
17/04/2010 - Messina, 17 apr. 2010 - Beni per 1,2 milioni di euro sono stati confiscati dalle sezione operativa della Dia di Messina, diretta dal Colonnello Gaetano Scillia, al boss della mafia 'tortoriciana' Francesco Cannizzo, 50 anni, ritenuto personaggio di vertice del clan capeggiato dai fratelli Cesare e Vincenzo Bontempo Scavo, attivo nella fascia tirrenica della provincia di Messina. Il provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Messina, ha riguardato una lussuosa villa con ampio giardino circostante, composta da dieci vani, estesa 320 mq, un immobile nel territorio nebroideo, una vettura di grossa cilindrata, Audi A6,
una Opel Tigra Twintop 1.4 cabrio, una Fiat Punto 55, una Seat Ibiza 1.9 Tdi, tre conti
correnti bancari e cinque carte di credito. La Dia ha accertato l'esiguita' dei redditi dichiarati rispetto ai beni posseduti, cosi' da far ritenere fondatamente che Cannizzo il suo patrimonio fosse stato accumulato in forza della sua partecipazione alle attivita' della criminalita' organizzata.(AGI) Mrg
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PALERMO, 17 Aprile 2010 – La Dia di Messina, diretta dal colonnello Gaetano Scillia, ha confiscato beni per un valore di un milione e 200 mila euro riconducibili a Francesco Cannizzo, 50 anni, ritenuto ai vertici del clan mafioso messinese dei tortoriciani, capeggiato dai fratelli Bontempo Scavo. Il provvedimento di confisca, eseguito dalla Direzione investigativa antimafia, è stato emesso dalla corte d’appello di Messina. Cannizzo, accusato anche di traffico di droga, è stato condannato all’ergastolo nell’ambito del maxiprocesso alle cosche messinesi denominato ‘Mare Nostrum’.
Dalle indagini patrimoniali della Dia è emerso che i redditi dichiarati dal capomafia fossero incompatibili con l’ingente patrimonio accumulato, frutto invece – secondo gli inquirenti – delle attività illecite del clan. Il provvedimento di confisca riguarda, tra l’altro, una lussuosa villa nei pressi di Capo d’Orlando, un immobile nella zona dei Nebrodi, diverse auto di grossa cilindrata, tre conti correnti bancari e cinque carte di credito. Nel corso degli ultimi anni, la Dia di Messina ha sequestrato e confiscato ai clan beni per oltre 300 milioni di euro.(Ansa)
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