Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

«Murritiàri», dai Nebrodi una parola ‘pruriginosa’ dalle graziose forme

A Castel di Lucio, in provincia di Messina, sui Nebrodi, "murriti" e "tuma", formaggio fresco tipico della Sicilia, sono un connubio attraverso cui i mastri casari modellano forme artigianali di cavallucci, colombe e graziosi 'armaluzzi’, fiori e campane. Ma cosa significa il il verbo dialettale «murritiàri»?

28/11/2022 -  Cosa dobbiamo intendere per "murriti" e cosa significa il verbo dialettale da cui esso deriva: "murritiàri"? A Castel di Lucio ricorda la "Sagra du Cascavaddu" (Sagra del caciocavallo), che si svolge ogni anno il 17 agosto, occasione per mettere in mostra e celebrare l’arte dei maestri casari, autentici maestri nell’ottenere forme artistiche e suggestive dal formaggio a struttura compatta e a pasta morbida (tuma, primo stadio del formaggio prodotto). «Murritiàri» vuol dire toccare insistentemente uno o più oggetti, ripetutamente; giocherellare, tormentare, toccare in continuazione, toccare insistentemente, punzecchiare, sollecitare. Ma alcuni studiosi e appassionati spiegano il verbo intransitivo «murritiàri» come “consumare il tempo ozieggiando: chiccherellare (Di Giovanni), garabullare, gingillare. 

Per il maestro Andrea Camilleri murritiari (murritiato, murritiannu, murritiaru) vuol dire [stuzzicare, provocare, infastidire; vedi ‘smurritiarlo’].  Un po’ «cazzuliare», appianare con la cazzuola, armeggiare con essa ripetutamente, insistentemente. 
Antonino Traina, nel suo dizionario della lingua siciliana, spiega il sostantivo maschile «murriti», come “enfiamento delle vene del sesso, nato da superfluità di sangue che concorre là: morice, morici. || Quei verminuzzi che sono nell’ano delle bestie”. E in chiave metaforica: scherzo, voglia di giuocare, beffare: ruzzo, prurito. 
E proprio quest’ultimo sostantivo «prurito» appare piuttosto esplicativo di «murritiari», essendo il prurito “un sintomo che provoca il riflesso o il desiderio irrefrenabile di grattarsi”, di fare qualcosa, ripetutamente, anche con le mani.

Mimmo Mòllica

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