
Palermo, 29 Settembre 2011 - Hanno lasciato la loro città per partecipare ad una manifestazione. I ragazzi della loro età si recano a Roma per le vacanze, per un weekend nella città eterna... Loro no. Hanno ben altro a cui pensare: il loro futuro... e non è roba da poco. Selene, Nino, Rossella...
Sono solo alcuni dei ragazzi della delegazione di Palermo che incontriamo all’aeroporto. Li riconosciamo dai cartelloni
colorati che custodiscono diligentemente insieme a tracolle e zainetti. Sono
giovanissimi, solo un paio di loro hanno poco più di 20 anni, tutti fanno i conti con un
futuro che non hanno. Rossella spiega: “Ho 22 anni e sto inseguendo il mio sogno;
quello di diventare insegnante di scuola primaria. Dopo 3 anni di sacrifici, soldi spesi,
gastrite e chi più ne ha più ne metta, mi trovo davanti ad un muro. Non mi viene
permesso di entrare in graduatoria e quindi, l’unica speranza di diventare precaria
viene cancellata!”.
Dinanzi alla nostra incredulità, incalza: “Si, avete sentito bene! Ho
detto proprio precaria perché questa era la mia speranza! Volevo solo avere una
posizione in graduatoria per poter sperare di diventare precaria! Adesso, invece, mi
trovo ad affrontare il mio ultimo anno all’università senza nessuna prospettiva se non
quella della disoccupazione a vita… Dove posso trovare la motivazione per affrontare
il mio quarto anno come si deve? Dovrei ammazzarmi di studio per niente? Tutti i
sacrifici che ho fatto e che continuerò a fare mi verranno mai ripagati?”.
Insieme ad
alcuni colleghi, ci illustra la assurda e paradossale situazione, vissuta da migliaia di
ragazzi italiani: “Immatricolata in Scienze della formazione Primaria nell’anno
2008/2009, con lo stesso piano di studi degli immatricolati prima di me, mi trovo
fuori da ogni possibilità di futuro, mentre un’amica immatricolata nell’anno
2007/2008 e laureata a giugno, perfettamente in regola con i 4 anni, è stata convocata
per un anno di supplenza! Sono contenta per lei, ma non posso non pensare che io
questa possibilità non l’avrò!! Cosa ho in meno di lei?? Cosa ho in meno di tutti
coloro che si sono immatricolati prima di me? La risposta è: NIENTE, sono solo
sfortunata perché sono più piccola!”.
Anche noi ci chiediamo: è giusto essere privati del diritto di sperare (perchè questo
chiedono questi giovani cittadini) perchè più piccoli o perchè immatricolati nell’anno
sbagliato?
Quasi in coro tutti ci rassicurano: “Non ci rassegnamo e lotteremo per far valere i
nostri diritti e per far avverare i nostri sogni! Noi abbiamo questo diritto e meritiamo
un posto nelle graduatorie per l’insegnamento... Non ci daremo per vinti!”
Noi ne siamo convinti.