Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

VILLAFRANCA TIRRENA, I CC ARRESTANO DUE GIOVANI PER FURTO DI RAME ED ALLUMINIO

Villafranca Tirrena (ME), 26/06/2010 - Prosegue l’azione di prevenzione dei Carabinieri che sventano ancora un ennesimo furto di”oro rosso”, assicurando alla giustizia due giovani incensurati messinesi sorpresi all’interno della proprietà di un privato cittadino, mentre stavano asportando alcune matasse di rame.
Questa volta, come detto, l’attenzione dei malfattori non ha preso di mira il deposito di un’impresa o i cavi di rame presenti in una delle Stazioni ferroviarie della provincia, ma bensì alcune matasse di rame nonché materiale vario di carpenteria, che un privato cittadino teneva all’interno della sua proprietà, in località Santa Caterina del Comune di Villafranca Tirrena (ME).

A dare l’allarme nella tarda serata del 24 giugno u.s., è stato un privato cittadino, che accortosi del furto in atto nella sua proprietà, ha informato tempestivamente i Carabinieri contattando l’utenza di Pronto Intervento 112.
Prontamente, anche grazie alle precise indicazioni fornite dal cittadino all’Operatore della Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, i Carabinieri della Stazione di Villafranca Tirrena hanno così raggiunto la proprietà segnalata dove, poco prima, due individui, dopo avere scavalcato la recinzione, si erano impossessati di alcune matasse di rame nonché di altro materiale di alluminio, asportati dall’interno di due magazzini.

I due sono stati quindi bloccati dai Carabinieri fuori della citata proprietà e subito sono stati identificati in GIULIANO Mario, nato a Messina cl. 1988 e SARANITI Domenico, nato a Messina cl. 1991, entrambi incensurati e dimoranti nella zona sud del capoluogo peloritano.
Nella circostanza, i due giovani, dopo essere stati prontamente bloccati dai Carabinieri, venivano sottoposti a perquisizione personale che veniva estesa anche all’autovettura con cui avevano raggiunto la citata località e, quindi, poco dopo anche alle loro abitazioni.
Nel corso delle citate perquisizioni, i Carabinieri rinvenivano ben sette matasse di filo di rame, che i predetti stavano per caricare sull’autovettura di proprietà di uno dei malfattori, nonché dell’altra refurtiva, rinvenuta in Messina, nelle pertinenze delle abitazioni dei due malfattori che, come successivamente accertato dai Carabinieri, era stata asportata la notte precedente, sempre all’interno dello stesso magazzino.

Tutto il materiale rinvenuto, dopo essere stato catalogato, è stato quindi restituito al legittimo proprietario.
Per i due malfattori sono quindi scattate le manette con l’accusa di furto aggravato in concorso, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria gli stessi venivano temporaneamente ristretti presso le camere di sicurezza della Stazione di Villafranca Tirrena in attesa dell’udienza con rito direttissimo che si è tenuta nella giornata di ieri.

Il Giudice del Tribunale di Messina, dopo la convalida dell’arresto, ha condannato i due prevenuti ad otto mesi di reclusione nonché al pagamento di 300 €uro di multa, con pena sospesa.

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