'Union of Equality' è un documento di circa trenta pagine interno all’Unione Europea, per la comunicazione istituzionale comunitaria. Una sorta di decalogo linguistico per il pieno rispetto di ogni diversità: di genere, di razza, di etnia, di religione, orientamento sessuale, etc. Proprio per tali ragioni ‘impone’ di non dire «buon Natale» a Natale, ma «buone feste»; di non dire più «immigrato» e di chiamare «anziani» i «vecchi».
30/11/2021 - Proprio per tali ragioni non diremo «buon Natale a Natale, ma diremo «buone feste». Non chiameremo «marziani» i marziani, per non arrecare loro offesa. Non diremo più «immigrato» a chi è emigrato e chiameremo «anziani» i «vecchi», per non farli sentire vecchi. «Mr», «Mrs» e «Miss» per un principio of Equality diventerà «Mx». Non pronunceremo più nomi propri di persone (Maria, Jessica o Kewin) ma esordiremo con «signore e signori», alternandolo con «signori e signore», fino al prossimo attacco (cambiando l’ordine dei fattori). Questo per non incorrere in riferimenti di genere sessuale, giacché presumere l'orientamento sessuale di una persona sarebbe azzardato, inopportuno e ‘discrimanatorio’.
«Voscenza» o «vossia»
Si potrebbe, allora, tornare all’uso del sostantivo «Vossia», sebbene obsoleto, per quanto il dizionario lo classifichi sostantivo femminile, ma in Sicilia è sempre stato usato al ‘neutro’, riferibile a tutti i sessi, purché persone attempate, elevate o meritevoli. Lo stesso dicasi per «Voscenza», dallo spagnolo “vuecencia” (vuestra excelencia), utilizzato per rivolgersi a persone di una certa rilevanza sociale, di riguardo o di rispetto, benestanti, sapienti, oppure ad autorità, latifondisti, titolati, etc.
«Union of Equality» è un documento interno all’Unione, 30 pagine contro le disuguaglianze e le discriminazioni di genere, di razza, di etnia, di religione, disabilità e orientamento sessuale. Il documento, supervisionato dalla commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli, mette in risalto come «le parole e le immagini che usiamo nella nostra comunicazione quotidiana» trasmettano un messaggio di identificazione o stigmatizzazione (chi siamo e chi non siamo), con implicazioni pratiche che l’esecutivo Ue, nel documento, divide per settori. In tema di genere «sono preferibili» i nomi e pronomi neutrali piuttosto che 'he' o 'she' (egli o ella), meglio usare un più generico 'they' (loro).
Niente Madonne e santi
Niente perciò parole che indichino chiaro orientamento religioso: Madonne e santi.
Non si potrà più – pertanto –dire «Bedda Matri», «Bedda Matri santissima» o «Bedda Matritta dû Carminu».
«Tuttu bbonu e binidittu», si potrà ancora dire? E «farisi 'u giummu comu ‘i Turchi»?
«Mamma, Ciccu mi tocca»? «Unni c'è campani, c'è buttani»?
«Spogghi a Cristu e vesti a Maria». «Un occhiu a Cristu e l'autru a San Giuvanni»?
«Finiu comu ‘a festa dâ Santuzza, si vippiru ‘u vinu e ‘rruzzularu i vuttazza»?
«Gesummaria», si potrà più dire? «Cu nun cridi 'a mia nun è figghiu di Maria»?
Forse, fino a chiarimento definitivo delle prescrizioni Ue, converrà parlare “adelante, sed cum juicio”, «sulamenti quannu piscia a jaddina» (solo quando piscia la gallina).
La Bedda Matri 'ntisu 'stu parrari,
fici vutari munnu, terra e mari.
La Bella Madre sentito quel parlare
fece rivoltare mopndo, terra e mare.*
* Da «Lu Venniri matinu» (brano di Anonimo-popolare)
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