Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Emilio Isgrò, alla Cardi Gallery la prima personale dell'artista di Barcellona P.G.

EMILIO ISGRÒ, a cura di Davide di Maggio, 1 febbraio - 19 marzo 2022. Cardi Gallery presenta due nuove mostre che saranno protagoniste degli spazi espositivi della sede Londinese. Il primo piano ospiterà la prima mostra personale dell'artista italiano Emilio Isgrò. Gli spazi al piano terra saranno invece dedicati a Sehnsucht, la prima mostra personale in Gran Bretagna dell'artista francese Ben Vautier (Napoli, 1935; vive e lavora a Nizza). La galleria è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 10:00 alle 18:00 e il sabato solo su appuntamento.
 

02/02/2022 -  Cardi Gallery è orgogliosa di presentare la sua prima mostra personale dedicata all'italiano artista Emilio Isgrò, in un'intima esposizione che occupa il primo piano della sua Casa a schiera Mayfair. Nato nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, Isgrò vive e lavora a Milano, dove si trasferisce nel 1956 dopo un periodo come attore in Sicilia. Con uno sfondo in studi classici e senza formazione artistica formale, l'artista siciliano si avvicina alle arti visive dopo anni trascorsi a scrivere poesie e reportage giornalistici. Attraverso una pratica incentrata sull'incontro tra parola e immagine, questo artista pioniere ha scosso e profondamente rimodellato il linguaggio visivo nel dopoguerra Italia. 1 febbraio - 19 marzo 2022 Emilio Isgrò, Quattro libri rossi per la Colonna Infame, 2018. 

Nei primi anni '60, la sua esperienza come un giornalista de Il Gazzettino si è rovesciato oltre alle sue prime opere, “Titoli di Giornale” (Titoli di giornale), 1962–64, commenti visivi sul trattamento mediatico di informazioni che evidenziato la relazione ingannevole tra verità e menzogna. Lui pubblicità incorporata nel 1964 e cominciò ad intervenire attraverso un radicale gesto, quello di cancellazione o cancellazione ("cancellatura" in italiano). Nato dall'osservare un pesantemente corretto bozza per la quale un collega stava modificando pubblicazione, questa semplice azione divenne presto la sua firma. Nel 1966, Isgrò aveva teorizzato una forma personale di poesia visiva dove parola e l'immagine coesistere per generare un organico manifestazione estetica. 

Cancellazione della notazione stampata con segni spessi, lasciando solo una parola o frammenti leggibili, Isgrò interviene sul linguaggio, che si tratti di parole sui libri, giornali o documenti storici, spartiti musicali o mappe. Così facendo, altera drammaticamente l'orizzonte del visibile, evidenziandolo e portandolo in primo piano ciò che non viene cancellato. Ciò che può essere considerato distruttivo lo è invece rivelatore, offrendo nuove letture attraverso un gesto capace di riformulare e affermando la realtà. È un gesto che nel sovvertire i codici della comunicazione sfida le stesse strutture di potere che le hanno infiltrate e plasmate. La ricerca dell'essenziale da parte dell'artista mostra come la sovrabbondanza di parole - tanto quanto delle immagini - rende le persone cieche, insensibili al significato. ad Isgrò, questa è una questione filosofica e antropologica che riguarda tutti noi: il suo atto di la distruzione della parola pone le basi per la ricostruzione dell'essere umano.  

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