Trattativa Stato-mafia. La corte d'assise d'appello di Palermo ha assolto gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e il senatore Marcello Dell'Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado erano stati tutti condannati a pene severissime. Piera Aiello (Gruppo Misto): "Sentenza vergognosa"
23/09/2021 - «Da testimone di giustizia non trovo parole per descrivere il mio stato d’animo a seguito della sentenza di appello sulla trattativa Stato-mafia». Lo dichiara Piera Aiello, deputata del gruppo Misto e testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose. «Lo Stato sceglie per l’ennesima volta di arretrare di fronte alla prepotenza mafiosa. Se è vero che la trattativa non costituisce reato allora possiamo anche accettare l’idea che sia ancora in atto. La decisione dei giudici è uno schiaffo alla memoria di quanti hanno lottato contro la mafia e sacrificato se stessi perché venisse fatta piena luce sulla stagione delle stragi. A questo punto non mi stupirei se le richieste contenute nel papello di Riina venissero accolte, a cominciare dall’abolizione dell’ergastolo ostativo e del 41bis».
La corte d'assise d'appello di Palermo ha assolto al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e il senatore Marcello Dell'Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado erano stati tutti condannati a pene severissime.
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Enel
Dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca. Pena ridotta al boss Leoluca Bagarella. Confermata la condanna del capomafia Nino Cinà.
Per Bagarella i giudici hanno riqualificato il reato in tentata minaccia a Corpo politico dello Stato, dichiarando le accuse parzialmente prescritte. Ciò ha comportato una lieve riduzione della pena passata da 28 a 27 anni. Confermati i 12 anni a Cinà. Gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno sono stati assolti con la formula perché il "fatto non costituisce reato", mentre Dell'Utri "per non aver commesso il fatto". Confermata la prescrizione delle accuse al pentito Giovanni Brusca.
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