Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

«Parlare in versi» è necessario come il pane, quanto i baci e le carezze

Nella giornata degli «Stati Generali della Lingua e Creatività Italiane nel Mondo», che si riuniscono oggi 29 novembre, a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica per parlare dell'Italiano di domani, Libreriamo pubblica uno studio molto interessante in base al quale il 63% degli italiani è alla ricerca di aforismi, frasi e versi per conquistare gli altri. Lo studio mette in risalto un bisogno di poesia e di parole importanti quanto gli abbracci, quanto i baci e le carezze. Lo studio viene presentato in occasione dell'uscita del volume 'Parlare in Versi' di Saro Trovato


29/11/2021 - "La poesia è vita e la vita ha bisogno di poesia. Le parole sono importanti perché creano relazione. La mancanza di parole adeguate da donare a chi ci sta vicino, genera inevitabilmente distacco, rottura, crisi". Ad affermarlo è Saro Trovato, sociologo, esperto in comunicazioni di massa, fondatore di Libreriamo, nato a Lentini, in provincia di Siracusa e naturalizzatosi a Milano, dove vive e lavora. 
E non è una pura coincidenza che se ne parli in occasione degli «Stati Generali della Lingua e Creatività Italiane nel Mondo», che si riuniscono oggi, lunedì 29 novembre, a Roma, presso la Farnesina, alla presenza del Presidente della Repubblica. Il tema è «L’Italiano di domani», una giornata di riflessione, dialogo e definizione di strategie per rilanciare e promuovere il Sistema Italia in un’ottica integrata di cultura, economia e innovazione, attraverso la valorizzazione della lingua italiana e delle energie creative del Paese.
«Libreriamo» ha effettuato uno studio molto interessante in base al quale ben il 63% degli italiani è alla ricerca di aforismi, frasi e versi per conquistare gli altri.
Lo studio, con più di 10mila interazioni web, mette in risalto un bisogno “d'attenzione e d'amore, troppo ‘se mi vuoi bene piangi’ per essere corrisposti”, direbbe Fabrizio De Andrè (in Amico fragile). Bisogno di parole importanti quanto gli abbracci, quanto i baci e le carezze.
Dallo studio di Libreriamo, che ha protratto il monitoraggio per sei mesi, attraverso la rete e i social, emerge un'esigenza di poesia per il 77% degli italiani. L’assenza di un linguaggio adeguato mette distanza, determina separazione.

Stentato, «infrettolosito» com’è dalla velocità, il linguaggio contemporaneo risente malamente dei telefonini, di un uso inappropriato di internet e dei social che impoveriscono la relazione (53%), rendendola banale (52%), brutta (49%) e volgare (47%). Perfino violenta (45%) e priva di emozioni (44%) e contenuto (41%).
Così il linguaggio e la lingua italiana si fanno più incomprensibili (39%) e pieni di simboli (38%), sintetici ed essenziali (35%).
Ma proprio in questo scenario, quasi 8 italiani su 10 hanno bisogno di poesia per la vita; necessità di attenzioni e parole fondamentali ‘come il pane’, come i baci e le carezze.

Il 77% degli italiani manifesta tale esigenza.anche perché, ricercando nel web frasi ed aforismi ‘pronto uso’, da adoperare in maniera suggestiva e smozzicata, non si procura un effettivo arricchimento culturale.
I versi taglia-incolla dei cercatori di aforismi (57%) non lascia spazio all'approfondimento culturale, non aspira a conoscere autore e contesto letterario. E spesso (17%) le interazioni fanno emergere errori palesi sull'origine stessa dei versi utilizzati, sull’autore, sul titolo e sulla data di pubblicazione.
Lo studio viene presentato in occasione dell'uscita il libreria del volume 'Parlare in Versi' di Saro Trovato (Newton Compton).

Qualche dato ulteriore:

L’uso estemporaneo dei versi non genera effettivo arricchimento culturale.
Fa taglia-incolla (57%) chi utilizza frasi e versi senza alcun approfondimento.
Il 22% degli italiani che ha utilizzato i versi nelle proprie interazioni ha dimostrato totale mancanza di conoscenza sull'origine del verso.
L’assenza di parole adeguate, per il 62% degli italiani, può essere fonte di frustrazione che può sfociare in rabbia (54% dei casi). Può generare vergogna (43%), impotenza (41%), sofferenza (35%), solitudine (31%), rassegnazione (22%).
Solamente il 9% ritiene di avere sempre le parole giuste al momento giusto.
Ma, da dove attingono gli italiani? Nel 77% dei casi dalla poesia, nel 53% dai libri, nel 51% dai testi delle canzoni, nel 45% dai film cinematografici.
I proverbi sono fonte di scelta per il 49% degli italiani, seguono i modi di dire come fonte d'ispirazione (nel 48% dei casi). Le frasi delle serie televisive vengono adottate nel 45% dei casi. Tra le frasi che vengono utilizzate anche quelle che arrivano dalle fonti d'informazione, segnalate nel 38% dei casi.

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