Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PIANO PAESISTICO MESSINA: UN’ANCORA DI SALVEZZA PER LA CITTÀ, CHE SI VUOLE NEGARE UN’ALTRA VOLTA

Il Ponte e le mafie: uno spaccato di capitalismo reale
Messina, 16/04/2010 - Si assiste sempre più sconcertati all’assalto di ogni angolo di terra libera della città di Messina e quando si affacciano norme e strumenti utili per fermare la deregulation che ha colpito e continua a colpire, si elevano opposizioni che non si comprendono, come sta accadendo con il nuovo Piano Paesistico che vede forti ostilità anche
dagli stessi amministratori che pure invocano a volte, nuovi strumenti urbanistici pur di non proseguire sulla “cattiva strada” di questi anni. La Zona a Protezione Speciale è rimasta solo carta e null’altro, sotto il cui regime di tutela si è avuto un sacco edilizio e un proliferare di strade, sbancamenti, fiumare alterate e distrutte, senza precedenti, ora si vorrebbe pure osteggiare il Piano Paesistico!

Anche l’annuncio di nuove linee guida del PRG e un nuovo strumento, senza fermare ciò che continua ad accadere sotto gli occhi di tutti ogni giorno, provoca solo un’accelerazione del sacco del territorio, un perfetto “effetto annuncio” che nulla impedisce e da qui al 2011 tutto si vorrebbe ancora una volta stravolgere o e distruggere.

Basterebbe veramente poco per garantire l’occupazione senza – per farlo – ipotecare il futuro di tutti i cittadini che sono giorno dopo giorno costretti a domandarsi cosa accadrà alla prossima pioggia o terremoto: recuperare l’esistente, riqualificare il territorio ferito, verificare la staticità degli edifici, sottovalutata e pertanto ancor più pericolosa in caso di sisma. L’assessore allo sviluppo, Scoglio, parla di territorio “ingessato”, dimenticando però che sta riferendosi ad un territorio gravemente ferito in ogni suo angolo e il minimo che si possa fare è fermare l’assalto che tutti criticano ma che nessuno ha impedito realmente, salvo pochi uffici e poche persone in diversi ruoli.

Fermarsi, accettare il piano paesistico senza ostruzionismo e opposizione, fare la Valutazione di incidenza non su singole opere, molte delle quali non ne avrebbero neanche bisogno, ma sul complesso dell’intera variante urbanistica e relativi piani di ogni genere, effettuare anche la VAS, dimenticata da tutti, renderebbe questa città meno pericolosa e certamente più vivibile.

NON SI PUÒ CONTINUARE A COSTRUIRE OVUNQUE, INCREMENTANDO ESPONENZIALMENTE IL PERICOLO PER LA PUBBLICA INCOLUMITÀ.

Ben venga inoltre un nuovo passaggio a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera ponte, VIA già esitata ma ampiamente contestata nel 2003 con ben 250 pagine di osservazioni delle associazioni ambientaliste, risultata fortemente carente e contraddittoria.
Molti forse dimenticano che il ponte non sarebbe solo due piloni e un viadotto poggiati dall’alto, ma decine di cantieri, piste di servizio, sbancamenti, siti di deposito temporaneo e definitivo, via vai di mezzi da e per i cantieri, che certo non incrementano la vivibilità né la sicurezza.

Opera che drena ingenti soldi pubblici mentre le necessità di Messina e non solo, sono ben altre e certamente più serie e necessarie di un ponte che gli ambientalisti e gran parte dei cittadini ritengono inutile, antieconomico e devastante.
Tutta l’amministrazione – nessuno escluso - farebbe bene a cogliere l’occasione d’oro del piano paesistico, ottemperando anche agli obblighi di legge dello ZPS e fermare lo scempio del territorio, una volta per tutte, prima che sia troppo tardi.

Per informazioni:
WWF SICILIA

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