PALERMO, 04 GEN. - “Sono passati 28 anni da quel terribile giorno in cui la mafia ha strappato alla nostra terra, ma non alla nostra memoria, uno straordinario esempio di intellettuale vero e libero quale era Pippo Fava, giornalista dalla schiena dritta. Un esempio che oggi, insieme a quello di altri giornalisti assassinati per aver reso un servizio alla collettività diffondendo verità, dovrebbe essere un irrinunciabile punto di riferimento per il mondo dell’informazione e dell’antimafia. E’ bene ricordare, ogni giorno, che Pippo Fava fu ucciso per le sue inchieste scomode, ed attualissime, sulle collusioni della politica e dell’alta finanza con il mondo di Cosa Nostra”.
Così in una nota l’eurodeputata e responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia dell’IdV Sonia Alfano ricorda il giornalista catanese Giuseppe Fava, assassinato il 5 gennaio del 1984.
“La lezione di Pippo Fava - conclude - è racchiusa nel suo ‘concetto etico del giornalismo’: un’idea nobile che a 28 anni dalla sua morte appare ancora rivoluzionaria e che è assolutamente meritevole di essere trasmessa a tutti coloro che vogliono fare informazione, a qualsiasi livello”.
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«Il 25 ottobre 2011 il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza la risoluzione sul crimine organizzato nell’Unione Europea di cui sono relatrice. Alla luce del Trattato di Lisbona e col Parlamento Europeo nel nuovo ruolo di legislatore in ambito “Giustizia e Affari Interni”, la risoluzione assume un rilevante significato politico e traccia un chiaro piano di azione per un contrasto al crimine organizzato e alle mafie a livello UE. La risoluzione, frutto di un lavoro parlamentare di un anno, è espressione dei contributi di numerosi magistrati, studiosi ed esperti. Per la prima volta nella storia istituzionale europea si fa riferimento ai sistemi criminali mafiosi in un testo ufficiale, a testimonianza di un’acquisita consapevolezza politica della necessità di adeguate forme di contrasto: confisca e riutilizzo a scopi sociali dei patrimoni criminali, riconoscimento del reato di associazione mafiosa nei 27 Stati membri, norme sul controllo e la trasparenza dei fondi pubblici, contrasto al riciclaggio di denaro, non-candidabilità dei condannati per reati gravi, istituzione di una Commissione parlamentare antimafia. Proprio quest’ultimo punto assume un’importanza notevole poiché tale Commissione assumerebbe il ruolo di guida politica e di stimolo dell’attuazione tempestiva delle raccomandazioni del Parlamento Europeo a livello legislativo e operativo. Adesso spetta alla Conferenza dei presidenti (composta dal Presidente del Parlamento Europeo e dai presidenti dei gruppi politici) prendere atto della posizione della plenaria del 25 ottobre e istituire nei primi mesi del 2012 la Commissione speciale del Parlamento Europeo sulla criminalità organizzata e le mafie».
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