OCCUPATI E DISOCCUPATI NEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO. L’Istat diffonde le serie storiche delle stime dei principali aggregati del mercato del lavoro - ricostruite dal 2006 al 2021. L’analisi si focalizza sugli ultimi due anni. I Sistemi Locali del Lavoro sono aggregazioni di comuni. Disoccupazione: i livelli più bassi nel Nord-est e nel Nord-ovest. Rispetto al 2019, nel 2021 l’occupazione risulta ancora in calo. Nel 2021 solamente 42 SLL (la maggior parte nel Mezzogiorno) sono ritornati ai livelli di occupazione pre-pandemia: 16 del Made in Italy (di cui 11 dell’Agro-alimentare), tre della Manifattura pesante, sei dell’Industria non manifatturiera e 17 senza specializzazione.
4 apr 2023 - La prima misura del divario territoriale nel mercato del lavoro italiano è senz’altro quella riferita al differente
tasso di occupazione che caratterizza il Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno: nel Centro-Nord è occupato il
48,8% dei residenti con almeno 15 anni di età; nel Mezzogiorno la quota scende al 34,4%. Differenze molto
marcate si osservano anche per il tasso di disoccupazione: nel Centro-Nord il 6,7% della forza lavoro è in cerca
di occupazione contro il 16,4% del Mezzogiorno.
Nel primo quarto (che comprende i SLL con tassi di occupazione tra il 24,8% e il 35,4%) sono presenti solo SLL
del Mezzogiorno: in particolare oltre il 90% di quelli calabresi e siciliani appartiene a questo gruppo.
Lo svantaggio del Mezzogiorno appare evidente
Lo svantaggio del Mezzogiorno appare evidente anche considerando il tasso di disoccupazione: il quarto della
distribuzione caratterizzato dai valori più elevati (compresi tra il 14,2% e 34,2%) è composto esclusivamente da
SLL di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna; in particolare, rientrano in questa categoria 37 SLL (su
43 totali) della Calabria, oltre i tre quarti di quelli siciliani e più della metà di quelli campani e pugliesi.
Nel terzo quarto (che comprende i SLL con tassi tra 14,2% e 8,3%), ricadono il 41,4% dei SLL del Mezzogiorno
(tutti i sistemi molisani e la maggior parte di quelli abruzzesi, lucani e sardi) e 27 dei 105 SLL del Centro (tutti
quelli del Lazio, eccetto Acquapendente e Montalto di Castro, tre delle Marche e otto della Toscana); solo in
Emilia Romagna, tra le regioni Nord-orientali, si registra un sistema (Comacchio) con valori compresi nel range,
mentre nel Nord-ovest i sistemi locali che vi rientrano sono cinque in Liguria (tra cui Imperia e La Spezia) e
altrettanti in Piemonte (tra cui Torino e Novara).
Nel secondo quarto (che comprende i SLL con tassi tra 5,8% e 8,3%) si colloca la maggior parte dei sistemi
locali del Centro, la metà di quelli del Nord-ovest, 22 del Nord-est e solo 11 del Mezzogiorno (sei abruzzesi,
quattro lucani e uno sardo).
Il primo quarto (che comprende i SLL con tassi valori del tasso tra 1,2% e 5,8%) racchiude oltre l’80% dei SLL
del Nord-est, 43 (su 106) di quelli del Nord-ovest e 13 del Centro; solo due SLL sono del Mezzogiorno, quelli
lucani di Lauria e Maratea.
La dinamica negli ultimi anni nei sistemi locali del lavoro: l’occupazione
La dinamica del mercato del lavoro degli ultimi anni è stata fortemente influenzata dagli effetti della pandemia,
iniziata nel primo trimestre del 2020. In quasi tutti i SLL si registra, tra il 2019 e il 2020, una diminuzione
dell’occupazione (quantificata con 724mila occupati in meno, pari al -3,1%) e solo in tre l’occupazione è risultata
in crescita: quello umbro di Todi e i due siciliani di Menfi e Mussomeli.
Le differenze a livello territoriale sono più evidenti se si considera l’intensità del calo dell’occupazione: al Centro
oltre il 77% dei SLL (81 su 105, dove insiste circa la metà della popolazione residente nella ripartizione) registra
un calo superiore alla media nazionale, a fronte del 53% nel Nord-est (63 su 119) e del 36,8% nel Nord-ovest
(39 su 106).
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