Nell’UE la povertà infantile rimane un grave problema, poiché quasi un minore su quattro è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Gli studi condotti hanno ripetutamente evidenziato come un investimento effettuato durante l’infanzia, a costi finanziari relativamente ridotti, possa produrre utili per tutto l’arco della vita.
Lussemburgo, 29 settembre 2020 - La pertinenza e la forza degli strumenti dell’UE esaminati, non essendo questi giuridicamente vincolanti, sono limitate e strumenti più potenti, come il semestre europeo o il sostegno dei fondi dell’UE, raramente affrontano la povertà infantile in modo specifico. Nell’Unione, la lotta alla povertà infantile è di competenza dei singoli Stati membri. Il ruolo della Commissione europea è di integrare e sostenere, tramite strumenti giuridici e finanziari, le azioni svolte a livello nazionale per
combattere la povertà infantile. “La povertà infantile continua a rappresentare nell’UE un grave problema che non consente di creare una società sostenibile, equa ed inclusiva. Purtroppo, è probabile che la povertà infantile
dilaghi ulteriormente a seguito della pandemia di COVID-19 attualmente in corso”, ha dichiarato
Tony Murphy, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione.
Nel 2018, i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE erano
23 milioni, ossia un minore su quattro. Il livello della povertà infantile varia però
sensibilmente da uno Stato membro all’altro. Quattro Stati membri (Romania,
Bulgaria, Grecia e Italia), hanno registrato una percentuale di minori a rischio di
povertà o di esclusione sociale superiore al 30 %, per cui un minore su tre si trova a
rischio di povertà o di esclusione sociale. Negli Stati membri (Danimarca, Paesi Bassi,
Cechia e Slovenia) che hanno segnalato i tassi più ridotti, i minori a rischio di povertà o
di esclusione sociale sono uno su sei.
Il principale organismo sottoposto ad audit è stato la Commissione europea.
La
Corte ha inoltre visitato le autorità nazionali pertinenti in Germania, Italia, Polonia e
Romania, nonché organizzazioni internazionali e non governative operanti nel campo
della lotta contro la povertà infantile, per ottenere maggiori informazioni e conoscere
il loro punto di vista al riguardo. I criteri per la selezione degli Stati membri
comprendevano, tra l’altro, i tassi di povertà infantile e la potenziale dotazione degli
Stati membri, nel quadro dell’FSE, destinata alla lotta contro la povertà infantile.
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