Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

Giuseppe Di Matteo: Lupo mostra il "bunker" segreto in cui fu ucciso il piccolo disciolto nell'acido

Il giornalista di LA7, Danilo Lupo, torna sui luoghi in cui avvenne il crudele delitto del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino Di Matteo, rapito a 12 anni e tenuto prigioniero per 779 giorni, prima di essere strangolato e poi sciolto nell'acido nitrico. Lupo mostra il "bunker" segreto in cui il piccolo Giuseppe fu ucciso.

26/03/2023 - Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino Di Matteo, fu rapito quando era appena dodicenne, tenuto prigioniero per ben 779 giorni, prima di essere strangolato a San Giuseppe Jato, l'11 gennaio 1996, nel tentativo di impedire che il padre, Santino Di Matteo, decidesse di collaborare con la giustizia. Santino Di Matteo - tuttavia - decise di collaborare con la giustizia e allorchè Giovanni Brusca, boss di San Giuseppe Jato, venne condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ignazio Salvo, ordinò ad Enzo Brusca, Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo di uccidere il piccolo Giuseppe, che venne strangolato e disciolto nell'acido: era l'11 gennaio 1996, la sua prigionia era durata venticinque mesi.
L'ordine di ucciderlo era stato impartito da Matteo Messina Denaro, Giuseppe Graviano e Leoluca Bagarella. Nel corso del processo,Vincenzo Chiodo raccontò i dettagli macabri e orribili del delitto e le sue modalità.
Il piccolo Giuseppe Di Matteo, nato a Palermo il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di dodici anni, in un maneggio di Villabate, da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato.

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