Movimprese, in Sicilia segni di ripresa ma il saldo è ancora negativo Buona la performance delle cooperative. Soffrono gli artigiani. Messina, Catania ed Enna le province in crescita. Agrigento fanalino di coda
Palermo, giovedì 29 aprile 2010 - La crisi fa ancora
paura. In Sicilia nei primi tre mesi del 2010 il numero di
imprese che hanno chiuso i battenti supera quello delle
aperture: tra gennaio e marzo sono state infatti 8.526 le
iscrizioni al registro delle Camere di Commercio contro le
9.763 cessazioni, totalizzando un saldo negativo di 1.237
unità e un tasso di crescita trimestrale dello stock di
imprese pari a -0,26%. Il dato tuttavia è in lieve
recupero rispetto a quello registrato nello stesso periodo
dell'anno precedente (-0,42%), segno che il mercato inizia
a mostrare cenni di ripresa. Sono questi i dati sulla
Sicilia che emergono dall'indagine sulla nati-mortalità
delle imprese nel primo trimestre dell'anno fotografati da
Movimprese, la rivelazione trimestrale condotta per
Unioncamere da Infocamere (società consortile di
informatica delle camere di commercio italiane).
"La coda della crisi continua a produrre effetti negativi
sull'economia siciliana", commenta il presidente di
Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace. "Gli imprenditori,
però, - aggiunge Pace - vogliono rimanere sul mercato. In
questa fase, è essenziale che le istituzioni
contribuiscano alla ripresa semplificando la vita delle
imprese. Solo così si potrà uscire dalla crisi".
"Come ogni anno - spiega il segretario generale di
Unioncamere Sicilia, Alessandro Alfano - il saldo del
primo trimestre è influenzato dalle cessazioni delle
imprese decise alla fine dell'anno che, per motivi
contabili, vengono comunicate alle Camere di Commercio nei
mesi successivi. E' quindi normale aspettarsi una
performance negativa, soprattutto dopo un anno terribile
come è stato il 2009".
Segno meno anche per le imprese artigiane siciliane, un
universo di 85.148 unità sul totale delle 469.340 aziende
presenti nell'Isola (dato aggiornato al 31 marzo 2010).
Nei primi tre mesi dell'anno il comparto ha perso per
strada 597 imprese. L'andamento negativo (-0,70%) deriva
da un alto numero di cessazioni (1.938) e dal rallentamento
sulle aperture (1.341). Tengono invece le imprese costituite
in forma di cooperativa. Nel periodo preso in considerazione
dall'indagine, in Sicilia (come nel resto d'Italia)
questa tipologia ha fatto registrare un saldo positivo di 51
unità, pari a una crescita trimestrale dello 0,49%.
A livello provinciale, le performance migliori della
demografia delle imprese si sono registrate a Siracusa
(tasso a +0,21%), Catania (+0,15%) ed Enna (-0,03%). Segno
meno per tutte le altre province siciliane. Fanalino di coda
della classifica nazionale è Agrigento dove, tra
iscrizioni (703) e cessazioni (1.240), il territorio ha
perso 537 imprese (-1,21%). La Sicilia, però, fa record:
Ragusa, infatti, è la prima provincia in Italia per
crescita di imprese artigiane (+0,59%).
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