Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

PDCI MESSINA, BERLUSCONI: FRAMMENTI DI PROCURA. L’INDECENZA NON HA LIMITI

Messina, 09/09/2009 - Petrucci: Berlusconi dà l’impressione di voler imporre un velo sui fatti del 92, del 93, del 94’. Chissà se, da uomo spregiudicato quale è, non abbia l’intenzione di imporre alla sua maggioranza di approvare una generale, complessiva, totalizzante amnistia che comprenda quei ‘fatti’.

“Non sappiamo cosa siano i ‘frammenti di procura’ ai quali allude Berlusconi nel suo discorso alla Fiera di Milano. Sappiamo che esistono le Procure, che sono organi istituzionali il cui compito è accertare i reati e perseguire penalmente i colpevoli, nel generale interesse della comunità”.
Lo ha detto Salvatore Petrucci, segretario regionale dei Comunisti italiani, commentando l’ennesimo attacco del Presidente del consiglio ai magistrati e in particolare a quelli palermitani.
“Grazie al lavoro e alla dedizione di tanti magistrati delle procure – ha aggiunto -, spesso spesa fino al supremo sacrificio di sé, sono stati inferti colpi durissimi a Cosa nostra. Grazie a quel lavoro in Sicilia si è accesa la speranza di poter vivere liberi dal giogo delle organizzazioni mafiose. Ma molte trame ancora debbono essere dipanate e occorre che sia fatta luce proprio sugli avvenimenti che insanguinarono il Paese nei primi anni Novanta del secolo scorso”.

Secondo il segretario del Pdci siciliano, “Berlusconi rampogna chi, per dovere del suo ufficio, ancora si interessa ‘a fatti del 92, del 93, del 94’ e dà l’impressione di voler imporre un velo sugli avvenimenti di quegli anni, che pare lo interessino, con buona pace per la verità e la giustizia. Chissà se, da uomo spregiudicato quale è e che non fa e non esterna nulla per caso, non abbia l’intenzione di imporre alla sua maggioranza di approvare una generale, complessiva, totalizzante amnistia che comprenda quei ‘fatti’. Sarebbe la conferma che l’indecenza non ha limiti e che la barbarie ha travolto ogni senso comune e ogni parvenza del diritto. Col dispregio assoluto di tutti i veri servitori dello Stato, che sono caduti nell’adempimento del loro dovere”.
L'Ufficio Stampa Pdci Messina

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