Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

SANITA': PUNTI NASCITA, VARATA LA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE

PALERMO, 28 set 2011 - I punti nascita in Sicilia passeranno dai 70 del 2009 a 47, con una riduzione di 23 unita'. Saranno rifunzionalizzati i reparti di ostetricia e ginecologia con meno di 500 parti all'anno, con cinque deroghe in ragione di particolari posizioni geografiche o di difficili collegamenti stradali.
Sono questi i punti salienti del decreto sul riordino e la razionalizzazione della rete dei punti nascita in Sicilia che l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha presentato oggi a Palermo al congresso della Societa' italiana di ostetricia e ginecologia (Sigo).

Nel decreto c'e' anche un forte richiamo alle strutture private convenzionate, chiamate ad arginare l'enorme numero di parti cesarei che e' stato registrato negli ultimi anni.

"La Sicilia - ha detto l'assessore Russo - adempie puntualmente a quanto previsto a livello nazionale dalla Conferenza Stato Regioni. Abbiamo disegnato la nuova rete dei punti nascita dopo un eccellente lavoro svolto dai tavoli tecnici cui hanno partecipato i migliori professionisti del settore, seguendo dunque il metodo della condivisione. Si va in modo chiaro nella direzione della qualita' e della sicurezza delle mamme e dei loro bambini".

L'assessore ha sottolineato che le statistiche confermano la maggiore pericolosita' delle strutture con basso volume di operativita' e ha anche ricordato come una legge dello Stato consenta alle famiglie di poter iscrivere anagraficamente il proprio figlio in un luogo diverso da quello in cui la mamma ha partorito. Il provvedimento e' stato condiviso con l'associazione dei comuni (Anci).


Il decreto sulla rete dei punti nascita, come previsto nell'accordo raggiunto lo scorso anno in Conferenza Stato - Regioni, prevede la rifunzionalizzazione dei punti nascita con meno di 500 parti all'anno, fissando a mille parti lo standard verso cui si dovra' tendere nel giro di un triennio.

I cinque punti nascita che resteranno attivi nonostante un numero di parti inferiore sono Corleone (Palermo), Nicosia (Enna), Bronte (Catania), Mussomeli (Caltanissetta) e Santo Stefano di Quisquina (Agrigento). Il loro mantenimento e' giustificato dalla oggettiva difficolta' o impossibilita' di garantire, entro tempi congrui, il trasferimento delle pazienti verso strutture di secondo livello, dall'ampiezza dell'area territoriale di riferimento e dalla media del numero di parti gia' effettuati nel quinquennio, superiore a 150 parti all'anno.

E' previsto l'accorpamento dei punti nascita, anche con numero di parti superiore a 500, nei casi in cui la distanza fra loro e' estremamente ridotta.

La nuova organizzazione dovra' essere completata entro il 30 giugno 2012, secondo i piani attuativi che dovranno essere predisposti dai direttori generali delle aziende entro il mese di marzo.

La rifunzionalizzazione della rete prevede strutture di primo e secondo livello, secondo il modello "hub e spoke" previsto dal Piano sanitario regionale: le strutture di secondo livello, cioe' quelle che tratteranno i casi piu' complessi, dovranno garantire anche le funzioni assistenziali di terapia intensiva come le Utin (unita' terapia intensiva neonatale) e le rianimazioni.

Il decreto dedica particolare attenzione al problema dei parti cesarei che nel 2009 ponevano la Sicilia al secondo posto in Italia dietro alla Campania. Gia' lo scorso anno l'assessorato, attraverso l'equiparazione delle tariffe tra parto naturale e parto cesareo, e' riuscita a invertire il trend (anche i dati del primo semestre 2011 confermano il miglioramento). Adesso l'obiettivo e' quello di raggiungere in breve tempo la soglia del 20% dei parti cesarei primari (attualmente al 37%) ed e' gia' previsto che saranno introdotte sanzioni economiche a partire dal 2012 per le strutture che supereranno questo limite.

E' prevista anche la valutazione delle performances dei singoli punti nascita, sia nel pubblico che nel privato, per valutare l'appropriatezza delle prestazioni.

gm/mpf

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