Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

A MISS ITALIA 2010 NUNZIATA NON VUOL DIRE TANIA

TANIA BAMBACI NON E' MISS ITALIA 2010
Eliminata la studentessa di Barcellona Pozzo di Gotto Nunziata Bambaci detta Tania
Salsomaggiore, 13/09/2010 – Tania Bambaci non ce l’ha fatta. Miss Sicilia si ferma dopo le prime prove, con una votazione che - per la verità - non la mortifica affatto. A Salsomaggiore c’era arrivata dopo avere sbaragliato le altre concorrenti siciliane e in qualità di ex studentessa del liceo scientifico di Barcellona P.G.,
in provincia di Messina, proveniente dallo stesso paese di origine del sen. del Pdl Domenico Nania. Tania Bambaci, a Salsomaggiore, ha subìto la prima metamorfosi, se così si può dire, riadottando il suo nome di battesimo, Nunziata, e mettendo da parte quel diminutivo a cui ognuno ha diritto, se vuole o se lo vogliono i familiari e/o gli amici.

Ed era un vero piacere, una bella ‘lezione’, sentirla chiamare Nunziata da una Milly Carlucci, con la naturalezza di un nome che certamente non rientra più tra quelli ambiti e portati con disinvoltura dalle ragazze, come Filippa, Assunta, Carmela, Agata, Rosa. Nomi che in Sicilia hanno una tradizione alla quale sfuggire con urgenza dopo gli anni ’60, con la diffusione della televisione e di una cultura ‘globale’. Con la nuova realtà socio economica che imponeva e impone la 'trasfigurazione' di un passato, nel quale determinati stereotipi, compresi i nomi, indicavano senza scampo la provenienza geografica, e socio-economica e culturale.

Spesso la stessa pronuncia di certi nomi è penalizzante, anzi la causa diretta che li rende ingombranti: Cammela e non Carmela, Assundina e non Assunta, Fulippa e non Filippa, Mariuzza e non Maria, Tìnnira e non Tindara, Caspero e non Gaspare, Iapicu e non Iacopo, Cocimu e non Cosimo. Che bellezza!

Peccato, l’avremmo voluta vedere con la corona di regina di Salsomaggiore la giovane Nunziata Bambaci da Barcellona P.G. Non ce l’ha fatta ma non per demerito. Se non quello di avere anche lei abdicato al suo autentico nome.

Ora lo rivaluti quel nome e lo porti con orgoglio (lo stesso orgoglio che merita ogni nome), non permettendo mai a nessuno di distorcerlo o banalizzarlo. E se l'adozione del nome anagrafico è una prescrizione voluta dal regolamento... è una buona regola! Miss Italia, il concorso di bellezza delle donne italiane per antonomasia serva pure a ridare piena dignità ai nomi di casa nostra, riabilitando in particolare quelli di tradizione, ai quali certi stereotipi cinematografici e mediatici hanno tolto il fascino.

Se questo può essere un punto di merito del concorso di Patrizia Mirigliani, ebbene lo mettiamo volentieri in risalto.

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