Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Barcellona: Due stelle nel cielo granata, intervista a Marco e Walter

a cura di Antonio Raimondo per www.barcellonabasket.net

12/02/2010 - Finalmente è arrivato il tanto atteso derby di Sicilia e, dopo che la scorsa stagione si è dovuto “emigrare” in terra orlandina, adesso si va nello splendido PalaIlio di Trapani.
I tifosi sono in fermento, ed anche gli atleti avvertono questo clima che solo una sana giornata di sport vero sa dare. Una scarica adrenalinica ed emozioni forti, insomma.
Si affrontano le due massime espressioni attuali della pallacanestro siciliana, Barcellona e Trapani. Due tifoserie che si rispettano e che stanno organizzando una degna cornice all’evento che purtroppo, come sempre, è “snobbato” dai media Nazionali.

Noi, però, non ci siamo voluti far trovare impreparati e, con i potenti mezzi a nostra disposizione, abbiamo voluto fare un piccolo omaggio ai nostri lettori.
Abbiamo raggiunto telefonicamente i due uomini chiave del Basket Trapani, i due trascinatori indiscussi della squadra di Coach Benedetto. Stiamo parlando di Marco Evangelisti, rimpianto ex di Barcellona e di Walter Santarossa, una carriere intera passata in Serie A e che adesso sta affrontando quella che lui stesso definisce “una nuova ed emozionante sfida”.
È stato bello parlare con entrambi, disponibili e simpatici. Ma cosa mai avremo chiesto a Marco e Walter? Beh, lo scopriremo solo...leggendo.

Marco Evangelisti

Con Marco ci siamo intrattenuti qualche minuto prima dell’intervista, soffermandoci sulla scorsa stagione e sulla sua permanenza a Barcellona. Un ragazzo umile e serio Marco, ma molto simpatico e chiacchierone. Iniziamo la “chiacchierata”...
– Marco, i tifosi di Barcellona non hanno dimenticato la tua classe dentro e fuori dal campo, tu cosa ricordi di loro?
«Di Barcellona ho un ricordo bellissimo. Sono stati 5-6 mesi intensi, vissuti molto bene da me e dalla mia famiglia. Un calore così da parte della gente, un attaccamento alla maglia ed un entusiasmo come quello che si vive e respira a Barcellona non lo avevo mai visto in carriera.
A primo impatto, è la cosa più bella » (...e qui, un po’ di malinconia si sente nelle sue parole...).
– Sei approdato a Trapani, storica piazza del basket siciliano. Quale è il tuo rapporto con il pubblico granata?
«Beh, anche a Trapani il pubblico è molto caloroso e vicino alla squadra, ma per me Barcellona, in A Dilettanti è il top».
– Nel 2006/07 hai giocato ad Osimo con Ryan Bucci, con il quale quest’anno ti stai contendendo una piazza tra i primi 3 della classifica marcatori (guidata, tra l’altro, dal tuo ex compagno Mike Gizzi). Come giudichi Ryan in campo?
«Ryan è un ragazzo stupendo, dentro e fuori dal campo. Come atleta, poi, non si discute affatto. Nel suo ruolo, in A Dilettanti, è tra i migliori e lo sta dimostrando. A Barcellona, credo, ha fatto il salto di qualità di cui aveva bisogno».
– Hai affrontato diverse stagioni in questa categoria risultando spesso determinante per la tua squadra. Anche quest’anno stai andando molto bene, dimostrando tutto il tuo valore. Qual è il segreto di Marco?
«Credo che, trovandomi bene con i compagni, in un ambiente tranquillo e avendo inoltre trovato subito i giusti equilibri fin dall’inizio, sia stato tutto più semplice. Subentrare a stagione in corso, per un atleta, non è mai facile. Ci sono i problemi di ambientamento, di affiatamento con un nuovo gruppo già rodato...tanti fattori che possono anche limitare le prestazioni, insomma».
– Osimo, Siena, Pavia, Barcellona e Trapani. Pregi e difetti di queste piazze (cestisticamente parlando).
«La mia miglior stagione, sia per rendimento personale che per clima societario, è stata senza dubbio a Siena. Società molto solida, dirigenti competenti, grandi progetti ma...poco, pochissimo pubblico» (...tutta colpa della Mens Sana, gli suggerisco).
«A Palermo è stata una stagione “disgraziata” per i problemi societari e tutto ciò che ne consegue. Purtroppo, a Palermo, manca la cultura cestistica e quindi non si potrà mai costruire qualcosa di concreto.
A Barcellona ho passato un periodo breve ma intenso. Sono arrivato a metà stagione, ma ho trovato una piazza incredibile. Qui ho provato le emozioni maggiori, una scarica di adrenalina pura che solo un palazzetto pieno come il PalAlberti sa dare.
A Trapani mi trovo benissimo. Un bell’ambiente ed una società che conoscevo già, con la quale ho un ottimo rapporto e che mi ha spinto a spostarmi a Trapani».
– La tua migliore partita in carriera?
«Sorridendo, Marco risponde... Sicuramente e senza esitazioni dico Siena - Gragnano di due stagioni fa, quando segnai 47 punti. Alla fine vincemmo di 30. Non so se riuscirò mai a ripetere una tale prestazione».
– ... e la peggiore?
...senza pensarci tanto risponde «a Perugia, quest’anno. Da dimenticare al più presto».
– Dopo Palermo, Barcellona e Trapani...hai imparato un po’ di dialetto siciliano?
«... ma scherzi? Resto legato al mio “toscanaccio”».
– Una dote tecnica che nessuno ti riconosce...?
«Forse quella di essere anche un “passatore”. Molti mi vedono solo come un terminale offensivo, un realizzatore. A me piace molto giocare per la squadra. A Barcellona, lo scorso anno, vista la presenza di ottimi tiratori ho giocato molto di più per la squadra, rinunciando spesso al tiro e difendendo con maggiore intensità, cosa che non è possibile se devi giocare molto in attacco».
– A quale allenatore sei rimasto più legato?
«Sicuramente quello che mi ha dato di più di tutti e che mi ha permesso di esprimermi ad alti livelli è coach Salieri (a Siena, n.d.r.).
Ma sono molto legato anche a Sorgentone che, ai tempi di Ribera, mi fece debuttare molto giovane, facendomi giocare 40 minuti in B1...».
– Contro hai la tua ex squadra, non è che vuoi fare il “Fenomeno” proprio oggi come hai già fatto all'andata?
«Beh, i due punti servono di più a noi che a voi, su...».



Walter Santarossa

Tanta Serie A con Livorno, Biella e Viola; poi ancora Caserta, Novara, e Scafati. E ancora Nazionale Under 20 e Under 22 e Medaglia d’oro nel 2005 ai Giochi del Mediterraneo. Adesso Serie A Dilettanti con Trapani, piazza calda e dal passato importante, che vuole tornare in alto anche con il suo apporto.
È un onore per noi confrontarci con lui ed iniziamo a fargli tante domande.
– Walter, cosa ti ha spinto a scegliere Trapani e, secondo te, dove può arrivare questo Trapani?
«A Trapani quest’anno si è insediata una società nuova, con un progetto molto interessante che mi ha reso ben felice di accettare l’offerta ed affrontare questa “sfida” cestistica, nuova per me, quale la A Dilettanti.
Infatti, non avevo mai giocato prima d’ora in questa categoria e, se aggiungi che negli ultimi anni trovavo poco spazio in Serie A, gli stimoli aumentano.
Trapani ha ancora qualche problema nel trovare continuità di gioco e alterna ottime prestazioni a prestazioni al di sotto delle proprie possibilità.
Se a ciò, si aggiungono le cessioni di Masper e Marcante, i problemi da superare sono aumentati. Ma siamo sulla strada giusta... dobbiamo solo evitare qualche sconfitta casalinga di troppo».
– Stagione 1999/00. Barcellona e Livorno. Serie A2. Cosa ricordi di quel Barcellona (allora Bianco-Verde) e che impressione hai avuto entrando 10 anni dopo al PalAlberti?
« Certo che ricordo quella stagione e quei Play off. Che dire... a parte qualche anno in più sulle spalle di tutti, sembra che a Barcellona il tempo si sia fermato. Ho trovato lo stesso entusiasmo, un tifo davvero importante e coinvolgente.
Ma attenzione amici barcellonesi, anche a Trapani abbiamo ottimi tifosi...».
– Molti giocatori con un passato importante in serie A, quando “scendono” tra i “dilettanti” spesso hanno un atteggiamento sbagliato; tu, invece, stai dimostrando grande professionalità. Quali differenze tra A2 e A dilettanti?
« La Serie A dilettanti è un campionato duro e impegnativo, con tante squadre attrezzate in cui militano giocatori esperti.
La professionalità dei giocatori e l’atteggiamento non dipendono certo dalla categoria, ma sono frutto della formazione cestistica di ognuno di noi.
A me dispiace molto vedere tanti talenti che si accontentano di non giocare in Serie A o in A2 piuttosto che ben figurare ed avere un ruolo anche da protagonisti, in Serie A Dilettanti.
Io, fondamentalmente, sono uno che non molla facilmente e che dà il massimo in ogni partita. Ovvio che a tutti può capitare la “giornata no”, e a me è capitata a Sant’Antimo » (...sorride).
– Una dote tecnica che nessuno ti riconosce...?
«Sinceramente non so...credo non ci sia. Quello che so fare è stato sempre apprezzato. Forse, quest’anno per la prima volta in carriera, ho più responsabilità in attacco (cosa che non mi era mai successa, e dettata dalla categoria). Gioco più palloni e, a differenza del passato, mi trovo anche a fare 5 palleggi consecutivi prima di concludere, mentre prima giocavo molto sugli scarichi.
Ovvio che giocare contro gli Americani è tutto un altro sistema di gioco, ma adesso mi sto prendendo delle belle soddisfazioni e mi diverto».
– Siamo a due terzi di campionato, quale squadra ti ha impressionato di più?
«Devo essere sincero...fino ad ora non c’è mai stata una squadra che mi ha fatto dire “loro sono più forti di noi...”. Noi abbiamo le potenzialità per puntare in alto, ma abbiamo qualche limite dovuto alla panchina corta. Barcellona è senza dubbio la più attrezzata, ma ci sono anche Ferentino ed Ostuni che sono ben costruite.
Non dobbiamo, però, avere paura di nessuno e, come abbiamo dimostrato andando a vincere ad Ostuni, possiamo giocarcela con tutti. Serve solo più continuità».
– Con Li Vecchi e Morena, sei il giocatore con più esperienza nelle serie superiori. Chi sono i giocatori che ti hanno impressionato di più e che secondo te potrebbero ben figurare in serie A? E il Giocatore che temi di più della squadra avversaria?
«Sicuramente Ryan Bucci che, con marco Evangelisti è una delle guardie più complete, veloce e che ha una facilità disarmante di fare tanti punti. Non a caso sono entrambi li in cima alla classifica marcatori.
Tra gli altri giocatori che mi sono piaciuti molto, posso citare Cardillo o Iannilli, che in questa categoria è un lusso ed un fattore determinante».
– Cosa ti è rimasto del derby di andata al Palalberti?
«Il Derby per me è una sensazione nuova, visto che in carriera non ne ho mai giocati.
Il derby di andata mi ha lasciato sicuramente 13-14 punti» (...se la ride Walter...) «ma anche la consapevolezza di potercela giocare fino a 2 minuti dalla fine contro una squadra del calibro di Barcellona».
– Con Evangelisti formi una delle coppie più affiatate e pericolose della A dilettanti: quali sono i punti di forza di Marco e cosa gli suggerisci, dall'alto della tua esperienza, per fare un definitivo salto di categoria?
«Consigli a Marco? Non credo proprio di potergli dare consigli. È uno dei ragazzi di maggior talento con cui ho avuto modo di giocare. È un ottimo attaccante, completo, con un tiro micidiale, che con questa categoria, a livello di talento offensivo, c’entra ben poco.
È disarmante, inoltre, la facilità e la scioltezza con cui tira - e segna - da 8 metri».
– Finora sei stato un giocatore "totale": alta percentuale da due, da tre, tanti rimbalzi e tanti minuti sempre di qualità; non sarebbe il caso di prenderti una giornata di riposo?
Ride Walter... ma con il suo stile sempre impeccabile risponde: «me la sono già presa a Sant’Antimo la mia giornata di riposo. Mica posso andare sempre in ferie?».

Commenti

Posta un commento

NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.