Aeroitalia e Aerolinee Siciliane: salta l'accordo per costi raddoppiati e licenza mancante

Salta l’accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane. Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante  Catania, 24 aprile 2024 – Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante. In data odierna è stato risolto l’accordo preliminare tra Aeroitalia e AerolineeSiciliane. Il Presidente Dott. Giacomo Guasone comunica che il MOU tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane si è concluso negativamente.   “A tutt’oggi, - dichiara il dr.Guasone, - la società Air Connect, oggetto dell’accordo, non è stata risanata e le richieste economiche per l’acquisizione della stessa sono state raddoppiate. L’aumento della richiesta insieme alla mancata riattivazione della licenza di volo e la conseguente perdita della stagione rendono impossibile l’investimento."

Case rifugio e vittime di violenza: nel Nord-ovest il 36,4%, nelle Isole il 13,8%

LE CASE RIFUGIO E LE STRUTTURE RESIDENZIALI NON SPECIALIZZATE PER LE VITTIME DI VIOLENZA, Anno 2023. La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e contro la violenza domestica (Istanbul, 2011) prevede che gli Stati aderenti predispongano “servizi specializzati di supporto immediato, nel breve e lungo periodo, per ogni vittima di un qualsiasi atto di violenza che rientra nel campo di applicazione” della Convenzione.

15 apr 2025 - A partire dalla ratifica in Italia della suddetta Convenzione i Piani nazionali contro la violenza hanno segnato un importante cambio di passo nella conoscenza del sistema della protezione delle donne vittime di violenza. L’Istat ha iniziato dal 2017 a rilevare dati sul Sistema della Protezione delle donne vittime di violenza. Nel 2018 sono state avviate le Indagini sulle prestazioni ed erogazioni dei servizi offerti dai Centri antiviolenza e analoga rilevazione sulle Case rifugio, nel 2020 è stata realizzata la rilevazione statistica sull’Utenza dei Centri antiviolenza, nonché la diffusione dei dati del numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking 1522.

Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case

rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla

violenza di genere.

 Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi

residenziali.

 Sono 4.157 i minori ospiti delle strutture: 2.875 sono i figli delle donne vittime di violenza accolte in

Casa rifugio, che potrebbero avere assistito o subito a loro volta la violenza, mentre 1.282 sono i

minori vittime di violenza ospiti in strutture non specializzate.

 Nel 2023 è aumentata del 3,1% rispetto al 2022 l’offerta delle Case rifugio (sono 464), raddoppiate

rispetto al 2017 primo anno della rilevazione Istat.

 Il tasso di copertura delle Case rifugio è tuttavia ancora basso (0,15 ogni 10mila donne in Italia)

con differenze territoriali importanti (si va dallo 0,21 del Nord-ovest allo 0,09 al Centro e al Sud).

 Sono aumentate anche le donne ospiti delle Case rifugio, da circa 1.800 nel 2017 a oltre tremila

nel 2023.

 Sono di più le donne ospitate nel Nord-est (1,5 per 10mila donne), nel Nord-ovest (1,2 per 10mila

donne) e nelle Isole (1,0), rispetto al Centro e al Sud (entrambe 0,7 per 10mila donne), rispetto al

valore di 1,0 del totale Italia.

 In aumento anche i figli accolti, circa 2.900 nel 2023 (erano 2.670 nel 2022). Soltanto 10 Case non

accolgono i figli delle donne.

 Il 97,6% delle Case rifugio riceve fondi pubblici, il 2,4% invece attinge solo a fondi privati.

Aumenta il numero delle Case rifugio

Nel 2023 è cresciuta l’offerta delle Case rifugio (CR), anche grazie all’aumento dei finanziamenti erogati

negli anni da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio: le donne vittime

di violenza possono contare su 464 CR, il 3,1% in più rispetto alle 450 attive nel 2022, il doppio delle Case

attive nel 2017 (primo anno di riferimento dell’Indagine).

La distribuzione territoriale delle Case rifugio non è omogenea sul territorio nazionale. Nelle regioni del

Nord-ovest si trova il 36,4% delle Case, il 23,7% nel Nord-est, il 14,0% al Sud, il 13,8% nelle Isole e il 12,1% nel Centro.

Se si rapportano le strutture alla popolazione femminile cui potenzialmente sono rivolte, l’offerta delle Case

rifugio è pari a 0,15 per 10mila donne residenti in Italia; considerando esclusivamente le donne vittime di

violenza, l’offerta sale a 1,99 ogni 10mila vittime.

Le differenze territoriali risultano ancora più marcate quando si tiene conto della numerosità della

popolazione femminile nelle varie aree geografiche: l’offerta delle Case nel Nord-ovest (0,21 per 10mila

donne residenti), nelle Isole e nel Nord-est (rispettivamente 0,20 e 0,19 per 10mila donne residenti) è circa il

doppio dell’offerta al Centro e al Sud (0,09 in entrambe le aree).

I gestori sono in prevalenza soggetti privati

Le Case rifugio che hanno risposto alla Rilevazione 4 si caratterizzano per la natura privata del loro ente

promotore. Quattro Case su cinque (78,1% nel 2023; 82,1% nel 2022) hanno un ente promotore privato

qualificato nel sostegno e nell’aiuto alle donne vittime di violenza; il valore massimo si registra nelle Isole

(88,6%).

Le quote più elevate di promotori di natura pubblica, nella forma di enti locali in forma singola o associata,

sono invece al Centro (33,3%).

Inoltre, nella maggior parte dei casi (82,1%) l’ente promotore e quello gestore che fornisce il servizio

coincidono. Nei casi in cui il gestore è un ente diverso dal promotore (67 su 375), si tratta per lo più di un

promotore pubblico che delega a un ente privato l’erogazione dei servizi (86,6%).

Immagine di repertorio Amnesty International

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