Petrolio a 57,49 dollari a barile, Marsiglia: "Il nemico peggiore americano non è solo la Cina, ma l'Italia e l'Europa

QUOTAZIONI PETROLIO A 57 DOLLARI. AZIENDE ENERGETICHE USA IN AFFANNO SU COSTI DI ESTRAZIONE Roma, 9 Aprile 2025 -  Le quotazioni del petrolio  WTI  aprono la mattinata attestandosi in prima contrattazione a  57,49 dollari a barile  nelle prime ore in discesa come da giorni sui mercati internazionali. Anche il greggio di riferimento  BRENT  tocca quota  61,28 dollari a barile . "In America diverse oil companies con prezzi così bassi non riescono a mantenere un  Break-even  (punto di pareggio) sull'operatività aziendale, considerando che si viaggia in un range tra  48 e 62 dollari a barile . In questo momento i  dazi  stanno penalizzando molto più gli stessi Stati Uniti d'America che l'Europa. Sicuramente come dichiarato dal  Presidente Donald Trump  la partita si gioca su  quanta energia l'Europa acquisterà dagli USA " queste le parole del Presidente di FederPetroli Italia -  Michele Marsiglia . Continua...

Migranti: Tendopoli di Vizzini, una scelta miope che non tiene conto dei siciliani

TENDOPOLI DI VIZZINI, ORA SICILIA: «SCELTA MIOPE DI UN GOVERNO CHE NON TIENE IN CONSIDERAZIONE LA VOCE DEI SICILIANI»

Palermo, 5 ago 2020 - «Una scelta frutto di una logica miope che non tiene minimamente in considerazione le preoccupazioni espresse senza mezzi termini da amministratori locali, dal governo regionale e dalle comunità del Calatino». É la posizione dei deputati del gruppo parlamentare “ORA – Sicilia al centro” sulla costruzione della tendopoli di Vizzini progettata per ospitare i migranti posti in quarantena dopo lo sbarco sull'isola. «L’ostinazione del governo centrale ad andare avanti – dichiarano Luigi Genovese, Luisa Lantieri, Totò Lentini e Daniela Ternullo -, evidentemente in contrasto con la volontà del popolo siciliano e dei suoi rappresentanti, palesa una logica che incenerisce ogni forma di dialettica in favore di una “visione” che punta sull’imposizione e sull’accoglienza scaricata integralmente sulle spalle dei siciliani. Un diktat che non prevede alcuna considerazione per gli effetti collaterali nocivi che questa parte di Sicilia ha subito e continua a subire dopo l’esperienza, devastante, del Cara di Mineo.

Un coro di “No” – aggiungono i 4 deputati regionali -, di perplessità, di motivata preoccupazione è arrivato da sindaci, partiti politici, esponenti del governo regionale e da migliaia di cittadini che non accettano il piglio decisionista di un governo nazionale che fa orecchie da mercante, non curandosi delle rimostranze di un popolo la cui natura inclusiva, certificata dalla storia, non può e non deve essere scambiata per accettazione incondizionata di una visione della Sicilia come terra senza diritto di espressione. Noi questa visione la respingiamo e la osteggeremo sempre. Non accettiamo soluzioni imposte che rischiano di far esplodere definitivamente - sul piano sanitario, sociale ed economico – una crisi irreversibile di cui, eventualmente, l’attuale governo centrale dovrà assumersi tutte le responsabilità. I siciliani, stavolta, non sono disposti a fare sconti a nessuno».

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