Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

«I Racconti di Nonno Ros» di Mimmo Mòllica, se la fantasia è più importante del sapere

Mimmo Mòllica, I Racconti di Nonno Ros, Elogio della Fantasia: "O fantasia, inestinguibile fonte dalla quale bevono l'artista e lo scienziato! Vivi presso di noi, anche se sei riconosciuta ed onorata da pochi, per preservarci dalla cosiddetta ragione, da quel fantasma senza carne e senza sangue". (Franz Schubert)


[2/12/2021] - Il Tamba inventava un mondo senza tempo. “Ros, Ros, Roooooosss”… Chiamarlo a voce alta non significava garantirsi la risposta. Infatti non rispose. O meglio, rispose, ma Ros vuole che in questo racconto non si dica. Anzi, vuole che si scriva che lui non rispose. In fondo i romanzi e i racconti moderni sono assoggettati al rispetto delle normative sulla privacy, c’è poco da fare. Una volta che arrivano in libreria, alla minima defaillance normativa, zac, la frittata è fatta e le multe fioccano. L’autorità per la privacy, per quanto concerne racconti e romanzi, non transige. 
Tutto era dovuto a quel nome: Ros, il nome del nonno, decorato con medaglia d’Africa senza essersi mai mosso da casa. Aveva combattuto una guerra senza mai combatterla, e quella medaglia non l’aveva mai avuta, ma voleva che si scrivesse il contrario. Non era un fumatore, nonno Ros, ma fumava tanto lo stesso. Diceva che gli faceva bella la voce, che gliela rendeva roca come quella di un vecchio cantante jazz d’inizio secolo, di un secolo forse ancora da venire.

Ros recitava con voce il cui timbro emulava quella emessa da cantanti e attori dalle tecniche raffinate, capaci di sfruttare, oltre alle risonanze della bocca, quelle proprie delle fosse nasali e dei seni paranasali. Voce soggetta ad una profonda, e controllata modificazione del suo contenuto spettrale, tale da permettergli di articolare moltissimi suoni in forma di vocali e consonanti. Ros aveva imparato ad avere il controllo di tutti i muscoli impiegati nella fonazione, osservando i filmati radiografici. Pronunciava così frasi di Franz Schubert, un compositore austriaco di musica classico-romantica, nato a Vienna nel 1797, un’epoca sconosciuta, ancora lontana da venire.

Ros recitava considerazioni di Luigi Pirandello, in quell’epoca ancora un inesistente drammaturgo, scrittore e poeta, che sarebbe stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934, centotrentasette anni dopo la morte di Franz Schubert: “La fantasia abbellisce gli oggetti cingendoli e quasi irraggiandoli d’immagini care. Nell'oggetto amiamo quel che vi mettiamo di noi”. [...]

Né si conoscerà, forse, la ragione vera per la quale nonno Ros ordinò al Tambaguriere di ambientare questo racconto in epoca antecedente all’invenzione dell’ascensore, della luce al neon, dei formaggini spalmabili, del telefono, della pattumiera e forse pure delle scale. Né si sa con certezza se davvero nonno Ros permise al prof. Paolo Geronimus Palazis e al Tamba di congedarsi attraverso le scale. L’accreditamento delle scale nel racconto avrebbe permesso al Tamba di descrivere come nonno Ros i tipi come il prof. Paolo Geronimus Palazis li avrebbe scaraventati volentieri giù dalle scale.

Quindi, con un giudizioso cenno del capo, socchiudendo gli occhi appena il necessario, nonno Ros fece cenno al Tambaguriere di cominciare ammonendo: “La fantasia è più importante del sapere”.

Ros citava il pensiero di Albert Einstein, un fisico e filosofo della scienza, tedesco ma naturalizzato in America, artefice di un annus mirabilis, per articoli a contenuto fortemente innovativo su aree differenti della fisica. E poiché il Tamba, forse affascinato dalle citazioni di nonno Ros, non accennava a scugnàre, accompagnato da eloquente ondeggiare della mano attorno al polso, si sentì pronunciare “Arriopppgian…”, che nel linguaggio militaresco delle legioni romane, degli alleati, delle truppe ausiliarie e della flotta ravennate fluviale e delle guarnigioni di Roma voleva dire: “Ora vai a scrivere il romanzo. Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione”, anticipando non sappiamo di quanto le parole del Perozzi, nel film Amici miei.

E a quel punto il Tamba, scuotendosi come da un sogno ad occhi aperti, si avviò verso l’ascensore, ma ricordando la prescrizione di nonno Ros, di ambientare il racconto in epoca antecedente all’invenzione dell’ascensore, fece per dirigersi verso la tromba delle scale.
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