
Gioiosa Marea (Me), 24/10/2011 - 'Campo Meridiano 2011', la manifestazione formativa della Giovane Italia, in programma al Saint George Hotel di San Giorgio di Gioiosa Marea, dal 21 al 23 ottobre, si è conclusa senza la presenza del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, con l’intervento del sen. Domenico Nania, coordinatore regionale del Pdl. Presenti giovani iscritti alla Giovane Italia di tutta la Sicilia.
'Campo Meridiano 2011' ha chiuso con un bilancio positivo la sua prima edizione dei Nebrodi, come potrebbe essere definita, visto che la scorsa edizione si è tenuta a S. Alessio siculo, sulla costa jonica della Sicilia.
“Messina sarebbe stata una sede dispersiva, essendoci certamente più distrazioni rispetto ad una località di provincia come S. Giorgio in autunno, quando i clamori dell’estate si sono assopiti. Il territorio dei Nebrodi, sia tirrenico che collinare poi, è per noi giovani un contesto speciale, in cui è bellissimo riscoprire tradizioni e valori, paesaggi e ambiente naturale”.
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L'on. Salvino Caputo, deputato regionale Pdl |
Nino Munafò spiega così la scelta di San Giorgio di Gioiosa Marea come sede di svolgimento del 'Campo Meridiano 2011', la manifestazione formativa della Giovane Italia, quest’anno particolarmente incentrata sui temi della crisi economica in Italia ma non solo. I formatori sono oggi quasi tutti deputati regionali e nazionali del Pdl ma provenienti da quelle stesse file che oggi vedono i giovani della giovane Italia nell’inutile attesa del ministro Giorgia Meloni, impossibilitata a presenziare ai lavori di San Giorgio.
A parlare è Nino Munafò, presidente provinciale della Federazione della Giovane Italia della provincia di Messina, studente di giurisprudenza e consigliere comunale a Barcellona Pozzo di Gotto, dove siede sui banche della maggioranza del sindaco Candeloro Nania, cugino del sen. Domenico Nania, coordinatore regionale del Pdl.
“Nell’area dei Nebrodi è disciolta quella filosofia del vivere che rende centrali i valori ma che si rappresenta e rende viva attraverso le stesse produzioni locali, che danno il senso di una realtà radicata nella cultura dei luoghi ma integrata nei processi economici e produttivi. Questo può voler dire ricchezza. Vuol dire, ad esempio, lotta allo spopolamento delle campagne e delle aree urbane tirreniche e collinari, dove maggiormente si fa pressante e drammatica la carenza di posti ed opportunità di lavoro”.

“Cosa vuol dire appartenere alla giovane Italia oggi? Se ieri poteva essere un modo di mettersi fuori dal sistema oggi vuol dire essere propositivi. Fare azioni positive nella dierezione del miglioramento di se stessi e della realtà, esaltando i valori e mettendo a frutto l’esperienza, anch’essa elevata al rango di valore. A differenza dei giovani di sinistra, la cui cultura e il cui agire sono racchiusi negli slogan, in cui si parla di mondo nuovo, noi giovani di destra parliamo di un mondo migliore e per questo ci muoviamo. La rivoluzione è un concetto che non ci appartiene. Noi siamo giovani che vogliono migliorare e nel futurismo, semmai, troviamo un tessuto culturale cui ispirarci".
Martinetti?
“Si, Martinetti!”
“Gli indignati? hanno un forte appeal ma sono un’operazione di maquillage di frange di matrice sovversiva, dei centri sociali e del cosiddetto mondo antagonista. Non per niente hanno contestato perfino Nichi Vendola, che dovrebbe essere il loro leader e la pensa come loro. Hanno preso un termine affascinante e ne hanno fatto un modo per rifarsi un’immagine, la verginità perduta”.
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