Coronavirus. Fase 1: le giornate in casa durante il lockdown. 5 Aprile – 21 Aprile 2020.
L’obbligo di restare a casa ha stravolto la quotidianità dei cittadini e ha avuto un forte impatto sulla loro giornata e sul loro modo di passare il tempo.
Roma, 5 giu 2020 - Il primo effetto è stato quello di ripiegare sulle attività possibili all’interno delle mura domestiche - senza rinunciare alla creatività - e di cogliere questa occasione per fare sperimentazioni e dedicarsi a quanto rimandato da tempo. Uno sguardo complessivo su come i cittadini hanno utilizzato il loro tempo in un giorno medio della Fase 1 restituisce l’immagine di una giornata comunque ricca e varia. Ordinando le attività in base alla percentuale di cittadini che le svolgono, al di là delle attività fisiologiche (dormire, mangiare, lavarsi, ecc.) che sono comuni a tutti, il dato che emerge con evidenza è che la quasi totalità della popolazione è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero (98,3%). Il 76,9% ha svolto lavoro familiare (pulizia della casa, cura dei conviventi, ecc.). Solo il 28% è uscito per vari motivi (passeggiata, andare a lavoro, a fare la spesa).Ha lavorato il 16,7% della popolazione e studiato l’8% (quota che sale al 61,9% tra gli studenti di 18 anni e più).
Due genitori su tre hanno dedicato più tempo alla cura dei figli
La cura dei figli occupa il 7,9% dei cittadini, con minime differenze tra uomini e donne. Questo dato riportato alla popolazione che ha figli consente di evidenziare come questo tipo di attività sia stato molto impegnativo in quanto svolto dall’85,9% della popolazione con figli tra 0 e 14 anni.
Questa, tra l’altro, è stata indicata più frequentemente delle altre come l’ attività cui è stato dedicato più tempo rispetto alla situazione pre-Covid: 67,2% di chi l’ha svolta. Solo per il 29,5% delle persone il tempo in questo ambito non è variato.
Meno persone al lavoro e più tempo per studiare
In una giornata della Fase 1 dell’emergenza Covid-19 hanno lavorato circa 8 milioni e 400 mila persone: meno di due su dieci. Si tratta di una quota dimezzata rispetto a quella rilevata nel corso di indagini analoghe che indicano circa un 34% di persone impegnate in attività lavorative nel corso della giornata.
Il 44,0% di chi ha lavorato lo ha fatto da casa.La connessione a Internet come strumento di lavoroè stata utilizzata dalla quasi totalità degli home workers (95,8%).
Il tempo di lavoro è rimasto invariato rispetto a una giornata simile del periodo pre-Covid per il 60,2% deltotale di chi ha lavorato, è diminuito per il 26% edè cresciuto per il 13,7%.
L’attività di studio è stata svolta dall’8% della popolazione di 18 anni e più e la quota sale al 61,9% tra gli studenti.
Hanno dedicato tempo allo studio il 36,2% dei 18-24enni (circa 1 milione e 500mila persone) e l’11,2% dei 25-34enni a fronte di meno del 5% del resto della popolazione adulta e anziana.
Più di un terzo di quelli che hanno studiato hanno approfittato del tempo disponibile per dedicarsi di più a questa attività (37,3%).
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