Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

A TAORMINA, ‘LO SVILUPPO DELL’AFRICA: UN’OPPORTUNITÀ PER L’EUROPA, PER L’ITALIA E PER LA SICILIA’

Taormina, 10 sett. 2009 - Per il terzo anno consecutivo la Sicilia si appresta a diventare la piattaforma da dove alimentare un dibattito internazionale focalizzato sui grandi temi connessi allo sviluppo economico, culturale e sociale dell’Africa. Chiamati all’appello dalla Fondazione Banco di Sicilia, intellettuali e imprenditori, scienziati ed economisti, politici e decisori, provenienti da ogni parte del mondo, si riuniranno a Taormina l’1 e il 2 ottobre 2009 per dar vita
e sostanza all’edizione 2009 del Forum ‘Lo sviluppo dell’Africa: un’opportunità per l’Europa, per l’Italia e per la Sicilia’ realizzato con il supporto di The European House – Ambrosetti.
L’Africa è stata a lungo dimenticata dai meccanismi economici-finanziari del business globale. In questi ultimi anni, però, qualcosa è cambiato. Il Continente africano (nonostante gli effetti della crisi globale) sta lanciando importanti segnali di ripresa, attirando l’attenzione della business community internazionale: un Pil complessivo in crescita, un trend di sviluppo che coinvolge molti dei suoi Paesi, una popolazione giovane potenzialmente in grado di garantire per il futuro
forza lavoro ed entusiasmo imprenditoriale.

“Il tema è attuale: di un’Africa in crescita ne parlano ogni giorno politici ed economisti di tutto il mondo. La Fondazione Banco di Sicilia lo fa da tempo. Con lungimiranza abbiamo guardato all’Africa già due anni fa, cercando di individuare quali fossero le sue potenziali leve economiche” - afferma Giovanni Puglisi, Presidente della Fondazione Banco di Sicilia. “Questo Forum è un progetto dalle grandi valenze economiche, sociali e culturali. È un appuntamento annuale
ormai atteso e conosciuto anche oltre confine. Il fatto che si tenga in Sicilia, geograficamente ponte naturale fra Europa e Africa, corona e in un certo senso giustifica gli sforzi della nostra Fondazione, che ha come obiettivo prioritario la valorizzazione del territorio dell’Isola e delle sue risorse.”

Fin dalla sua prima edizione, il Forum è stato pensato in un’ottica pluriennale. Lo scopo è quello di dar vita a un
momento di incontro periodico in cui far convergere le grandi proposte connesse allo sviluppo dell’Africa e in
cui la leadership africana e europea possa riunirsi per parlare concretamente di come incrementare le relazioni
strategiche fra i due Continenti. All’Italia, e ancor più alla Sicilia, il compito di porsi come trait d’union, come mediatore
fondamentale per future avventure imprenditoriali in grado di coinvolgere player internazionali.
 Prima tappa: Palermo, maggio 2007. La Fondazione Banco di Sicilia promuove il primo Forum e presenta i risultati
di una ricerca finalizzata a mappare le potenzialità economiche dell’Africa.
 Seconda tappa: Taormina, ottobre 2008. Il Forum vive una nuova edizione durante la quale, fra l’altro, vengono
presentati alcuni progetti imprenditoriali pronti a partire e da svilupparsi in Africa.
 La terza edizione del Forum, quella in programma appunto il prossimo ottobre, si preannuncia ricca di stimoli.
Con prospettive assolutamente concrete, a Taormina la Fondazione annuncerà:
o la fase di start-up di un progetto di telemedicina e formazione connesso alla Comunità di Sant’Egidio e,
nello specifico, al programma DREAM che da anni combatte in Africa i problemi connessi alla diffusione
dell’AIDS e alla malnutrizione. Con un investimento di 17 milioni di euro in cinque anni, il progetto mira a dotare
delle infrastrutture necessarie alle attività di telemedicina e formazione a distanza 20 centri DREAM in Africa,
creare un polo di eccellenza sulla telemedicina in Sicilia attraverso il centro DREAM di Messina, avviare
programmi formativi in loco per personale medico, paramedico e informatico (circa 4.000 persone coinvolte).
o l’avvio di un centro di promozione finalizzato a incentivare la formazione universitaria in Europa della
futura classe dirigente africana. Attraverso questo progetto, che prevede un investimento iniziale di circa 1
milione di euro, si stima che arriveranno in Europa circa 15.000 studenti africani.
o lo studio di fattibilità per la realizzazione in Africa di un Parco agroalimentare capace di coinvolgere player
internazionali. Focalizzato su produzioni agricole-zootecniche o ittiche prevalentemente destinate ai mercati
interni, il Parco dovrà essere autonomo dal punto di vista energetico, collegato da una rete di infrastrutture
locali e dovrà essere attrezzato per garantire in loco la trasformazione industriale dei prodotti.
Fra i relatori che hanno già confermato la loro presenza al Forum di ottobre non passano inosservati lo statunitense
James Heckman (Premio Nobel per l’economia nel 2000), Amre Moussa (Segretario Generale della Lega degli Stati
Arabi), Renato Brunetta (il nostro Ministro per la ‘Pubblica Amministrazione e l'Innovazione’), Vincenzo Scotti
(Sottosegretario per gli ‘Affari Esteri’), Kerry Kennedy (Fondatore del Centro per i Diritti Umani), Calab Foundanga
(Governatore della Banca Centrale di Zambia), Adolfo Urso (Vice Ministro per le ‘Attività produttive’ con delega al
‘Commercio estero’), Andrea Riccardi (Fondatore della Comunità di Sant’Egidio), David Olusanya Ajakaiye (Direttore di
Ricerca dell’AERC – African Economic Research Consortium).
Una ricerca per ‘comprendere’ l’Africa
Il Forum di ottobre sarà anche il palcoscenico ideale per presentare l’evoluzione del lavoro di ricerca condotto da The
European House – Ambrosetti e finalizzato a fornire, anno dopo anno, una fotografia aggiornata sulla situazione socioeconomica
dell’Africa.
L’impatto della crisi economica sul Continente africano
Fino a poco tempo fa gli analisti internazionali ritenevano che la crisi non avrebbe colpito l’Africa per via delle ancora
modeste dimensioni del suo settore bancario (solo 13 mercati borsistici) e per gli scarsi collegamenti con i mercati
finanziari mondiali. La ricerca evidenzia che così non è stato: lo sviluppo reale dell’Africa ha comunque risentito del
globale trend negativo:
. i tassi di crescita del Pil del’intero continente, fino al 2007 pari a circa il 6%, sono stati corretti al ribasso: le
stime per il 2009 parlano di un tasso di crescita pari all’1,5% (dato l’incremento demografico, per la prima volta
dal 1994 diminuisce il Pil pro-capite). Per il 2010 è prevista una ripresa ad un tasso pari a circa il 3,8%, che è
comunque inferiore ai ritmi di crescita elevati prima della crisi.
. l’impatto della crisi è soprattutto indiretto, come conseguenza della contrazione della domanda mondiale. È stato
calcolato (fonte: Uneca) che la crisi porterà a una perdita di 251 miliardi di dollari di valore delle esportazioni
nel 2009 (in percentuale è una perdita del 7,1%).
. è prevista anche una riduzione degli investimenti diretti esteri verso l’Africa, che nel 2007 hanno raggiunto il
picco con 53 miliardi di dollari.
L’Africa e gli Obiettivi di sviluppo del Millennio
Un altro aspetto significativo della ricerca è l’analisi su come l’Africa si sta muovendo per centrare gli ‘Obiettivi di
sviluppo del Millennio’, ovvero gli otto ‘traguardi’ cruciali che tutti i 191 stati membri dell'ONU si sono impegnati a
raggiungere entro l'anno 2015 per garantire un mondo più sicuro, prospero ed equo.
Rispetto al primo obiettivo (lo sradicamento dell’estrema povertà e della fame nel mondo), lo studio sottolinea un dato
positivo almeno fino al 2007: in Africa la percentuale di persone estremamente povere, che vivono con meno di un
dollaro al giorno, è scesa dal 55,7% del 1990 al 51,4% del 2007. Nel 2009, però, si rischia una pericolosa inversione
di tendenza. Soprattutto l’Africa subsahariana, a causa della crisi in atto, sta tuttavia incontrando difficoltà nel
raggiungimento degli otto Obiettivi.
Tra i best performer, invece, ci sono: Camerun, Capo Verde, Senegal, Kenya, Mauritania e Ghana.
I corridoi transnazionali e la dimensione multi-regionale dello sviluppo
“In più aree dell’Africa stanno sviluppandosi i cosiddetti corridoi transnazionali, grandi progetti finanziati dalla comunità
internazionale per la realizzazione di opere infrastrutturali che consentono di aumentare la mobilità, le connessioni e gli
scambi fra più Stati africani, incrementando le comunicazioni e migliorando l’approvvigionamento energetico. Sono la
vera leva per lo sviluppo del Continente” - sottolinea Marina Mira d’Ercole, Senior Consultant di The European
House - Ambrosetti, nel commentare i dati della ricerca.
Il corridoio Nord-Sud rappresenta un progetto pilota che prevede, con un approccio multi-settoriale, non solo
investimenti in infrastrutture ma anche l’adozione di misure per favorire i commerci e gli scambi.
A monte vi è l’impegno congiunto di tre organizzazioni regionali africane (COMESA, EAC e SADC)* che, insieme agli 8
Stati direttamente coinvolti (Sudafrica, Zimbabwe, Zambia, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Malawi,
Botswana e Mozambico) e ad altri grandi finanziatori della comunità internazionale (fra cui la Banca Africana di Sviluppo:
380 milioni di dollari – la Banca Mondiale: 500 milioni di dollari – l’Unione europea: 150 milioni di dollari), si sono
impegnati a versare 1,2 miliardi di dollari per migliorare i collegamenti ferroviari, stradali e portuali lungo il corridoio
africano Nord-Sud e ampliare l’accesso all’energia elettrica. Alla realizzazione di questo ‘corridoio’ partecipano
direttamente alcuni Paesi, come ad esempio la Francia, la Gran Bretagna e il Giappone.
*Common Market for East and Southern Africa, Eastern Africa Community, Southern Africa Development Community

Commenti