Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

Covid-19 Ospedale di Sant'Agata Militello: valutare soluzioni alternative


Alcuni cittadini dei Nebrodi, hanno deciso di lanciare una articolata e motivata petizione per chiedere al Ministro della Salute, al Presidente della Regione Siciliana e all'Assessore alla Salute di rivalutare le decisioni assunte in ordine alla realizzazione del COVID Misto presso l'Ospedale di Sant'Agata di Militello.
In considerazione delle attuali restrizioni, le adesioni potranno essere perfezionate mediante la piattaforma change.org, dove è disponibile il testo integrale

20/04/2020 - L’Ospedale di Sant’Agata di Militello assicura assistenza sanitaria primaria a circa 120 mila abitanti, molti dei quali residenti in aree interne e disagiate. Non può e non deve venire meno questo essenziale livello di assistenza già messo a dura prova da sistematici depauperamenti di reparti e professionalità, che anzi vanno implementate anche fuori dall'emergenza. Ma soprattutto NON si può e NON SI DEVE REALIZZARE un reparto COVID19 che sia in tutto o in parte privo di tutte le garanzie in termini di infrastrutture e tecnologia, atte ad assicurare la migliore assistenza possibile ai degenti e nello stesso tempo a scongiurare la propagazione del contagio tra gli stessi, gli operatori sanitari e la popolazione. L’Italia ha già pagato a caro prezzo discutibili strategie di gestione della crisi sanitaria che oggi sono al vaglio della Magistratura. Evitiamo che si possano commettere altri errori anche nel nostro territorio.

[...]
Il progetto che si vuole realizzare a Sant’Agata NON HA questi requisiti.

Le opere finora previste riguardano solo la realizzazione del triage infettivologico e la realizzazione dei percorsi Covid per 38 posti letto per degenti (importo lavori di circa 50 mila euro). Con un separato intervento, di cui al momento nulla è dato sapere, si provvederebbe alla realizzazione dei quattro posti di terapia intensiva (importo stimato circa 180.000 euro; somma che appare peraltro evidentemente sottostimata, laddove è difficile immaginare la realizzazione di un PL per importi inferiori a 100 mila euro). Ma restano tutte le criticità già evidenziate al progetto da parte della Direzione Sanitaria e dei Medici dell’Ospedale di Sant’Agata. La direzione sanitaria ha evidenziato subito, tra le altre cose, che il percorso indipendente al reparto di Radiologia e l’uso di una TAC trasportabile esterna non evitano il rischio contagio. Inoltre mancano del tutto quelle tecnologie che sarebbero obbligatorie per accreditare un reparto di malattie infettive, quale in ultima analisi deve essere un Covid H (monitoraggio di ventilazione con pressione negativa ed almeno sei scambi di area/ora; impianto di filtraggio dell’aria con filtri HEPA, zone filtro a tenuta d’aria per l’accesso alle camere di degenza per lavaggio e disinfezione delle mani e dei DPI). Anche i percorsi separati, secondo la direzione sanitaria non sono sufficienti ed adeguati (“…mancano i percorsi dedicati per i servizi di farmacia, laboratorio analisi, medicina trasfusionale e con servizi esternalizzati di lavanolo, ristorazione, pulizia e manutenzione”). Peraltro il corpo "B", destinato a Covid, confina con via pubblica (Via Amari), con aperture finestrate dirette delle camere di degenza ai due piani fuori terra; il che lascia fortissimi dubbi sul fatto che una struttura così realizzata possa poi essere dichiarata agibile per l'uso in questione. E tutto questo senza neppure trattare gli argomenti e le problematiche relative all'organizzazione del personale ed in particolare alla selezione dei medici e del personale di supporto.

E’ evidente che la riconversione a COVID Hospital del nostro Ospedale o anche solo di una parte di esso come è stato da ultimo immaginato, richiede ben altri interventi che non quelli finora previsti dal Governo Regionale, se si vuole scongiurare il rischio che questa scelta determini una situazione di fatto ingestibile e si trasformi in un pericoloso focolaio di contagio.

In atto peraltro i reparti COVID19 realizzati o implementati in provincia non appaiono insufficienti per la gestione di questa fase dell’emergenza e il Governo centrale sta varando una stratega di contrasto alla pandemia che si fonda su centri di cura ESCLUSIVAMENTE dedicati ai malati di Covid19 (come già indicato nella Circolare del 25 Marzo 2020), sul rafforzamento della medicina del territorio e dell’assistenza domiciliare dei sintomatici lievi, unita alle potenzialità della App di tracciamento (“Immuni”). Una strategia che dove è stata adottata ha dato risultati assai più incoraggianti della ospedalizzazione indiscriminata, all'origine probabilmente, questa ultima, di dati su malati e decessi in drammatica controtendenza rispetto ad altre regioni del Paese e del Mondo.

E ciò senza non considerare che il PO di Sant’Agata di Militello continua ad essere l’unico riferimento nel raggio di 60/100 Km per l’assistenza primaria di una popolazione di circa 120 mila abitanti, con una elevata incidenza di patologie tempo dipendenti - traumatiche, cerebrovascolari e cardiovascolari. Il rischio paventato è di mutilare un Presidio Ospedaliero territoriale, entro un bacino vasto, di buona parte della sua attività assistenziale primaria, senza un concreto beneficio in termini di efficacia terapeutica per i pazienti Covid 19, a fronte di un incremento del rischio clinico, connesso alla tipologia di ospedale Covid misto che verrebbe a realizzarsi.

Alla luce di quanto sopra esplicitato, gli scriventi cittadini,

CHIEDONO

che le Autorità in indirizzo, ciascuna secondo le proprie competenze e responsabilità, a quella finora in corso di realizzazione, assicurando, qualunque sia la decisione che verrà assunta, che non venga a mancare al nostro territorio non solo l’assistenza primaria finora assicurata per i pazienti NON Covid, ma anche la garanzia nei riguardi del rischio contagio a degenti ed operatori sanitari (ed in definitiva alla popolazione tutta), mediante l’attivazione di tutte gli strumenti e le tecnologie e le strategie organizzative proprie dei reparti dedicati alle malattie infettive già oggi previste ai fini dell’accreditamento di tali reparti; i soli che possono, se ben gestiti e organizzati sotto ogni punto di vista, assicurare la migliore assistenza sanitaria possibile ai degenti Covid19 in condizioni di sicurezza.

(seguono le firme dei venti promotori)
Questo il link: https://www.change.org/p/ministro-della-salute-no-covid-misto-a-sant-agata

Commenti