Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SALINADOCFEST, IL DOCUMENTARIO NARRATIVO NELL'AREA MEDITERRANEA

Salina, 07/09/2009 - Dal 20 al 26 settembre, con il sostegno di Associazione Salina-Isola Verde, A.N.F.E e Comuni di Leni, Malfa e Santa Marina, si tiene a Salina (Isole Eolie) la III edizione del SalinaDocFest, dedicata al documentario narrativo in area mediterranea.
Ideato e diretto da Giovanna Taviani, il SalinaDocFest - arricchito da un percorso itinerante volto ad esaltare anche il patrimonio ambientale ed enogastronomico dell'isola - è ormai l'appuntamento culturale più atteso dell’arcipelago eoliano, protagonista della storia del cinema italiano sin dagli anni Quaranta, quando Alliata, Maraini e Moncada fondavano la
“Panaria Film”, casa storica di produzione dedicata proprio al documentario e set di tanti film importanti: da Stromboli all’Avventura, da Vulcano a Kaos, dal Postino a Caro Diario. Il concorso internazionale - la cui giuria, presieduta da Irene Bignardi, sarà composta da Antonio Delgado (direttore del festival Documenta Madrid), Agostino Ferrente (regista), Pietro Montano (docente universitario) e Jacopo Quadri (montatore) - ha come tema IL MIO PAESE: GLI INVISIBILI.

Dal mondo del lavoro, alla realtà sociale contemporanea, dai flussi migratori alle tradizioni locali, la parola d’ordine è “dare visibilità agli invisibili”: una scommessa che questo piccolo festival lancia a tutto il cinema italiano, portando in primo piano un genere narrativo che, pur raccontando le più importanti emergenze sociali del nostro paese, è ancora condannato a una sorta di clandestinità.
Molti gli ospiti previsti in questa nuova edizione: Nicola Piovani, che parteciperà
all'inaugurazione della manifestazione il 20 settembre, Lidia Ravera, che il 22 aprirà il
workshop dedicato a Neorealismo tra cinema e letteratura con un intervento intitolato
Che fine ha fatto la realtà? Gianfranco Rosi, che presenterà una breve anticipazione sul suo
prossimo lavoro e Claudio Giovannesi che il 24, nella serata dedicata a Sguardi sul nuovo
cinema italiano: tra fiction e non fiction, presenterà La casa sulle nuvole, il suo ultimo film.

Il 25 settembre, per la sezione Reperti di memoria, il festival renderà omaggio ai sessant’anni
di Stromboli, Terra di Dio di Roberto Rossellini con una proiezione sull’isola di Stromboli,
alla presenza di Renzo Rossellini e dei protagonisti isolani che parteciparono alle riprese del
film. Il 26 settembre sarà inaugurato a Malfa il nuovo Museo dell'immigrazione, con
Memorie del futuro: il recupero della memoria documentata, un convegno curato
dall'Associazione Nazionale Famiglie Emigranti. Ospite d’eccezione, Franco Battiato.

Il comitato artistico del festival, composto da Paolo e Vittorio Taviani, Romano Luperini e
Bruno Torri, consegnerà il Premio speciale “Dal testo allo schermo” allo scrittore e
giornalista pakistano Mohsin Hamid, autore de Il fondamentalista riluttante (Einaudi). La
cerimonia, seguita da un incontro con l'autore, si terrà a bordo del Liberty Tug, lo storico
rimorchiatore restaurato dalla "Fondazione Palazzo Intelligente" di Guido Agnello, che ogni
sera, dalle 24 in poi sarà la location del dopofestival.

Completano la manifestazione le giornate di Documentiamoci - Finestra sul
presente, dedicate ai più importanti documentari italiani degli ultimi anni, e il gemellaggio
con la Mostra Internacional de Cinema de São Paulo, con una Finestra sul Brasile.
Al programma cinematografico si affianca, per la prima volta, uno spazio dedicato alla
fotografia, con il 1° Concorso di Fotografia Documentaria a tema ambientale dal titolo
“Obiettivo Ambiente”, un'occasione per celebrare le Isole Eolie come uno dei simboli del
patrimonio dell'Unesco. Gli scatti selezionati saranno presenti anche all'interno della
piattaforma di sharing "YouImpact" (http://www.lifegate.it).
Info: www.salinadocfest.org
ufficio stampa
Marzia Spanu mob. +39 335 6947068
ufficio.stampa@salinadocfest.org
Francesca Cantarutti mob. +39 338 5425460
comunicazione@salinadocfest.org

Un ponte sul Mediterraneo

Se oggi il SalinaDocFest festeggia la sua terza edizione, lo dobbiamo, prima di tutto, alla
forza immaginifica di queste isole. Isole di fuoco, dove approdò coi suoi compagni, nel
suo antico viaggio di ritorno, Ulisse, come ci narra in una prima teatrale nazionale Mimmo
Cuticchio. Isole del cinema, anche, accompagnate talvolta, penso a Caro diario e a Kaos,
dalle avvolgenti note di Nicola Piovani. Isole, infine, di fondazione del documentario, se
pensiamo che proprio qui, nella sede dell’“Ariana” al porto di Rinella, Francesco Alliata,
Pietro Moncada, Fosco Maraini e Renzo d’Avanzo fondarono la storica “Panaria Film”. A
questa tradizione il festival continua a dare il suo contributo, portando sull'isola i giovani documentaristi più promettenti del panorama attuale internazionale, che, quando riescono a opporsi al silenzio delle TV e alle regole della nuova Videocrazia, fanno luce in
modo dirompente sulle tragedie dei popoli che ci circondano. Penso a Stefano Savona,
unica telecamera entrata nella striscia di Gaza durante i giorni della guerra, vincitore del
premio della giuria a Locarno, che sarà ospite da noi sull’isola.

Eppure, nel nostro paese, si continua a non investire sulle nuove potenzialità del
documentario e a condannarlo alla clandestinità. Dare visibilità agli Invisibili, tema che
abbiamo posto con forza al centro del concorso della terza edizione, richiamandoci al
motto di protesta degli abitanti delle isole - “Isolani sì, Isolati no!” - contro la
soppressione dei mezzi di trasporto che rischia di isolarli dal continente condannandoli,
appunto, alla invisibilità, è una scommessa che il SalinaDocFest lancia a tutto il mondo
del cinema e della cultura. In questa direzione si muove il Workshop per gli insegnanti
delle scuole medie superiori, dedicato alla trilogia di uno dei padri del Neorealismo (e
quindi all’“idea documentaria” che è alla base del nostro Festival), Roberto Rossellini, che
insieme a De Sica e Visconti seppe dare voce a chi non ne aveva e torna oggi a essere un
vitale punto di partenza per le nuove generazioni di registi e scrittori cresciuti dopo il
crollo del muro di Berlino. A lui e alla preziosa testimonianza del figlio, lo storico
produttore Renzo Rossellini, il Festival dedica un omaggio per i sessant’anni da Stromboli
Terra di Dio.

Ma invisibili ai riflettori della Società dello Spettacolo sono anche le Orme lasciate sul
suolo dai profughi che cercano asilo politico in Europa e che, oggi più di ieri, vengono
respinti con violenza verso le prigioni della polizia libica. Ce lo aveva raccontato di
persona, lo scorso anno, Dag, protagonista di Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, e ancora oggi il ricordo dei suoi occhi fa abbassare a terra i nostri. A loro quest’anno dedichiamo la sezione finale del Festival sulle tragedie del mare - la Pinar del testo teatrale di Francesco Viviano, la Nave Fantasma del monologo di Sarti - troppo spesso censurate dall’informazione o lasciate affondare sotto gli abissi del mare. Perché uno degli
obiettivi del nostro festival, in collaborazione con A.N.F.E., da sempre vigile sul problema
degli emigrati, è porsi come ponte sul Mediterraneo e tornare a fare di quel mare, oggi
luogo di morte e cimitero di corpi, l’antico crocevia di scambi e di culture che è all’origine
della nostra civiltà. A questo scopo Il SalinaDocFest ha inaugurato una serie di
partenariati con importanti Festival europei di documentari legati al bacino del
Mediterraneo, a partire dalla Spagna, che condivide con noi tradizioni, abitudini
linguistiche, migrazioni.

SIAMO TUTTI MIGRANTI!

sarà lo slogan sullo striscione che affiggeremo sulla Liberty Tug, per la serata conclusiva del festival, che vedrà come ospite d’onore lo scrittore pakistano Moshin Hamid, per il suo lucido e, in qualche modo, profetico Il fondamentalista riluttante. A voler dire che la terra è di tutti e che chi teme la conoscenza dell’altro teme anche la conoscenza di se stesso.
A tutte le persone che condividono con noi questo orizzonte è dedicato il nostro festival.
Come quella anziana signora dell’isola che un giorno, uscendo da una proiezione, disse: -
Questo festival è bello perché anche quando finisce continui a pensarci -. Con l’augurio di
continuare a pensarci, buon Festival a tutti.

Il mio paese: gli Invisibili

Qualche tempo fa ho letto un articolo della scrittrice Lidia Ravera, quest’anno ospite da noi
come relatrice del Workshop per insegnanti su Rossellini e gli invisibili, in merito al dibattito
che da mesi coinvolge la società civile del nostro paese e che fa perno su questa domanda:
“Cosa aspettiamo a ribellarci?” Una domanda che ci siamo posti più volte nel corso di questo
lungo anno. Vedendo i documentari scelti per il concorso della terza edizione del nostro
festival ci si accorge che l’indignazione esiste, ma non ha più i mezzi per potersi esprimere.

È diventata invisibile. Forse per questo abbiamo scelto come tema del terzo concorso
internazionale del Salinadocfest Gli invisibili, ad indicare una massa incandescente di persone,
primi fra tutti noi documentaristi, che dietro i riflettori della televisione cercano
disperatamente, spesso senza esito, di far sentire la loro voce. Invisibile è Dan, un senza
tetto rumeno per le vie di Barcellona (En enero, quizàs), che aspetta i tempi della moratoria
imposta dal governo spagnolo per poter trovare un lavoro e ricominciare una vita normale;
invisibile è il piccolo Mahmoud che sogna di diventare un acrobata del Circo Nazionale
Egiziano del Cairo (Above the Gound) o i cinque giovani serbi “persi nella transizione” della
vecchia Jugoslavia alla ricerca di un paese che non esiste più (Lost in transition). Invisibile,
perché fuori dalla morale comune, è il rapporto d’amore, ad un tempo morboso e tenero, tra
un padre e un figlio, Vannino e Salvatore, entro l’interno di una casa di periferia di Palermo
(Padre nostro); invisibile è il mondo contadino calabro arrestatosi sui lunghi tempi dell’attesa
e della rinunzia (Preparativi di fuga) o la storia della sinistra italiana perdutasi tra le reliquie di
un trasloco iniziato molto tempo fa (Il trasloco del Bar di Vezio).

Fare luce sulle ombre

sembra oggi la missione dei nuovi documentaristi europei: sulle donne che non tacciono
(Ragazze la vita trema), che non si limitano al lamento ma oppongono alle voci del potere il
punto di vista alternativo di chi ancora dice: “Io non sono così”; sulle fiere madri delle
desaparecide italiane che ancora chiedono giustizia al processo europeo contro i militari
argentini responsabili del sequestro e dell’omicidio delle proprie figlie (Noi che siamo ancora
vive).

E ancora sulle donne siciliane emigrate sessanta anni fa a Montreal per andare a
raggiungere, spesso con dolore e delusione, i mariti sposati per foto e per procura (Ho fatto il
mio coraggio); e sui vecchi e i giovani di Gibellina, paese dell’entroterra siciliano devastato
dal terremoto del ‘68, che ancora attendono la ricostruzione delle proprie case e della propria
memoria per poter elaborare il lutto e chiudere i conti con il passato (Earthquake ’68 - Gente
di Gibellina).

Memoria, donne, emigrazione: sono i tre fili rossi che uniscono tra loro la
selezione. Perché quando la verità si rovescia in menzogna e il potere del linguaggio si
identifica tout court nel linguaggio del potere, l’unica ancora di salvezza sembra il rigore della
documentazione - ricorrente in questi documentari l’uso del repertorio come argine alla deriva
delle interpretazioni - e il recupero della memoria. Solo ricordare come eravamo può aiutarci
a capire come siamo e come forse saremo.

È quella incrinatura dello sguardo che Changez, il protagonista del romanzo Il fondamentalista riluttante, intravede negli occhi di Erica. L’incrinatura degli occhi di noi occidentali, che troppo spesso distogliamo lo sguardo e non riusciamo a vedere più. Basta un attimo, invece, per riattivare la memoria e far riaffiorare il ritorno del represso a lungo sepolto. Come quei pugni di sabbia gettati sulle pupille dello spettatore che Roberto Saviano, uno dei primi tra gli ospiti del Salinadocfest, attribuisce ai grandi documentari di Vittorio De Seta, il padre invisibile del documentario italiano. In un primo momento gli occhi ti bruciano, poi li stropicci e alla fine vedi meglio. Questo può fare oggi il documentario. Farci aprire gli occhi sul paese reale, tanto più reale quanto più invisibile, perché oscurato dai riflettori dei mezzi di comunicazione. Un paese che sconta giorno dopo giorno la distanza tra le parole e le cose, la mancanza di connessione dello Stato con i problemi reali della gente.

“È facile dimenticare e farci dimenticare. L’oblio è lo strumento più spietato in mano al potere”, scriveva il poeta Franco Fortini. Far riemergere la memoria dagli abissi dell’oblio e fare luce sulle zone invisibili della realtà è l’unica strada che abbiamo per tentare di ricostruire un contro orizzonte e sentirci parte di un paese, che è stato, e può ancora tornare ad essere, un grande paese.

Giovanna Taviani

A - SEZIONE CINEMA IL MIO PAESE: GLI INVISIBILI.

Concorso internazionale di documentari che abbiano come oggetto la realtà del proprio paese,
filtrata da un nuovo sguardo soggettivo che documenta e insieme racconta. Il titolo, che muove da Cesare Zavattini e giunge fino a noi con l'ultimo documentario di Daniele Vicari (Il mio paese), indaga e porta allo scoperto gli invisibili del nostro tempo, radicati nei sottoboschi della realtà sociale contemporanea, nelle perdute tradizioni locali, nel sempre più precario mondo del
lavoro, nel mare ostile che respinge i flussi migratori, nelle maglie dei regimi politici che negano la libertà di esistere e di esprimersi.


REPERTI DI MEMORIA: L'IDEA DOCUMENTARIA DI ROBERTO ROSSELLINI.

Sezione dedicata ai maestri del documentario, o a chi, come i padri del Neorealismo italiano, ne abbiano gettato le fondamenta. In un rapporto dialettico tra passato e presente si
confronteranno i capolavori di Rossellini Paisà, Germania anno 0 e Stromboli - Terra di Dio ai nuovi registi del cinema italiano, che inserendosi e rinnovando il solco della tradizione, iscrivono le tragedie del presente entro una nuova cornice epica, dove la cronaca si fa immediatamente storia. In omaggio ai sessant'anni di Stromboli - Terra di Dio, inoltre, il film verrà proiettato
nell'isola di Stromboli, alla presenza degli abitanti dell'isola che parteciparono alle riprese.
FINESTRA SUL PRESENTE: DOCUMENTIAMOCI Una sezione dedicata ai più importanti titoli della recente produzione documentaristica italiana o a documentari che abbiano già avuto una loro visibilità in campo internazionale. I registi presenti, al termine della proiezione dei loro film, terranno un incontro sul documentario, alla presenza di una giuria popolare dell'isola, che,
come già nelle scorse edizioni, assegnerà il premio del pubblico al miglior documentario della sezione.

SGUARDI SUL CINEMA ITALIANO.

Una serata di riflessione e indagine sul nuovo cinema italiano che quest'anno,
provocatoriamente, il SalinaDocFest ha deciso di dedicare a Claudio Giovannesi e al suo ultimo film La casa sulle nuvole. Al
termine della proiezione l'autore discuterà con il pubblico insieme al giornalista Alberto Crespi e al filosofo Pietro Montani.

FINESTRA SUL BRASILE. Si conferma il gemellaggio con la "Mostra Internacional de Cinema de Sao Paulo", prestigioso festival del Brasile giunto alla sua XXXIII edizione, che porterà sull'isola un documentario scelto tra i migliori dell'ultima edizione, accompagnato dall'autore. La giuria brasiliana, presieduta dal direttore della Mostra di San Paolo, Leon Cakoff, assegnerà al
miglior documentario del SalinaDocFest uno spazio all'interno della propria manifestazione nel mese di ottobre. Terra di approdo per i nostri emigranti, e di commistioni culturali, il Brasile costituisce un orizzonte di riferimento ideale per il SalinaDocFest.

WORKSHOP PER INSEGNANTI: DA ROSSELLINI A OGGI. DARE VOCE AGLI INVISIBILI.

Workshop per insegnanti delle scuole medie superiori di tutta Italia organizzato dal CIDI e promossa dalla Palumbo Editore. L'edizione 2009 avrà come tema Da
Rossellini a oggi: dare voce agli invisibili. Letteratura e cinema a confronto. Previsti interventi di Lidia Ravera, Romano Luperini,
Daniela Brogi, Vito Zagarrio, Stefano Savona, Maurizio Braucci, Renzo Rossellini, Paolo e Vittorio Taviani.

CONVEGNO ANFE: MEMORIE DEL FUTURO. IL RECUPERO DELLA MEMORIA

DOCUMENTATA. Al termine del convegno il musicista Franco Battiato inaugurerà il Museo dell'emigrazione di Malfa con un omaggio musicale dedicato agli emigrati siciliani in nord Africa.

B - SEZIONE TEATRO/MUSICA/FOTOGRAFIA

Completano il programma del Festival, nei vari luoghi dell'isola, percorsi di degustazione enogastronomica offerti da SalinaIsolaVerde, spettacoli teatrali e musicali, tra cui In viaggio per Itaca di Mimmo Cuticchio, Pinar, Austine e Asik, di Francesco Viviano, sulla tragedia della Pinar, mai come in questi giorni drammaticamente attuale, e il concerto dell'orchestra
multietnica siciliana Sun, che si esibirà nella serata conclusiva del Festival a bordo del "Liberty Tug" in un concerto in rada dedicato allo slogan SIAMO TUTTI MIGRANTI!

Quest'anno, infine, oltre a diverse mostre fotografiche allestite nei diversi comuni dell'isola durante i giorni del Festival, il SalinaDocFest propone uno spazio dedicato alla fotografia, cogliendo così un'occasione per celebrare le Isole Eolie come uno dei simboli del patrimonio dell'Unesco. A questo scopo, in collaborazione con LifeGate, la piattaforma per il mondo eco-culturale nata per diffondere valori, consapevolezza, rispetto dell'uomo e dell'ambiente, il festival ha istituito un concorso fotografico che prende il nome di "Obiettivo Ambiente" con conseguente mostra degli scatti vincenti durante i giorni del Festival. Il concorso si
propone di mostrare la bellezza della natura e del territorio delle Isole Eolie con particolare attenzione all'utilizzo in loco delle energie rinnovabili (come quella eolica o l'energia solare termica).

C - SEZIONE PREMI

"PREMIO SALINADOCFEST - TASCA D'ALMERITA"

Premio della giuria per il Miglior Documentario del concorso "Il mio
paese: gli invisibili": 5000 euro. La giuria della terza edizione 2009 sarà costituita da Irene Bignardi, Antonio Delgado,
Agostino Ferrente, Pietro Montani, Iacopo Quadri.
"PREMIO BRASILE" Premio attribuito dalla Mostra Internazionale del Cinema di San Paolo: invito del regista e del
documentario vincitore alla Mostra Internazionale del Cinema di San Paolo. La giuria sarà composta dai direttori Leon Kakoff e
Renate De Almeida.

"PREMIO DOCUMÈ"

Premio per il Miglior Documentario del concorso "Il mio paese: gli invisibili": distribuzione del
documentario nei circuiti alternativi di Documé. La giuria sarà composta da tre membri dell'Associazione Documé, presieduti da Giuliano Girelli.

"PREMIO PUBBLICO SALINA"

Premio del pubblico per il miglior documentario del Concorso "Il mio paese: gli Invisibili": 1000
euro. Saranno gli abitanti dell'isola a scegliere il migliore fra i documentari in concorso.
"PREMIO DOCUMENTIAMOCI" Premio attribuito dal pubblico di Salina al miglior documentario della sezione FINESTRA SUL
PRESENTE
"PREMIO CONCORSO FOTOGRAFICO SALINADOCFEST: OBIETTIVO AMBIENTE" Premio della giuria per il Miglior Percorso
Fotografico: fotocamera digitale Fuji FinePix J10 8.2 Megapixel CCD. La giuria sarà composta da Ayesha De Lorenzo, Linda Sidoti, Melo Franchina.

"PREMIO SPECIALE DAL TESTO ALLO SCHERMO"

A scrittori e personalità del mondo della cultura, distintisi per opere di
particolare impegno civile al confine tra letteratura e cinema. Per la terza edizione Il premio speciale viene assegnato allo
scrittore pakistano Mohsin Hamid per il romanzo Il fondamentalista riluttante (Einaudi 2007). Il Comitato d'onore del Festival,
composto dai registi Paolo e Vittorio Taviani, il critico letterario Romano Luperini e il critico cinematografico Bruno Torri
consegnerà il premio "MAGGIO A SALINA" offerto dall'associazione SalinaIsolaverde. A bordo del Liberty Tug, lo scrittore terrà un
incontro con il professore Romano Luperini alla presenza del pubblico sul tema: "Scrivere in Occidente dal punto di vista
dell'altro", che sarà moderato dalla giornalista Stefania Berbenni.
PROGRAMMA
DOMENICA 20 settembre_______________________________________________
MALFA – Centro Congressi
DOCUMENTIAMOCI – FINESTRA SUL PRESENTE
11.00 Armando e la politica di Chiara Malta (2008) Italia/Francia 73'
15.30 Radio Egnatia di Davide Barletti (2008) Italia 74'
Incontro con l'autore
Presentano Antonio Pezzuto e Mazzino Montinari
LINGUA -Piazzetta
21.00 SERATA INAUGURALE
Omaggio a Nicola Piovani
22.30 Spettacolo In viaggio per Itaca di e con Mimmo Cuticchio
LUNEDÌ 21 settembre_________________________________________________
MALFA – Centro Congressi
DOCUMENTIAMOCI – FINESTRA SUL PRESENTE
11.00 La paura di Pippo Delbono (2009) Francia 69'
Presentano Antonio Pezzuto e Mazzino Montinari
FINESTRA SUL BRASILE
16.00 KFZ - 1348 di Gabriel Mascaro e Marcelo Pedroso (2008) Brasile 81'
Incontro con l'autore
Presenta Emanuela Tomassetti
S. MARINA SALINA – Porticciolo turistico
DOCUMENTIAMOCI – FINESTRA SUL PRESENTE
21.30 Videocracy di Erik Gandini (2009) Svezia 85'
Incontro con l'autore
Presentano Antonio Pezzuto e Mazzino Montinari
S. MARINA SALINA – Rimorchiatore Liberty Tug
24.00 IL PUNTO SUL SALINADOCFEST – Incontro fra autori e stampa
MARTEDÌ 22 settembre________________________________________________
S. MARINA SALINA – Gallery Libreria Amaneï
REPERTI DI MEMORIA: L'IDEA DOCUMENTARIA DI ROBERTO ROSSELLINI
11.00 Stromboli, terra di Dio di Roberto Rossellini (1949) Italia 107'
Presenta Michele Suma
MALFA – Centro Congressi
CONCORSO INTERNAZIONALE: “IL MIO PAESE: GLI INVISIBILI”
11.00 Il trasloco del bar di Vezio di Mariangela Barbanente (2009) Italia 56'
15.30 Ho fatto il mio coraggio di Gianni Princigalli (2009) Italia/Canada 50'
17.00 Over Jorden, under Himlen di Simon Lereng Wilmont (2009) Danimarca/Egitto 28'
FUORI CONCORSO
18.00 Preparativi di fuga di Tommaso Cotronei (2008) Italia 38'
S. MARINA SALINA – Porticciolo turistico
DOCUMENTIAMOCI – FINESTRA SUL PRESENTE
21.30 Gomorra cinque storie brevi di Melania Cacucci (2008) Italia 60'
Incontro con l'autrice
Presentano Antonio Pezzuto e Mazzino Montinari
S. MARINA SALINA – Rimorchiatore Liberty Tug
24.00 IL PUNTO SUL SALINADOCFEST – Incontro fra autori e stampa
MERCOLEDÌ 23 settembre______________________________________________
S. MARINA SALINA – Gallery Libreria Amaneï
REPERTI DI MEMORIA: L'IDEA DOCUMENTARIA DI ROBERTO ROSSELLINI
11.00 Paisà di Roberto Rossellini (1946) Italia 125'
Presenta Michele Suma
MALFA – Centro Congressi
CONCORSO INTERNAZIONALE: “IL MIO PAESE: GLI INVISIBILI”
11.00 Earthquake '68 – Gente di Gibellina di Emanuele Svezia (2008) Italia 98'
15.30 Lost in transition di Thom Vander Beken (2008) Belgio 60'
17.00 Noi che siamo ancora vive di Daniele Cini (2008) Italia 82'
MALFA – Hotel Ravesi, spazio letterario
12.00 Incontro con gli autori dei documentari in concorso.
S. MARINA SALINA – Porticciolo turistico
DOCUMENTIAMOCI – FINESTRA SUL PRESENTE
21.30 Below Sea Level di Gianfranco Rosi (2008) Italia/Stati Uniti 115'
Incontro con l'autore
Presentano Antonio Pezzuto e Mazzino Montinari
S. MARINA SALINA – Rimorchiatore Liberty Tug
24.00 IL PUNTO SUL SALINADOCFEST – Incontro tra autori e stampa
GIOVEDÌ 24 settembre________________________________________________
S. MARINA SALINA – Gallery Libreria Amaneï
REPERTI DI MEMORIA: L'IDEA DOCUMENTARIA DI ROBERTO ROSSELLINI
11.00 Germania anno zero di Roberto Rossellini (1947) Italia 75'
Presenta Michele Suma
MALFA – Centro Congressi
CONCORSO INTERNAZIONALE: “IL MIO PAESE: GLI INVISIBILI”
11.00 En enero, quizàs di Diogo Costa Amarante (2008) Cile/Spagna 50'
15.30 Padre nostro di Carlo Lo Giudice (2008) Italia 40'
17.00 Ragazze la vita trema di Paola Sangiovanni (2009) Italia 85'
MALFA – Hotel Ravesi, spazio letterario
12.00 Incontro con gli autori dei documentari in concorso.
POLLARA – Piazza
SGUARDI SUL CINEMA ITALIANO
21.00 La casa sulle nuvole di Claudio Giovannesi (2009) Italia 96'
Incontro con l'autore
Intervengono Pietro Montani e Alberto Crespi.
Modera Michele Suma
MALFA – Santa Isabel
24.00 FESTA SULLA TERRAZZA
VENERDÌ 25 settembre________________________________________________
MALFA – Hotel Ravesi, spazio letterario
11.00 Incontro con gli autori dei documentari in concorso.
STROMBOLI - Piazzetta
EVENTO SPECIALE PER I 60 ANNI DEL FILM STROMBOLI, TERRA DI DIO
Ospite Renzo Rossellini
18.00 Presentazione del progetto Museo del Cinema di Stromboli
a cura di Zalab e La stanza dello scirocco
19.00 Il était une fois... Rome, ville ouverte di Marie Genin (2006) Francia 52'
Incontro con l'autrice
20.00 Siamo donne – Ep. Ingrid Bergman di Roberto Rossellini (1953) Italia 20'
SABATO 26 settembre_________________________________________________
MALFA – Museo dell’Emigrazione
10.30 CONVEGNO A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati)
MEMORIE DEL FUTURO: IL RECUPERO DELLA MEMORIA DOCUMENTATA
Introduzione ai lavori con la proiezione di SUPEROTTO IN FAMIGLIA dedicati ai siciliani
emigrati nel mondo, al piano Carmelo Travia. Con l’amichevole partecipazione di Renato
Sarti.
Introduce Gaetano Calà. Modera Stefania Berbenni
12.30 Inaugurazione del Museo dell’emigrazione di Salina
Ospite d’onore Franco Battiato
13.30 Presentazione del magazine Percorsi, quadrimestrale edito da A.N.F.E.
RINELLA – Rimorchiatore Liberty Tug
17.00 PREMIO “DAL TESTO ALLO SCHERMO”
Il comitato d'onore, Romano Luperini, Paolo e Vittorio Taviani, Bruno Torri attribuisce il
premio allo scrittore Mohsin Hamid autore de Il fondamentalista riluttante.
Modera Stefania Berbenni
RINELLA – Spiaggia
19.00 Spettacolo teatrale La porta della vita di Francesco Viviano con Filippo Luna
RINELLA – Molo
SERATA CONCLUSIVA
21.30 Assegnazione Premio Tasca d'Almerita, Premio del pubblico SalinaDocFest, Premio
Brasile, Premio Documé, Premio Documentiamoci, Premio concorso fotografico.
Presenta Johnny Palomba l'invisibile
RINELLA – Molo
FESTA FINALE: SIAMO TUTTI MIGRANTI!
23.00 Concerto multietnico dei SUN con la partecipazione di musicisti eoliani
WORKSHOP DOCENTI
MARTEDÌ 22 settembre
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S. MARINA SALINA – Gallery Libreria Amaneï
Da Rossellini a oggi: dare voce agli invisibili. Letteratura e cinema a confronto.
15.00-19.00 Introduzione di Maurizio Muraglia, vice-presidente nazionale del CIDI
Apertura dei lavori a cura di Giovanna Taviani e Michele Suma. Daniela Brogi (Università
di Siena), Anna, Ingrid e le altre. Il femminile nella narrativa neorealista tra cinema e
letteratura. Incontro con la scrittrice Lidia Ravera, Che fine ha fatto la realtà?
19.00 Replica Stromboli, terra di Dio di Roberto Rossellini (1949) Italia 107'
MERCOLEDÌ 23 settembre______________________________________________
S. MARINA SALINA – Gallery Libreria Amaneï
Da Rossellini a oggi: dare voce agli invisibili. Letteratura e cinema a confronto.
15.00-18.00 Vito Zagarrio (Roma Tre), Narrare la guerra ieri e oggi. Incontro con lo
sceneggiatore Maurizio Braucci e il regista Stefano Savona, daGaza.org: le immagini del
quotidiano per raccontare una guerra
S. MARINA SALINA – Terrazza Libreria Amaneï
EVENTO SPECIALE WORKSHOP: VENTI ANNI DOPO IL MURO DI BERLINO
18.00-20.00 Presentazione del libro di Paolo Jedlowski, Il racconto come dimora. Heimat e
le memorie d’Europa, dialogo tra Michele Cometa (Università di Palermo) e Paolo
Jedlowski (Università della Calabria), Muri e macerie nell’Europa di oggi
Con Lidia Ravera, Daniela Brogi, Bruno Torri, Vito Zagarrio, Massimo Gaudioso,
Stefano Savona. Modera Michele Suma
GIOVEDI' 24 settembre

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S. MARINA SALINA – Piazzetta Paino

Da Rossellini a oggi: dare voce agli invisibili. Letteratura e cinema a confronto.
17.00-19.00 Conclusioni di Romano Luperini (Università di Siena), Gli intellettuali e
l’impegno: il ritorno alla realtà oggi Ospiti Renzo Rossellini, Paolo e Vittorio Taviani.
Modera Michele Suma
MOSTRE
MALFA – Centro Congressi
CONCORSO FOTOGRAFICO: OBIETTIVO AMBIENTE SalinaDocFest09
Esposizione delle tre foto vincitrici del concorso
MALFA – Centro Congressi
Omaggio alle Isole Eolie
Selezione di fotografie dei partecipanti al concorso
MALFA – Hotel Signum
Salina Summer
Slideshow di fotografie e fotomontaggi di Ayesha DeLorenzo
Rimorchiatore Liberty Tug
ORME, essenze di un miraggio. Migranti e Migrazioni
Collettiva fotografica a cura di Angelo Scandurra
MALFA – Hotel Ravesi
Didyme, isola di luce fra visibile ed invisibile
Esposizione di fotografie di Melo Franchina
Rimorchiatore Liberty Tug
SalinaDocFest
Reportage dessiné par Pascale Corbeel
Schede - sezione concorso internazionale
Il trasloco del bar di Vezio
Mariangela Barbanente
riprese Mariangela Barbanente e Sabrina Varani montaggio Ilaria Fraioli
durata 56’ origine Italia, 2009
produttori Gioia Avvantaggiato per GA&A e Mariangela Barbanente
Il trasloco di uno dei bar più famosi di Roma, Il bar dei comunisti, ovvero il bar di Vezio a via
dei Delfini. All’inizio era solo una latteria, ma dietro l'angolo, in via Botteghe Oscure, c'era la
sede storica del PCI. E Vezio è comunista. Ogni centimetro quadrato era coperto da foto,
manifesti, busti, ritagli di giornale. Ci si fermava per leggere il quotidiano, per commentare le
partite, i risultati elettorali. Il trasloco di Vezio racconta la fine di un’epoca, di un modo di
incontrarsi e di vivere la politica. “Era nato come un filmino di famiglia. Uno dei bar più
particolari di Roma lasciava la sua sede storica, e avevo pensato di raccogliere una
testimonianza. E poi… poi ho capito che questo bar era un osservatorio privilegiato per
raccontare una parte della nostra Storia. Un esercizio ragionato di nostalgia. Il bar di Vezio
era il retrobottega delle «Botteghe Oscure», dal quale si poteva sbirciare quello che si
svolgeva nella sala principale. È la collocazione che ha reso speciale questo bar, vicino alla
sede del PCI, ma anche a Piazza Venezia, al Ghetto, a via Caetani dove fu trovato il cadavere
di Moro… per cent'anni la Storia gli è passata accanto”. (Mariangela Barbanente)
Mariangela Barbanente (Mola di Bari, 1968) vive a Roma. Lavora principalmente come
sceneggiatrice con alcune incursioni nel campo del documentario iniziate nel 1994 con due
cortometraggi scientifici per l’ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative). È stata aiutoregista e
ha collaborato alle riprese di Prove di Stato (1998) e A scuola (2004) di Leonardo Di Costanzo. Nel
2000 ha realizzato la sua opera prima, Sole. Nel 2006 ha collaborato alla sceneggiatura de L’orchestra
di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente. Nel 2005 una prima versione de Il trasloco del bar di Vezio, è
andata in onda in formato seriale (6 x 30’) sulla rete satellitare Planet.
Ho fatto il mio coraggio
Giovanni Princigalli
da un'idea di Paolo e Silvia Venier soggetto Giovanni Princigalli ricerche Aurora Caredda e
Giovanni Princigalli suono Giovanni Princigalli montaggio Carlo Ghioni e Giovanni Princigalli
musiche Nicola Romanelli, Ambrogio Sparagna, Officina Zoé, Lu rusciu nostru
durata 50’
origine Canada 2009
prodotto Heros Fragiles con il contributo della Direzione Generale Italiani all'Estero del
Ministero agli Affari Esteri, in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia a Montreal e
l'Istituto Italiano di Cultura di Montreal
Storie d'amore, matrimoni, fidanzamenti, incontri per foto, procura e posta tra gli Italiani di
Montréal e gli Italiani del Sud Italia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Ma la trasformazione
da contadini in operai: i conflitti sul lavoro, il sindacato, il padronato, la condizione della
donne in fabbrica, e, infine, la vecchiaia, l’attesa della morte. Il film contiene immagini
d'archivio di famiglia, di musei, di fotografi, artisti ed antropologi, e della vecchia tv italo -
montrealese "teledomenica" da poco scoperte e restaurate. “Ho girato il film in solitudine,
senza equipe, un po’ a causa del budget davvero modestissimo, ma anche perché ormai mi
sono abituato a vivere così l’esperienza documentarista. Ho trovato incredibile, magico
l’apertura delle persone che ho ripreso, sincera, emotiva e spontanea. È questo che rende
straordinaria l’esperienza del documentarista. Questo film si inserisce in una sorta di trilogia
in cui racconto storie di donne di culture popolari e marginali, spesso emigranti, che sognano
l’amore come una diversa realtà sociale. Trovo che sia una grande sfida quella di portare nel
documentario i sogni, i ricordi, le emozioni, tutte cose che spesso deleghiamo al cinema di
fiction” (Giovanni Princigalli).
Giovanni Princigalli, (Bari, 1968) è un regista cinematografico ed un ricercatore appassionato
d’antropologia e di scienze storiche e sociali. Dopo essersi laureato con Franco Cassano, ha studiato
cinema con Giuseppe Piccioni, e Umberto Contarello, e poi a Parigi con Annie Comolli (assistente di
Jean Rouch). Risiede a Montreal, dove si è trasferito nel 2003 in seguito ad una borsa di studio offerta
dal Governo del Canada per laureati stranieri. Nel 2007 ha fondato una compagnia di produzione:
"Heros fragiles". Ha realizzato Japigia Gagì (2004), su una comunità di rom rumeni alla periferia di
Bari, La notte della Taranta video notes about music, sulla manifestazione che si svolge ogni anno a
Melpignano, nel Salento, Gli errori belli, doc sull’emigrazione. Attualmente sta producendo e girando un
documentario in Camerun, dal titolo Les fleurs à la fenêtre
Over Jorden, under Himlen (Sopra la terra, sotto il cielo)
Simon Lereng Wilmont
fotografia Simon Lereng Wilmont montaggio Simon Lereng Wilmont musica Simon Linnert,
Under Byen interpreti Mahmoud Sameh, Kamal Mohammad suono Simon Lereng Wilmont
durata 29’
origine Danimarca - Egitto, 2009
produzione The National Film School of Denmark, Semat Production, Cairo
Il piccolo Mahmoud sogna di diventare un acrobata del Circo Nazionale Egiziano. Si allena
duramente molti giorni alla settimana con il suo maestro Kamal. Ma un giorno ha molte ore, e
molte altre cose il ragazino deve fare. Mahmoud lotta quotidianamente per vivere il suo
sogno. “La scuola di cinema mi ha mandato al Cairo con un biglietto di ritorno, il materiale
per filmare e un po’ di soldi. Il compito era al tempo stesso semplice e difficile. Avevo un
mese per girare un documentario di mezz’ora. Ma niente è veramente semplice, in Egitto. Il
protagonista della mia idea originaria, subito prima di iniziare le riprese, ha abbandonato il
progetto trasferendosi in Arabia Saudita, senza darmi una parola di spiegazione. Stavo
lasciando il paese senza aver girato nulla, senza più ambizioni e molto triste. Così sono
andato a vedere il Circo Nazionale egiziano per trovare un po’ di sollievo, e là ho visto lo show
di Mahmoud. Questa è la storia. E penso che per me, questa storia, abbia rappresentato la
classica bella favola, che dimostra come tutto sia possibile, se hai la volontà di lottare per
raggiungere quello che vuoi, e se mantieni un atteggiamento positivo ed una mente aperta”
Simon Lereng Wilmont ha appena terminato i suoi studi come regista di documentari al The National
Film School of Denmark. Al momento ha appena terminato il suo film di diploma Dormitory Master, e
sta lavorando come coregista al progetto di documentario Travelling with Mr. T finanziato dal Danish
Film Institute. Tra i suoi precedenti lavori, Ramonas Journey (2004), Closed Rooms (2005), The Game
(2007)
Earthquake ’68 - Gente di Gibellina
Emanuele Svezia
sceneggiatura Emanuele Svezia fotografia Francesco Medosi montaggio Emanuele Svezia musica
Filippo Gatti, Francesco Gatti, Cristiano De Fabritiis, Renato Ciunfrini interpreti Alessandro
Parisi, Vito Antonio Bonanno, Nicolò Stabile, Gioacchino De Simone, Franco Messina,
Vincenzo Fiammetta, Fabrizio Tritico, Josè Carvalho
durata 98’
origine Italia, 2008
produzione Sottotraccia - Gruppo Informale
Nel 1968 un terremoto rade al suolo Gibellina, piccolo centro rurale della Sicilia. Dopo 12 anni
di baraccopoli la popolazione può insediarsi nel suo nuovo centro: un paese-dormitorio a 20
km dalla vecchia Gibellina, costruito secondo i canoni di un’urbanistica utopica aliena dal
contesto sociale locale. Il sindaco Corrao, che guiderà la città per 25 anni, intuisce la
necessità di ricostruirne l’identità e chiama a raccolta i grandi nomi dell’arte e dell’architettura
contemporanea di tutta Europa. Ma la città-museo diventa un corpo estraneo con cui la
popolazione stenta a ri-socializzare. “Gibellina ha una storia profondamente articolata e
controversa, che spesso ti porta a interpretarla senza mezzetinte: o bianco o nero. Due città,
la vecchia e la nuova; due cimiteri in cui dover scegliere di seppellire i propri cari; due
baraccopoli nelle quali la popolazione è stata divisa; due anime politiche, in cui la gente
continua a riconoscersi. Il tempo ha sanato molte ferite e alla lunga anche i più anziani
stanno accettando e comprendendo la nuova forma del loro vecchio paese. Ma alcune fratture
rimangono aperte e lo scopo del nostro progetto era proprio quello di dare un pur minimo
contributo alla loro ricomposizione”
Emanuele Svezia, nato a Roma, dove lavora dal 2001 come montatore e film-maker. Nel 2006
collabora al montaggio de L’Orchestra di Piazza Vittorio di A. Ferrente, e successivamente è aiuto regia
di Francesca Comencini su In Fabbrica, e di Giovanni Piperno su CIMAP – Cento Italiani Matti a Pechino.
Con Earthquake ‘68, su cui lavora dal 2004, è alla sua prima regia. Successivamente ha realizzato il
docu-film Mustafa, il mercato trasferito e altre storie - Le trasformazioni di Piazza Vittorio a Roma e ha
montato La Danza delle api di G. Piperno e G. Cederna, docu-film sul multilinguismo a Roma.
Lost in Transition
Thom Vander Beken
montaggio Simone Rau suono Marijn Thijs
durata 60’
origine Belgio, 2008
produttore Bart Van Langendonck produzione Savage Film_Production
Dado e Velibor avevano 12 anni quando la Jugoslavia si è dissolta nei primi anni Novanta.
Nemanja ricorda di aver visto le immagini dei suoi compagni serbi picchiati e uccisi. Può
ancora ricordare l'odio che sentiva nel guardare quelle immagini in televisione. Cinque uomini
sono raccontati in questo film, provenienti da diverse zone della Serbia, tutti nella stessa
fascia d'età (tra i 25 e 30), tutti giovani, quando è scoppiata la guerra: alcuni hanno perso il
padre, altri hanno dovuto abbandonare il villaggio dove sono cresciuti, tutti hanno dovuto fare
i conti con un passato che in fondo non gli appartiene. “Mi sono informato molto, leggendo
numerosi libri ed intervistando moltissime persone. Ma il film è la mia versione della storia,
raccontato con l'aiuto dei personaggi che ho selezionato. Sono convinto che in un
documentario anche elementi di finzione possono aiutare a raccontare la storia e possono
contribuire a creare uno specifico stile visivo e narrativo del film. Lost in transition inizia con
un bambino vestito da Superman. È il mio modo per introdurre il tema dell’eroe” (Thom
Vander Beken).
Thom Vander Beken, ha studiato alla St Lukas film school a Bruxelles. Realizza il suo primo film nel
2002, Ik droomde Ons, mentre il suo film di diploma, Alice (2004), è stato proiettato in molti festival.
Ha lavorato per diverse compagnie di produzione, ed è stato assistente di regia al Flemish Opera e al
Muziektheater Transparant di Anversa. Lavora a Lost in Transition dal 2006, e con questo progetto, nel
2007, è stato selezionato al Berlinale Talent Campus. Recentemente ha realizzato un lavoro
commissionatogli dalla organizzazione socio culturale “De Figuranten”: Grand Tour.
Noi che siamo ancora vive
Daniele Cini
sceneggiatura Daniele Cini, Osvaldo Alzari montaggio Alessia Gervasi, Julia Salerno
suono Martin Montrasi, Stefano Monaco Musiche Ludovico Einaudi, Alessandro Molinari, Liliana
Herrero, Leon Gieco, Victor Heredia, Mercedes Sosa, Luis Alberto Spienetta, Languito,
Charlie Garcia, Gotan Project
durata 82’
origine Italia, 2008
produzione Talpa s.a.s. con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri, Direzione generale per
gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Rai – Radiotelevisione italiana – Rai Tre
Il 5 ottobre del 2006, a Roma, si è aperto il dibattimento del terzo processo europeo ai
militari argentini responsabili del sequestro e dell’omicidio di alcuni cittadini italiani. Il
processo riguardava uno dei più terribili luoghi di morte in quel periodo: l’ESMA, dove più di
5000 giovani vennero torturati e fatti sparire, lanciati dagli aerei in mare aperto o nel Rio de
la Plata. Il documentario, oltre a seguire e riprendere tutte le tappe del giudizio, si propone di
indagare nei sentimenti: lo strazio delle madri; il tormento dei sopravvissuti; l’impegno
collettivo nella lotta per i diritti umani; il trauma dei figli quando scoprono che i loro presunti
padri sono a volte assassini dei loro autentici genitori. “Il documentario nasce dal mio
desiderio di riprendere il processo, che da subito mi è apparso un evento storico imperdibile.
Le riprese diventavano, via via, meno casuali, i tagli e il numero di telecamere si
moltiplicavano; la Corte mi ha permesso di scavalcare il campo e vedere il pubblico dal punto
di vista del testimone. È il mio quarto documentario sul tema dei desaparecidos, quello meno
storico-divulgativo: stavolta mi interessava di più l'emozione” (Daniele Cini).
Daniele Cini, diplomato al Centro sperimentale nel 1978, si dedica principalmente al documentario,
collaborando con programmi della Rai quali Quark, Pan, Eureka, Delta, Mixer, Fluff, Geo e Geo. Con
Mixer nel mondo e Rai tre realizza reportage in Irak, Colombia, Nicaragua, Cina, Perù, Giordania,
Tunisia, Algeria, Israele, Marocco, Germania e Argentina. Nella fiction ha lavorato a ricostruzioni
filmate per Misteri, Blu notte, Ultimo minuto e ad alcune puntate della serie La Squadra. Ha pubblicato
il libro Io, la rivoluzione e il babbo e diretto e scritto il film Last food e diversi cortometraggi. Lavora
abitualmente per La storia siamo noi e per History Channel. Globo d’oro 2009 per il documentario Noi
che siamo ancora vive.
En enero, quizás (In gennaio, forse)
Diogo Costa Amarante
sceneggiatura Jose Domingo Rivera, Diogo Costa Amarante fotografia Diogo Costa
Amarante montaggio Diogo Costa Amarante suono Jose Domingo Rivera
durata 50’
origine Cile Spagna, 2008
produzione Jose Domingo Rivera, Diogo Costa Amarante con l’appoggio della Escac
La Romania è entrata nell’Unione Europea il 1° gennaio 2007. Lo stesso giorno, il governo
spagnolo ha emanato una moratoria, che per due anni limita la possibilità per i cittadini
rumeni di trovare lavoro in Spagna Centinaia di rumeni, arrivati in Spagna per lavorare, si
sono ritrovati senza il permesso per farlo. En enero, quizás, descrive la vita quotidiana di
Dan, un rumeno senza casa che lotta per sopravvivere nelle vie di Barcellona e crede che a
gennaio del 2009, nel momento in cui finiranno i 2 anni previsti dalla moratoria, potrà trovare
un lavoro e riorganizzare la sua vita.
Diogo Costa Amarante è nato in Portogallo dove si è laureato in legge. Dopo essere stato selezionato
per partecipare ad un workshop nella Hola Lisboa Ibero-Americano Film Festival, ha presentato un
cortometraggio che è stato premiato con una borsa di studi sul documentario, a Barcellona. Il film di
diploma Jumate/Jumate, selezionato in molti festival internazionali, ha vinto il premio della giuria a
Documentamadrid 08, il Goldenbollfilmfestival ed il Golden Egg, premio del Reykjavik International
Film Festival Talent Campus. Nel 2009 è stato selezionato per partecipare al Berlinale Talent Campus
dove ha presentato En enero, quizás, e sviluppato il suo primo film di finzione.
Padre nostro
Carlo Lo Giudice
fotografia Carlo Lo Giudice montaggio Pedro Duarte, Serge Trefaut suono Carlo Lo
Giudice interpreti Salvatore e Vannino Schembari
durata 40’
origine Italia, 2008
produzione Clg, Archinet s.r.l. vendite internazionali e distribuzione Vitagraph s.a.s.
Padre nostro è una storia d’amore. La storia d’ogni giorno tra Salvatore e Vannino. 50 anni il
primo, 90 il secondo e i capelli candidi come la neve. Un rapporto padre-figlio spontaneo e
vero, fuori dagli schemi, che a tratti inquieta il comune sentire. Salvatore e Vannino
condividono tutto, persino il letto, seminudi, per farsi compagnia. In barba alle imposizioni
della mascolinità, si addormentano abbracciati perché Vannino non riesce a prendere sonno
se Salvatore non lo gratta un po’. “A me aveva colpito l’onnipresenza di Vannino nella vita del
figlio, che già conoscevo. Si deve instaurare un rapporto di stima reciproca con il soggetto del
proprio lavoro. È un tipo di cinema “libero” non solo come mezzo, ma soprattutto come
ragionamento che si instaura tra regista e protagonisti; un ragionamento che
successivamente bisogna ritrovare anche negli spettatori, lì davanti allo schermo, pronti ad
osservare una scultura nell’atto stesso di scolpirla”
Carlo Lo Giudice, dal 1990 realizza corti, documentari, video per il teatro. Nel 1997 è selezionato per
la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo di Torino. Nel 2003 ottiene la borsa di
studio Movin’up indetta dal G.A.I. per la mobilità internazionale degli artisti. Dal 1999 ha avviato un
progetto di documentari sulla percezione dello spazio urbano in alcune città europee. Ha tenuto
laboratori di cinematografia presso l’Opera Universitaria di Catania e, sul documentario sociale, presso
la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania. Dal 2009 insegna multimedialità
dei Beni Culturali presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e tiene un laboratorio di cinema presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania. Tra i suoi lavori: Catania#01 (1999); La Grande Cena (2000);
Lisbona#02 (2001); Atene#03 (2003); Ragazzini del Librino (2006)
Ragazze - La vita trema
Paola Sangiovanni
fotografia Eleonora Patriarca montaggio Nicola Moruzzi musica Giorgio Giampà suono Maximilen
Gobiet
durata 85’
origine Italia, 2009
produttore Laura Cafiero produzione Metafilm, Fake Factory
Alessandra, Maria Paola, Marina e Liliana hanno provenienze diverse, geografiche, culturali e
sociali e le loro vite si sono incrociate o sfiorate a Roma tra la fine degli anni Sessanta e i
Settanta. I loro racconti di oggi in prima persona sono integrati da immagini di repertorio,
provenienti da archivi audiovisivi in parte privati e inediti, vivide e presenti. È un raccontare
in soggettiva. Il partire da sé formulato spontaneamente durante la stagione del Femminismo
e che si voleva alla base di un modo nuovo di fare politica, diventa oggi narrazione storica.
Paola Sangiovanni ha esordito nella regia nel 1993 con il cortometraggio Ogni cosa al suo posto,
proiettato in numerosi festival tra cui: Clermont-Ferrand, Arcipelago, e Bellaria. Di seguito ha diretto e
presentato in varie manifestazioni l’opera di videoarte Vocali (1994), la docufiction Senzapatria (1996),
il cortometraggio Voci (2001), lo speciale sul film L’orizzonte degli eventi di Daniele Vicari, Dietro
l’orizzonte (2005), il documentario Diario di un superamore (2005), il mediometraggio documentario
Staffette (2006), il backstage di Riparo di Marco S. Puccioni, Anis tra di noi (2007) e il documentario
Girando Palermo (2007), una serie di racconti dal set de Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati.
Ragazze - La vita trema è il suo primo lungometraggio.

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