Sud chiama Nord: "ATM, Il Tar ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture"

SUD CHIAMA NORD: “Il TAR ci dà ragione. La legge non si piega alle lobby del trasporto pubblico locale”. Il TAR di Catania ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Messina, sospendendo il provvedimento con cui la Regione Siciliana – sulla base di una circolare priva di fondamento normativo – aveva vietato all’ATM di proseguire il servizio di trasporto pubblico urbano esteso al Comune di Villafranca Tirrena. Messsina, 15 ott 2025 - La decisione dei giudici amministrativi conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: una circolare non può scavalcare la legge e non può essere utilizzata per mortificare la volontà del Parlamento siciliano.  “Il TAR – afferma Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord – ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture che, accogliendo il ricorso dei privati, voleva cancellare un servizio efficiente e apprezzato come quello dell’ATM verso Villafranca Tirrena. Avevamo ragione sulla bontà della norma e sulla correttezza dell’azion...

Digitale terrestre, Campo (M5S): “Le piccole emittenti locali rischiano di chiudere, ma Musumeci non interviene

Digitale terrestre, l’allarme di Campo (M5S): “Le piccole emittenti locali rischiano di chiudere, ma Musumeci guarda altri canali”. Interpellanza parlamentare della deputata 5 Stelle, che spiega: “Gli operatori dovranno sostenere un nuovo costo fisso: il canone di 35 mila euro a Raiway. La Regione dia un contributo ampliando un bando Irfis già esistente o facendone uno nuovo”.

PALERMO, 18 maggio 2022 - “Le piccole emittenti televisive rischiano di chiudere. Con la rivoluzione del digitale terrestre dovranno sopportare nuovi e ingenti costi, insostenibili per queste piccole aziende che vivono delle proprie trasmissioni in ambito locale. Il presidente della Regione, Musumeci, forse guarda altri canali e non ha pensato di occuparsi del problema”.
Così dichiara Stefania Campo, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che ha depositato un’interpellanza parlamentare sollecitando un aiuto economico per le emittenti televisive che hanno ottenuto la capacità trasmissiva per il nuovo digitale terrestre nel cosiddetto “secondo livello” gestito da Rayway.

“Si tratta - spiega Campo - di alcune decine di fornitori di servizi di media audiovisivi che finora hanno operato in Sicilia in ambito esclusivamente locale: piccole emittenti che col nuovo sistema dovranno corrispondere al gestore Raiway un canone annuo di 35.000 euro. Un nuovo costo fisso che, per una piccola attività aziendale, equivale alla porta della crisi economica, soprattutto se si considera che le emittenti non potranno ovviamente contare, almeno in questa fase di ripartenza, su un bacino di utenza e su un un volume di messaggi commerciali sufficienti a coprire le nuove spese”.

“Tuttavia - ricorda Campo - Irfis Sicilia ha messo a bando contributi a fondo perduto proprio per questo settore, in favore di quei Fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale, che non abbiano ottenuto capacità trasmissiva o che siano risultati esclusi per carenza documentale nel bando Mise di assegnazione delle frequenze. La linea di intervento ha una dotazione di € 500.000 euro e il contributo incentiva gli operatori a riprendere l’attività attraverso lo streaming sul web. A questo punto - propone Campo - sarebbe di gran lunga più urgente e senza dubbio di maggiore utilità un contributo a fondo perduto, una tantum, per le emittenti locali del cosiddetto secondo livello. Lo si potrebbe fare ampliando la platea di beneficiari del bando già esistente, così da permettere l’accesso alle emittenti penalizzate, sostenendo questa loro delicata fase di riavvio delle attività, almeno per il primo anno. In alternativa, si potrebbe bandire un nuovo intervento riservato alle emittenti di secondo livello, con una dotazione finanziaria analoga. Ritengo che il presidente della Regione debba occuparsi con urgenza della faccenda, senza fare figli e figliastri con un bando Irfis che, così come concepito, non copre le esigenze di tutti gli operatori coinvolti nelle diverse problematiche della transizione al nuovo digitale terrestre”, conclude Campo.

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