloquente di lotta alla mafia.

“La Commissione – scrive Phil Hogan - prende molto sul serio la lotta
contro la frode e la corruzione, compreso il possibile uso illecito di
fondi dell'UE da parte della mafia. Nel corso del tempo la Commissione
ha proposto misure tese a rafforzare il suo quadro antifrode, come ad
esempio la direttiva relativa alla lotta contro la frode che lede gli
interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale e la
Procura europea (EPPO)”.

“Quando le segnalazioni fanno sorgere un sospetto di frode - continua
Hogan - l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) svolge
indagini amministrative per stabilire se i fondi dell'UE, compresi
quelli della politica agricola comune (PAC), siano stati utilizzati in
modo fraudolento. Quando un'indagine OLAF conclude che si è verificata
una frode a danno del bilancio dell'UE, l'Ufficio formula
raccomandazioni affinché gli importi interessati dalla frode possano
essere recuperati e la condotta criminale venga perseguita.

“L'OLAF – dichiara Phil Hogan - ha informato la Commissione che sono
in corso indagini concernenti la Repubblica slovacca e la Francia e al
momento non può formulare ulteriori osservazioni.

“La Commissione - conclude Hogna – sottolinea che la legislazione
dell'UE non obbliga gli Stati membri a richiedere la prova che i
beneficiari delle sovvenzioni dirette della PAC abbiano titolo
giuridico per utilizzare la superficie in questione. Spetta agli Stati
membri, alle loro amministrazioni e autorità giudiziarie assicurare
che non si verifichi un uso illecito dei terreni. Il "protocollo
Antoci" vigente in Italia rappresenta un esempio eloquente di tale
impegno”.

Sembra proprio un chiaro invito agli altri Stati membri di seguire le
orme tracciate dall’Italia attraverso il “Protocollo Antoci” grazie al
quale un durissimo colpo si sta infliggendo ai patrimoni delle mafie
liberando, nel contempo, tanti agricoltori e allevatori onesti dalla
morsa mafiosa.

“Sono felice - dichiara Antoci - che la Commissione Europea consideri
il Protocollo, oggi legge dello Stato, come un esempio da seguire da
parte degli altri Stati membri. Mi auguro che le sollecitazioni poste
attraverso il lavoro di Ignazio Corrao possano portare consapevolezza
negli altri Stati e prendere coscienza che la problematica
dell’accaparramento dei Fondi Europei per l’Agricoltura da parte delle
associazioni mafiose, non è solamente un problema italiano ma
comunitario”.

Al di là di tutto – dichiara Antoci - questi riconoscimenti mi rendono
felice e mi consentono, nel contempo, di dare valore alla vita
difficile e complicata che io e la mia famiglia siamo costretti a
vivere giornalmente a causa del regime di sicurezza al quale siamo
sottoposti ed anche a dare meriti a tutti coloro che in questo
percorso hanno dato il massimo apporto e sacrificio, non ultimi gli
uomini della Polizia di Stato che quella notte mi hanno salvato la
vita – conclude Antoci.

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