1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

Vincenzo Lunardi, quando i palermitani si ‘fecero addosso’ per la paura (e la gioia)

 Il 15 marzo 1790, l’aeronautaVincenzo Lunardi, decollava col suo pallone aerostatico dalla Villa dei Padri Filippini a Palermo. Lla Cittadinanza tutta, accorsa in massa per assistere all’impresa, biasimava il fallimento dell'esperimento con vocaboli sboccati. Ma il 31 luglio 1790 il Lunardi prendeva il volo col suo pallone aerostatico dalla Villa Filippina, tanto rapidamente che la folla di spettatori fu presa da terrore: a lu scuru s’assittaru, / li fadetti si ’nchiapparu; / oh chi fetu! oh chi ppu ppu... Vincenzo Lunardi veniva portato in trionfo per le vie di Palermo.

19/10/2022 - Vincenzo Lunardi, pioniere dell'aeronautica e dell’aerostatica, ufficiale del genio napoletano, nato a Lucca nel 1759, con un pallone di sua ideazione e costruzione, fece il suo primo esperimento di ascensione a Chelsea (Londra) nel 1784. Poi fu la volta di Italia, Spagna e Portogallo. Le imprese dei Fratelli Montgolfier, che il 4 giugno 1783 erano riusciti a decollare col loro pallone aerostatico ad aria riscaldata, ispirò il Lunardi, che decise di progettare un pallone a gas di maggiore autonomia di volo. Dopo Chelsea, Lunardi pensò di stupire autorità e cittadini di Napoli, al cospetto di Ferdinando I delle Due Sicilie e di Palermo, prima di recarsi in Spagna e a Lisbona, dove morì, il 15 agosto 1806. 

 Il 15 marzo 1790, Vincenzo Lunardi a Palermo, col suo pallone aerostatico, tentò l’impresa partendo dalla Villa dei Padri Filippini, in presenza dei Viceré, della Nobiltà e della Cittadinanza tutta, accorsa in massa per assistere all’impresa ardita. Ma il pallone non riuscì a sollevarsi e ad elevarsi per mancanza di vento. Dopo ore di inutili manovre e tentativi il Lunardi dovette rinunziare all'impresa. Il popolo di Palermo si credette ingannato e tentò di “dare addosso al disgraziato areonauta, che dovette esser protetto e riparato dai Viceré e dai Nobili”. 
Il malumore e l’indignazione suscitarono derisione, trasformandosi in “satire poetiche d'ogni fatta, in italiano e in vernacolo, di letterati e di popolo”, poesie spiritose con vocaboli sboccati. 

 Ma il 31 luglio 1790, a mezzogiorno, dalla Villa Filippina, il Lunardi prendeva il volo col suo pallone aerostatico, tanto rapidamente che la folla di spettatori fu presa da terrore e compianse la sorte dell’aeronauta: li fadetti si ’nchiapparu; / oh chi fetu! oh chi ppu ppu (le sottane si sporcarono;
che fetore, oh che pupù). 
 “Ma la gioia e gli applausi furono grandissimi ed unanimi quando dopo due ore di viaggio aereo, caduto il pallone in mare a un 20 miglia dal porto”, il Lunardi tornava sano e salvo in città, a Palermo. Alle ore 22 Vincenzo Lunardi veniva portato in trionfo per le vie di Palermo al suono di tamburi, di canti e grida festose.

m.m.

La vulata di Liunardu cu lu balluni

Nun si leggi ’ntra lunaria
iri un omu mai ’nta l’ària;
Liunardu sulu ha statu
chi li nèvuli ha tuccatu,
la sô forza tantu arriva,
Liunardu viva, viva!
Viva, viva la sua virtù,
un omu di terra ’nta l’àriu fu!

Non si legge che in ‘lunaria’ *
vada un uomo mai nell’aria,
Leonardo solo è stato
che le nuvole ha toccato,
la sua forza a tanto arriva,
Leonardo viva, viva!
Viva, viva la sua virtù
un uomo di terra nell’aria fu.

Cu li setti matinati
scasau tutta la citati,
scuru forti già facia
e la genti ddà curria:
a lu scuru s’assittaru,
li fadetti si ’nchiapparu;
oh chi fetu! oh chi ppu ppu
’nta l’ariu jiu, ’nta l’àriu fu!

Con le sette mattinate
accorse tutta la città,
buio fondo già faceva
e la gente là correva:
ed al buio si accamparono
le sottane si sporcarono;
che fetore, oh che pupù
nell’aria sale, nell’aria fu!
[...]

(Traduzione dal siciliano di Mimmo Mòllica)

* Lunaria = lunario
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Illustrazione: Captain Vincenzo Lunardi with his Assistant George Biggin, and Mrs. Letitia Anne Sage, in a Balloon (1785) - Yale Center for British Art, Paul Mellon Collection.

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