Divario tra nascite e decessi secondo solo al 1918. Il nuovo record di poche nascite (404 mila) e l’elevato numero di decessi (746 mila), mai sperimentati
dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.
Roma, 26 mar 20121 - Il
deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -342 mila unità,
valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di
“spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell’anno ii .
L’impatto che l’aumento dei decessi dovuti all’epidemia ha avuto sulla dinamica naturale, soprattutto
nella prima e nella seconda ondata (in cui si sono registrati i saldi naturali di -117 mila e -114 mila
unità), insieme alla tendenziale diminuzione delle nascite, ha contribuito a determinare nel 2020 una
perdita di 127 mila unità in più rispetto al saldo naturale del 2019 (quasi il 60% in più).
Il deficit dovuto alla dinamica naturale è riscontrabile in tutte le regioni, perfino nella provincia
autonoma di Bolzano (-313 unità), che negli ultimi anni si è caratterizzata per il suo trend positivo in
termini di capacità di crescita naturale grazie a una natalità più alta della media. Il tasso di crescita
naturale, pari a -5,8 per mille a livello nazionale, varia dal -0,6 per mille di Bolzano al -11,3 per mille
della Liguria. Le regioni che più delle altre vedono peggiorare il saldo naturale (oltre il 4 per mille in
meno rispetto al 2019) sono la Valle d’Aosta (-8,6 per mille) e la Lombardia (-6,7 per mille); solo la
Calabria (-3,9 per mille) si assesta su valori simili a quelli del 2019.
Nuovo record negativo per le nascite
Il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2019 è di nuovo superato nel 2020: gli
iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019
(-3,8%). La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in tutte le ripartizioni, più accentuato
al Nord-ovest (-4,6%) e al Sud (-4,0%). I tassi di natalità pongono la provincia autonoma di Bolzano al
primo posto con 9,6 nati per mille abitanti e la Sardegna all’ultimo con il 5,1 per mille.
In tutti i mesi del 2020 si registrano valori percentuali inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019,
ad eccezione di febbraio con il 4,5% in più, in parte dovuto al giorno in più nel calendario 2020. Il calo
delle nascite si accentua nei mesi di novembre e soprattutto di dicembre (-10,3%), il primo mese in
cui si possono osservare eventuali effetti della prima ondata epidemica. L’andamento delle nascite
nel corso del 2021 consentirà di avere un quadro più nitido delle conseguenze della crisi economica.
Le ragioni della denatalità vanno ricercate anche nei fattori iii che hanno contribuito al trend negativo
dell’ultimo decennio (progressiva riduzione della popolazione in età feconda e clima di incertezza per
il futuro). Il senso di sfiducia generato nel corso della prima ondata, soprattutto al Nord, può aver
portato alla decisione di rinviare la scelta di avere un figlio. Al contrario, il clima più favorevole
innescato nella fase di transizione può avere avuto effetti benefici transitori, poi annullati dall’arrivo
della seconda ondata.
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