Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

PREVENZIONE DEL SUICIDIO, ALLA TORRE BIOLOGICA DI CATANIA LA CONFERENZA

Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza Di Roma, tratterà l’argomento venerdì 20 dicembre nell’aula Magna “Umberto Scapagnini”. “Towards a new paradigm in the prevention of suicide". Alle ore 16:00, presso la Torre Biologica di Catania, promossa dai professori Filippo Drago e Salvatore Salamone, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania. A trattare l’argomento uno dei massimi esponenti del settore a livello internazionale, il professore Maurizio Pompili, Ordinario di Psichiatria, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma.

Catania, 18 dicembre 2019 - È questo il tema della conferenza promossa, venerdì 20 dicembre, alle ore 16:00, presso la Torre Biologica di Catania, nell’aula Magna “Umberto Scapagnini”, dai professori Filippo Drago e Salvatore Salamone, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania.
A trattare l’argomento uno dei massimi esponenti del settore a livello internazionale, il professore
Maurizio Pompili, Ordinario di Psichiatria, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria
della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma.
Un titolo dal forte impatto sociale, specie alla luce degli ultimi dati condotti dall’ISTAT nel triennio
2011-2013, che ha registrato 12.877 suicidi (di cui 10.065 riscontarti nel sesso maschile) e circa 1
caso di suicidio su 5 per morbosità rilevanti associate (ISTAT, 2017).
Il suicidio del resto rappresenta un grave problema di salute pubblica, con circa 880.000 morti ogni
anno nel mondo, di cui circa 4000 in Italia.

“Seguendo questi dati abbiamo ritenuto importante parlare di questo argomento – spiega il
professore Drago - per porre l’attenzione su un problema che necessità di una serie di attività che
possano creare condizioni di crescita più favorevoli per bambini e giovani, per arrivare al controllo
dei fattori di rischio ambientali”.

In particolare, in 737 suicidi è stata documentata la presenza di malattie fisiche rilevanti. Tra questi,
288 presentano un disturbo mentale in comorbidità, mentre in 1.664 casi lo studio riporta la
presenza di disturbi mentali senza comorbidità per malattie organiche rilevanti. Inoltre, in più
dell’80% dei casi non si rilevano né disturbi mentali né malattie fisiche rilevanti.
“Per comprendere la mente suicida è necessario assumere il punto di vista del soggetto in crisi –
spiega il professore Pompili - e appare essenziale partire dal concetto di dolore mentale. Il suicidio è
un dramma nella mente dell’individuo in crisi guidato dal dolore mentale insopportabile, chiamato
psychache. Il suicidio non può essere considerato l’esito di un disturbo, ma una condizione che
scaturisce da un restringimento degli affetti e dell’intelletto. Come se l’individuo si trovasse in un
tunnel dal quale non riesce ad uscire e nel quale ha perso la capacità di orientarsi su soluzioni
alternative, al porre fine alla propria vita”.

Il Center for Disease and Control ha rilevato, tra il 1999 e il 2016, un incremento del 30% del tasso
dei suicidi, evidenziando che circa il 54% dei casi non era associato ad alcun disturbo mentale
(Stone et al., 2018).
Un’adeguata divulgazione delle informazioni al riguardo, soprattutto alla luce di quanto accaduto
nel nostro territorio nell’ultimo periodo, ed una maggiore consapevolezza del problema sono
elementi essenziali affinché un programma di prevenzione del suicidio si riveli efficace.

Commenti