Naso, 30 agosto 2009 - Cari coetanei, giovani, gentili signore e signori, buongiorno e benvenuti a questo lieto appuntamento dei nati a Naso nell’anno 1939.
Noi “coscritti” del ’39, facendo seguito all’incontro generale di cinque anni fa, con questo raduno vogliamo festeggiare i nostri settanta anni d’età, grande, bello, importante traguardo della vita, assieme ai nostri familiari e amici.
Cogliendo l’occasione e per ricordare l’attaccamento al nostro paese natio, noi “giovani” del ’39 abbiamo voluto finanziare il restauro (ad opera del M° Luciano Pensabene Buemi) della pregevole statua lignea dello scultore Sebastiano Leone del XVII secolo, raffigurante San Francesco di Paola, custodita nella Chiesa Matrice di Naso. All’insegna dell’amicizia, dell’allegria e dei ricordi è certamente un gioioso ritrovarsi, un raccontare della propria vita e dell’impegno produttivo nella società ove ciascuno ha operato fattivamente. Centoottantatre sono i nati in tutto il territorio di Naso nel 1939.
Davvero tanti, trattandosi di una piccola, anche se antichissima e gloriosa, città. La nascita avviene in un periodo assai difficile, perché spirano venti di guerra e perché le condizioni socio-economiche generali sono veramente difficili. E nel ‘39 è subito guerra con tutte le sue tragiche conseguenze. Lasciando la famiglia diversi Nasitani partono per il fronte e vari ragazzi nati nel ’39 conoscono il proprio genitore quando sono già grandicelli.
I tempi miseri della guerra e del dopo guerra fanno crescere tra stenti e sacrifici, ma tutti andiamo avanti. Ogni ragazzo del trentanove si impegna, si “industria” a vivere e a crescere, cercando al contempo di lavorare nei vari settori produttivi, di imparare un mestiere, di studiare per conseguire un titolo di studio onde poter svolgere un’attività professionale; diversi prendono la via dell’emigrazione per vari paesi del mondo ove fanno fortuna.
I giovani e le giovani della gloriosa classe del ’39 divengono agricoltori, impiegati, artigiani, commercianti, industriali, amministratori, docenti, liberi professionisti ( avvocati, agronomi, ecc.), scrittori, dirigenti , ecc.; tutti si impegnano ad essere fattivi nella propria famiglia e nella collettività, orgogliosi di essere Nasitani e di occupare dignitosamente un posto nella società in cui sicuramente lasciano visibile traccia del proprio impegno e del proprio ingegno.
Oggi noi, qui riuniti con i nostri familiari, volgiamo un ricordo a coloro, del trentanove, che non sono più ed un saluto ai nostri coetanei settantenni che, impossibilitati o abitanti in luoghi lontani, non sono potuti essere presenti.
Abbiamo vissuto in un’epoca storica che ha visto molti cambiamenti, grande sviluppo sociale ed economico, tanto progresso scientifico e tecnico; siamo stati testimoni di sconvolgimenti politici, di grandiose imprese spaziali e sportive; abbiamo visto accorciare le distanze tra i popoli della terra sia attraverso i moderni mezzi di comunicazione e di trasporto sia mediante l’elettronica. E diciamolo pure: non è finita, anzi… il progresso avanzerà sempre più e noi vogliamo esserne testimoni.
Ora l’auspicio di tutti è che ognuno possa continuare ad impegnarsi, come sempre, in modo fattivo, nella propria collettività e nella propria famiglia. Infine l’augurio più grande è di poterci rivedere ancora per tanti e tanti anni in buona salute, in armonia e sempre con vivacità di spirito, attorniati dai nostri cari familiari, e con molte belle cose da raccontare. Auguri infiniti a tutti i settantenni Nasitani della mitica classe del ‘39.
Angelo Santaromita Villa
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