Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Migranti: Tendopoli di Vizzini, una scelta miope che non tiene conto dei siciliani

TENDOPOLI DI VIZZINI, ORA SICILIA: «SCELTA MIOPE DI UN GOVERNO CHE NON TIENE IN CONSIDERAZIONE LA VOCE DEI SICILIANI»

Palermo, 5 ago 2020 - «Una scelta frutto di una logica miope che non tiene minimamente in considerazione le preoccupazioni espresse senza mezzi termini da amministratori locali, dal governo regionale e dalle comunità del Calatino». É la posizione dei deputati del gruppo parlamentare “ORA – Sicilia al centro” sulla costruzione della tendopoli di Vizzini progettata per ospitare i migranti posti in quarantena dopo lo sbarco sull'isola. «L’ostinazione del governo centrale ad andare avanti – dichiarano Luigi Genovese, Luisa Lantieri, Totò Lentini e Daniela Ternullo -, evidentemente in contrasto con la volontà del popolo siciliano e dei suoi rappresentanti, palesa una logica che incenerisce ogni forma di dialettica in favore di una “visione” che punta sull’imposizione e sull’accoglienza scaricata integralmente sulle spalle dei siciliani. Un diktat che non prevede alcuna considerazione per gli effetti collaterali nocivi che questa parte di Sicilia ha subito e continua a subire dopo l’esperienza, devastante, del Cara di Mineo.

Un coro di “No” – aggiungono i 4 deputati regionali -, di perplessità, di motivata preoccupazione è arrivato da sindaci, partiti politici, esponenti del governo regionale e da migliaia di cittadini che non accettano il piglio decisionista di un governo nazionale che fa orecchie da mercante, non curandosi delle rimostranze di un popolo la cui natura inclusiva, certificata dalla storia, non può e non deve essere scambiata per accettazione incondizionata di una visione della Sicilia come terra senza diritto di espressione. Noi questa visione la respingiamo e la osteggeremo sempre. Non accettiamo soluzioni imposte che rischiano di far esplodere definitivamente - sul piano sanitario, sociale ed economico – una crisi irreversibile di cui, eventualmente, l’attuale governo centrale dovrà assumersi tutte le responsabilità. I siciliani, stavolta, non sono disposti a fare sconti a nessuno».

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