Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

«Mare che unisci il mondo e lo allontani», emigrazione ed immigrazione ieri come oggi

(08/02/2020) - Immigrazione (ed emigrazione), dramma di ieri, tragedia d'oggi. Ieri come oggi l'immigrazione (come l'emigrazione) è fenomeno drammatico e complesso, e riguarda particolarmente il Sud del mondo. "Io credo ancora che l’America sia l’ultima e migliore speranza sulla terra", affermava Barack Obama. Per oltre 15 milioni di immigrati Ellis Island, un isolotto di fronte a Manhattan, fu la prima tappa di quell’interminabile viaggio della speranza. Poco prima del 1900 Ellis Island divenne centro di smistamento per gli immigrati. Qua avvenivano i primi controlli per l’enorme flusso di disperati: attraccati a New York, i passeggeri di prima e seconda classe (i più ricchi) venivano controllati direttamente sulla nave e poi condotti a terra da ufficiali e agenti dell’immigrazione.
I passeggeri di terza classe (i più poveri) venivano condotti a Ellis Island e là ispezionati: affamati, stremati, disperati e sporchi, non conoscendo l’inglese e senza documenti, venivano interrogati uno ad uno.

Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini. Le famiglie venivano così divise, mentre ufficiali dell’immigrazione eseguivano una serie di controlli finalizzati ad individuare malati e indesiderabili. I malati venivano condotti al piano superiore, dove i medici avrebbero accertato "le malattie ripugnanti e contagiose" e le malattie mentali o casi di pazzia.
Sulla schiena di malati e indesiderabili, con del gesso bianco veniva fatto il segno di una croce, per significare che si richiedevano “ulteriori accertamenti”. Altra triste categoria erano i “reimbarcati”.
L’isola di Ellis Island si caratterizzò così per le "Scale della Separazione", per le "divisioni forzate", per “l’isola della quarantena”, per l’area dei “reimbarcati”, etc.
Questi ultimi venivano consegnati ai capitani delle navi con l'obbligo di riportarli nei paesi d'origine. Erano i “rifiutati”: molti di questi si tuffavano in mare cercando di raggiungere Manhattan a nuoto, altri si suicidavano per non dovere affrontare l’onta del rimpatrio forzato.

In seguito Ellis Island, L'Isola delle Lacrime, da centro di smistamento immigrati veniva trasformato in centro di detenzione.

                        MARE CHE UNISCI IL MONDO E LO ALLONTANI 

Dal molo nuovo, accanto a vecchie lacrime,
fragorosa di suoni e di vociare anonimo,
la nave sciolse l'ancora alle Americhe,
profanando occhi di madri e mogli esauste,
incredule di mondi senza regole,
dove le cuoche scherzano ed ammiccano,
straripanti di ghiros e kebab.

L'orchestrina suonava senza leggere
tra le note bagnate d'acqua tonica,
concedendosi soltanto qualche pausa
per occultare svelti un altro dollaro.

Ed eccoli a sfornare ancora musica
e a ricambiare l'aria ad altre nuvole;
ecco suonare il piano come armonica
e risciacquare il canto in altri oceani.

E tu dammi la mano senza piangere,
dimmi che non hai più stato anagrafico,
dimmi che hai perso in mare le abitudini
e non le trovi più, neanche se vuoi.

Dimmi che il mondo ha gocce d'acqua nitida
ogni qualvolta il cielo fende le nuvole,
quando un bambino piange per giocattoli
che non gli serviranno mai, nemmeno un po'.

E tu, mia dolce amata, lascialo piangere
non te ne pentirai mentre poi navighi;
raggiunto il porto, scendi e senza dirmelo,
compra una cartolina anche per noi.

Compra una cartolina ma conservala,
la spediremo forse il mese prossimo
da un altro porto, senza farci accorgere,
perché nessuno più possa raggiungerci.

Bacia il ricordo amaro e poi respingilo,
bacia il ricordo lieve ma dimenticalo
ed ora, amata santa, svuota l'anima,
scaglia nel mare atlantico ogni inquietudine.

Dopo scendi dal mare per un attimo,
corri a imbucare tutte le tue lettere,
e sulla buca, a quel labbro metallico,
affibbia un bacio in bocca, come a un angelo.

Dopo prendi la buca, cioè asportala,
torna alla nave e dalla prora gettala,
affida al mare tutte quelle lettere
come uno scrigno, mentre pregherò:

"Mare che unisci il mondo e lo allontani,
mare che hai leggi e regole fidate,
mare che culli l'uomo e il suo domani,
mare che accogli vite ormai spossate;

benedici amorevole il domani,
porta una cartolina al mio destino,
falla arrivare qui tra le mie mani
con sopra scritto "t'amo e t'amerò".

Benedici amorevole il domani,
porta una cartolina al suo destino,
falla arrivare lì tra le sue mani
con sopra scritto "t'amo e t'amerò".
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L'ISOLA DELLE LACRIME
L’amore al tempo dei migranti
di Mimmo Mòllica
(Filastrocche una alla volta)
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ASIN: B07DKV1FZJ











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