Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

PIO LA TORRE E L'EREDITA' PERDUTA NEL PD

29/04/2010 - Pio La Torre veniva ucciso la mattina del 30 aprile 1982 mentre si recava al Partito che era grande parte della sua vita. Il Partito era sua famiglia allargata che egli animava con la sua fanciullesca passione, la sua ottimistica dedizione che ne faceva una persona innocente e carismatica come certi rari uomini di vera fede.
L'innocenza dei suoi ideali di redenzione e libertà dalla violenza della miseria dei siciliani a cominciare dai braccianti gli costò quasi due anni di galera quando era ancora nel fiore della gioventù. E' stato un grande "santo" della storia del popolo siciliano come Lorenzo Panepinto che i contadini di Santo Stefano portavano in processione, una figura indelebile che merita di essere ricordata non soltanto per la lotta senza quartiere che fece alla mafia, ma per la rottura rivoluzionaria che stava provocando nel sistema di potere
economico e sociale e che la sua uccisione ha immediatamente rimarginato.

Dopo di lui, tutto è tornato come prima nella politica siciliana.
L'autonomia regionale che Pio La Torre concepiva come mezzo di emancipazione
delle masse, di modernizzazione della Sicilia, di progresso culturale e
civile, è tornata ad essere l'istituzione di una elite separata di
privilegiati baroni, un retorico e pomposo "parlamento" in cui, con leggi
clientelari e scritte a misura dei clientes, vengono sperperate le preziose
risorse che avrebbero potuto fare e mai faranno della Sicilia una
"California". Ventotto anni dopo la sua morte, la Regione è stata
conquistata dall'assalto delle privatizzazioni che la ingessano negli
appalti e che ne hanno fatto un campo di sfruttamento che arricchisce gli
squali che l'hanno azzannata. Privatizzazioni che non hanno risparmiato il
grande patrimonio dei beni culturali . La Regione ha dato inoltre vita
anche al mostruoso esperimento degli Ato che hanno creato piuttosto che
risolvere il problema della nettezza urbana e dell'approvigionamento idrico
e che sono veri e propri pozzi senza fondo.

L'intreccio inestricabile tra pubblico e privato chiude l'accesso al
futuro delle nuove generazioni. Non esistono più concorsi pubblici che
costituivano il momento successivo alla laurea od al diploma e c'è un
fortissimo abbassamento di aspettative dal momento che i bassi salari ed il
precariato connotano dovunque le privatizzazioni.
Pio La Torre fu dirigente amato e rivoluzionario dei braccianti e dei
contadini siciliani, rivoluzionario nel senso di riformista perchè in
Sicilia conquistare condizioni di civiltà è rivoluzione. Oggi, mentre una
grande tempesta sociale sta incubando nelle campagne siciliane con migliaia
e migliaia di contadini costretti al fallimento dai prezzi irrisori fino al
livello della provocazione dei prodotti agricoli (ci vogliono dieci chili di
frumento per pagare una tazzina di caffè al bar), e la Regione assente non
riesce ad andare oltre l'orizzonte di un mediocre assistenzialismo, Pio La
Torre avrebbe saputo indicare la via di una alternativa alla crisi. Ma non
perchè era più bravo e più immaginifico degli attuali dirigenti, ma soltanto
perchè era genuino nella difesa delle classi povere o subalterne e non si
sarebbe fatto offuscare dal liberismo oggi assai di moda tra gli oligarchi.
La crisi delle campagne si sommerà ai terribili guasti sociali della
deindustrializzazione ed al venire meno di diecine di migliaia di posti di
lavoro nella scuola. La prospettiva dell'emigrazione intellettuale nel Nord
si sta chiudendo come abbiamo sentito da Formigoni, da Bossi e dalla Gelmini, ci vogliono ridurre ad
extracomunitari in Italia. Le prime migliaia di vittime hanno già fatto un
mesto ritorno a casa come la mia amica Stefania che insegnava a Bergamo
prima che il suo posto fosse fagocitato da un malvagio ed asociale disegno
di uccisione della scuola pubblica.

Oggi il PD che è l'erede del PCI di Pio La Torre e della DC di Piersanti
Mattarella tiene in vita il governo Lombardo, successore di Cuffaro anche
nella gestione di un blocco sociale al quale non
sono estranei interessi cospicui della mafia. Lombardo è indagato per
concorso esterno in associazione mafiosa. Il PD collabora con due assessori
importanti uno dei quali, il professore Centorrino, ha esortato a non
leggere Sciascia, Tomasi di Lampedusa e Camilleri perchè porterebbero
"sfiga".
L'opera importante di Pio La Torre elaborata assieme al suo caro amico il
magistrato Cesare Terranova è stata la legge che statuisce il delitto di
associazione mafiosa e la confisca dei beni patrimoniali della mafia. Questa
legge ha aperto la strada ad una nuova efficace fase di lotta alla mafia che
è stata ferita nei suoi interessi vitali: la roba. Generazioni di magistrati
da Terranova a Rocco Chinnici a Falcone e Borsellino hanno pagato con la
vita il contrasto alla mafia ma i risultati sono stati significativi.
Pio La Torre intestò la sua vita al successo di tre obiettivi: mafia,
lavoro, pace. Obiettivi che mobilitarono centinaia di migliaia di siciliani
che, più volte, a Comiso ed a Palermo, testimoniarono con la loro
partecipazione la verità della strada indicata da Pio. Engels in una lettera
parlò dell'anima
rivoluzionaria della Sicilia che convive con l'anima conservatrice e
reazionaria. Il movimento dei fasci e della occupazione delle terre per la
riforma agraria testimoniano la validità di questa affermazione.
Pio la Torre aveva svegliato l'anima rivoluzionaria dell'Isola. E' stato
stroncato per questo, per avere scosso violentemente l'albero, per avere
messo in discussione equilibri di potere intoccabili.
Ma oggi, la sua eredità non vive dentro il PD che ha omologato i suoi
dirigenti alla oligarchia
paternalistica delle classi dominanti dell'Isola.
Ma esiste una memoria del popolo assai lunga capace di svegliarsi da lunghi
letarghi e da periodi di offuscamento e di sconfitte. Lo abbiamo visto in
passato, non è detto che non ne saremo testimoni
in futuro. Una cosa è certa: così come stanno le cose ci aspetta soltanto il
disastro sociale. Il popolo siciliano deve recuperare e rifarsi il suo
partito: il Partito di Barbato e di Pio La Torre.
Pietro Ancona
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