Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

CIMINO (FDS): "OCCORRE STABILITÀ DI GOVERNO PER LA RIPRESA DELL'ECONOMIA"

Palermo, 17 ottobre 2011- Oggi la Confcommercio ha organizzato un dibattito sull'economia siciliana invitando come relatori l'ex assessore all'Economia Michele Cimino,deputato regionale di Forza del Sud e l'assessore all'economia "tecnico" in carica ,avvocato Gaetano Armao. "In un momento di crisi acuta occorrerebbero delle misure drastiche ed urgenti che purtroppo non vedo mettere in atto dal governo siciliano.
Uno dei mali più grossi di questo momento storico è l'instabilità del governo regionale che si voleva evitare con l'elezione diretta del presidente ma purtroppo non solo non ci siamo riusciti ma la situazione attuale è diventata non governabile". Lo dice Michele Cimino, che continua: "Nessuno ha la soluzione certa per risolvere i problemi della Sicilia ma Lombardo e i suoi "tecnici" potrebbero affrontare senza perdere tempo per esempio la semplificazione amministrativa, riforma mai applicata, l'avvio del credito d'imposta con fondi regionali ,impegno della passata legislatura, l'utilizzazione dei Fondi Comunitari,che stiamo per perdere per mancanza di programmazione, l'accelerazione della spesa,l'avvio delle politiche di sviluppo ,il controllo e l'incentivazione delle risorse interne alla Pubblica Amministrazione. Questi sono alcuni esempi di provvedimenti che se attuati subito porterebbero a dei risultati immediati. Quello che serve maggiormente è un governo stabile che abbia un maggiore dialogo con il governo nazionale per difendere la Sicilia come fanno le altre regioni". Conclude Cimino.

“Priorità ad investimenti nelle infrastrutture, promozione della Sicilia attraverso un prodotto turistico integrato e stop ad ogni forma di assistenzialismo fine a se stesso”. Sono soltanto alcune delle proposte lanciate oggi da Pietro Agen, vice presidente nazionale e presidente regionale di Confcommercio Sicilia, nel corso dell’incontro-dibattito che si è svolto questa mattina a Palermo, organizzato da Confcommercio e dal Centro studi Iscot. Presenti all’incontro rappresentanti sindacali, di enti, istituzioni e delle imprese.

“Crisi finanziaria e riforma economica della Regione Sicilia”è stato il tema affrontato. Ha aperto i lavori il presidente del Centro Studi Iscot, avv. Marino Julo Cosentino, spiegando le ragioni di un confronto reso necessario dalla discussione in atto sulla riforma economica regionale, che, se da un lato garantisce un contenimento della spesa, dall’altro deve essere in grado di coniugare stabilità e sviluppo.

L’assessore all’Economia, Prof. Avv. Gaetano Armao ha enunciato le ricadute oggettive di tale riforma, da lui stesso elaborata e proposta, sul sistema economico siciliano. Ha intanto illustrato le diverse iniziative adottate dal Governo regionale in favore delle imprese, a cominciare dal credito d’imposta, e di tutte le iniziative a sostegno della nuova imprenditoria femminile e giovanile, come l’esenzione dell’Irap per 5 anni. Ha anche aggiunto che il Federalismo fiscale, pur essendo nel dna della Regione Siciliana, come sancito dal suo Statuto, non può essere attuato in un momento storico in cui può solo accentare la spaccatura del Paese, tra nord e sud.
Ha affermato anche che dinanzi al dramma della crisi, al contenimento di spesa imposto dal Governo nazionale, le poche risorse per lo sviluppo refluiscono certamente sul sistema imprenditoriale. Ha indicato alcune vie d’uscita, che vanno percorse al fine non soltanto di arrestare la spirale recessiva, ma anche di assicurare una ripresa economica.

Critico nei confronti della politica di Governo regionale è stato l’on. Michele Cimino, già assessore al Bilancio, e deputato regionale, secondo cui finora non si è fatto abbastanza per invertire questo processo negativo dell’economia siciliana. Cimino ha incentrato il suo intervento sull’importanza di garantire una stabilità di Governo, per garantire una continuità nell’attuazione dei programmi, anche all’interno della macchina burocratica, spesso impantanata con troppa frequenza da criteri di spoil system. In particolare ha posto l’accento sul funzionamento del Dipartimento Programmazione, sul quale, secondo Cimino va esercitata una maggiore pressione politica, che possa dare risposte in termini di risorse da investire sul territorio regionale.
Il presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen ha apprezzato la politica di razionalizzazione delle risorse regionali, ed ha anche condiviso la necessità di una stabilità di Governo. Ma, ha sottolineato, va anche attuata una politica di investimenti per la Sicilia dei prossimi dieci anni. Anche nelle infrastrutture, ha detto, bisogna pur cominciare, anche se ci vuole del tempo. E non certo soltanto con il Ponte sllo Stretto, quando manca un anello autostradale in Sicilia. Agen ha posto l’accento sul settore del Turismo, sottolineando quanto un sistema infrastrutturale sia determinante per uno sviluppo turistico. Agen, dati alla mano, ha anche sostenuto quanto un investimento nel Turismo possa avere ricadute positive in termini di occupazione e di sviluppo negli altri settori del’isola, come l’industria, l’agricoltura e l’artigianato. “500 mila euro di investimento nell’Industria generano un posto di lavoro, quando nel turismo ne bastano 50 mila” ha affermato. Ma ha anche asserito quanto sia difficile raggiungere la Valle dei Templi, con le strade che ci sono attualmente occorrono più di due ore da Palermo o Catania, e come la Venere di Morgantina da sola non possa essere ritenuta un traino per il turismo, se non inserita in un’offerta integrata. Vano quindi attuate politiche più mirate in un settore che genera l’8,4% del Pil nazionale, e che in Sicilia con le sue risorse, può superare il Pil dell’Industria manifatturiera. Invece – ha affermato – tutto il Mezzogiorno d’Italia ha un Pil pari al solo Trentino.

Fare turismo impone delle strategie, altrimenti – ha detto – abolirei l’assessorato al Turismo e lo chiamerei assessorato all’Accoglienza”.

Ha concluso i lavori il presidente della Commissione Attività Produttive dell’Ars, Salvino Caputo, che ha più volte istituito tavoli di confronto con i vari rappresentanti delle categorie produttive, realizzando la più ampia concertazione su tali tematiche. Ma ha anche aggiunto che il Governo regionale potrebbe fare di più se si mettessero da parte le divisioni e si realizzassero gli equilibri necessari per superare la paralisi e uscire dall’empasse.

“La nascita a Palermo di un comitato di professionisti è un segnale positivo per la lotta alla mafia e l’affermazione della legalità, che rafforza l’azione portata avanti in questi anni da associazioni antiracket, AddioPizzo, Confindustria, associazioni di categoria, istituzioni. Si tratta di un cammino difficile e impegnativo perché volto a disarticolare il sistema di relazioni che Cosa nostra intrattiene con alcune zone grigie del mondo delle professioni e la cultura delle collusioni e delle connivenze. Una realtà forte e radicata in tutti i gangli della vita economica del nostro Paese, perché alimentata da ingenti flussi di denaro. La mafia della finanza, dei grandi affari e degli appalti ha bisogno come il pane di colletti grigi disposti a scendere a compromessi con la loro coscienza e a trasgredire le leggi. Ecco perché è importante che la parte sana dei professionisti si difenda e combatta questa pericolosa infezione che rischia di far morire la Sicilia e il Paese per mafia”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia.

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